E’ davvero vergognosa e non più tollerabile la devastazione che si sta attuando, ormai da più di un decennio, in Basilicata, con installazioni di insediamenti eolici senza controllo, tra speculatori, malavita e interessi politici di varia natura.
Purtroppo la storia della Basilicata, soprattutto in questi ultimi vent’anni, è una storia di devastazioni, occupazioni deregolamentate e violenze ai territori e alle comunità, che possono ricondursi a una strategia complessiva di trasformazione di questa regione in una piattaforma di estrazioni fossili, di discariche di rifiuti tossici, di cimiteri eolici e di campi fotovoltaici selvaggi.
Perché anche le tanto decantate energie rinnovabili, se accentrate nelle mani della grande industria e lasciate al monopolio di speculatori senza scrupoli e, spesso, delle mafie, non sono meno dannose e inquinanti delle energie fossili. Oggi, in Basilicata: accanto a raffinerie (Eni a Viggiano e Total a Tempa Rossa), pozzi di petrolio e di reiniezione, a grandi inceneritori (Fenice, Cementifici di Barile e Matera), ad aree SIN contaminate e da bonificare; accanto a depositi di scorie nucleari (Trisaia) e a discariche di ogni tipo; accanto a campi fotovoltaici che stanno sostituendo i campi agricoli, foraggiati da contributi statali “quantomeno inopportuni”, si stanno consentendo installazioni invadenti e speculative di insediamenti eolici di ogni sorta: da gigantesche pale eoliche alte fino a 100 metri al così detto mini-eolico, croci alte fino a 40 – 50 metri.
E’ il paradigma dell’eolico in Basilicata, una storia di deregolamentazioni, di scempi, di affari e malaffare… in una logica solo affaristica e non certo di sostenibilità energetica, come vorrebbero indurci a credere.
Di fronte a tale emergenza, è toccato alle associazioni, ai comitati, agli attivisti e a semplici cittadini, come avviene ormai da tempo in Basilicata, denunciare, organizzarsi e contrastare una vera e propria invasione selvaggia di croci e cimiteri eolici, di dimensioni ed estensioni insostenibili. E’ toccato a loro assumersi l’onere di sostituirsi alle istituzioni regionali e ai sindaci, inspiegabilmente assenti o a sostegno degli speculatori, e di impegnarsi, anche con gravosi oneri economici e rischi personali di ritorsioni (perché la malavita è presente a pieno titolo nell’affare eolico lucano), in denunce e ricorsi che spesso si infrangono contro il muro di inquietanti sentenze del TAR Basilicata che, il più delle volte, finiscono con il penalizzare ulteriormente cittadini e territori piuttosto che proteggerli dalle devastazioni degli speculatori.
Dagli insediamenti produttivi di così detto mini eolico, in area agricola, a Piani del Mattino, Montocchio, Cerreta, Piani del Cardillo, intorno a Potenza, alle croci del grande eolico di Vaglio, Cancellara, e a quelle di Picerno e Balvano (con interessi diretti di alcuni amministratori comunali), fino a Lavello, S. Arcangelo, Valsinni, Senise, Banzi, e alla devastazione in atto tra Tolve, Genzano e Oppido; vere e proprie lottizzazioni abusive in zone agricole, di fronte alle quali la Regione e i sindaci stanno consentendo a personaggi come Domenico Cerruti, presidente dell’Agropoli Calcio e grande costruttore di enormi parchi eolici (il primo quello di Albanella, suo paese di origine) di scorrazzare indisturbati nell’area dell’Alto Bradano, tramite società che compaiono e scompaiono, in un vortice incontrollato di volture. Un’area quella dove il controllo istituzionale e la legalità paiono essere abrogati, come in alcune zone della Campania e della Sicilia, tant’è che qualche settimana fa, la redazione di Basilicata24 e due proprietari di aziende locali, sono stati minacciati e picchiati da loschi individui al servizio delle società suddette.
Potere al Popolo si schiera a fianco dei comitati e delle comunità locali in lotta per tutelare la legalità, la salute, il paesaggio e i valori agricoli e silvopastorali locali.
Noi chiediamo conto al Presidente della Regione, alla Giunta, al Consiglio Regionale e ai sindaci della loro colpevole assenza, dei ritardi e delle carenze legislative, e del perché della rinuncia al governo, alla tutela e alla pianificazione del territorio e all’attuazione dei più basilari principi costituzionali. Potere al Popolo non si ferma!
Mag 02