Esprimono enorme sconcerto e grande preoccupazione i genitori degli alunni della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria che frequentano l’Istituto comprensivo di Lagonegro, dopo la decisione del vice sindaco Giovanni Santarsenio di chiudere sine die il plesso scolastico di Rione Rossi,con l’ordinanza sindacale adottata in data odierna a margine della assemblea che si è svolta nella sala consiliare del Palazzo di città per discutere del “caso radon”: vale a dire lo sforamento ripetuto, riscontrato dalle rilevazioni effettuate nei mesi scorsi dall’Arpa di Basilicata in diversi locali e ambienti dell’istituto comprensivo, segnatamente nell’atrio a piano terra dell’edificio in questione, dei valori stabiliti per legge e delle soglie precauzionali massime di attenzione consentite di particelle per metro cubo nell’aria di questo gas radioattivo. Mossi esclusivamente dalla volontà di ricevere opportune rassicurazioni dalle istituzioni preposte e competenti, chiedono che venga garantito ai loro figli il diritto allo studio e, soprattutto, pretendono che bambini e ragazzi siano messi in condizione di frequentare le lezioni senza pericolo alcuno per la loro salute. «In attesa che vengano eseguite le bonifiche richieste dall’Arpa, vogliamo essere sicuri che i nostri figli non siano sottoposti a nessun rischio andando a scuola, dal momento che la stessa Oms conferma che l’esposizione al radon prolungata nel tempo, anche ai livelli minimi che sono stati ampiamente superati in questo caso, può causare gravi problemi», ribadiscono all’unisono, dopo aver espresso collettivamente le proprie rimostranze alla dirigente, dott.sa Dorotea Odato. «Dopo il dislocamento dei bambini della scuola dell’infanzia in una nuova sede individuata dalla dirigente, vogliamo risposte alle nostre domande per i ragazzi più grandi che, invece, dovrebbero rimanere nell’edificio di Rione Rossi. Ancora, vogliamo sapere se i nostri bambini sono stati e continuano ad essere esposti a rischi per la loro salute e chiediamo il monitoraggio e la eventuale bonificadi tutti gli edifici scolastici, per fugare ogni dubbio in tal senso. Siamo venuti a conoscenza di questa situazione dal dirigente scolastico in persona, dopo una comunicazione ufficiale dell’Arpa e una nota dello stesso tenore che risale addirittura al febbraio 2018», aggiungono dall’assemblea dei genitori, lamentando difetti di comunicazione o vere e proprie mancanze da parte delle amministrazioni e degli enti coinvolti nella vicenda.