Processo ENI sversamento petrolio impianto COVA di Viggiano, Legambiente: “Un altro passo verso la verità, in nome del popolo inquinato”. Di seguito la nota integrale.
Il Presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani e il presidente di Legambiente Basilicata Antonio Lanorte esprimono soddisfazione per il rinvio a giudizio, disposto dal GUP del Tribunale di Potenza, dei due ex responsabili del Centro Olio Val d’Agri dell’Eni, Andrea Palma e Ruggero Gheller, accusati di disastro ambientale per lo sversamento di petrolio dal Centro Oli COVA di Viggiano, scoperto all’inizio del 2017.
Legambiente, parte civile ammessa per la prima volta congiuntamente sia con la struttura regionale che con quella nazionale nel processo che comincerà il prossimo mese di giugno, aveva presentato un esposto penale nel 2017 alla Procura di Potenza, chiedendo di far luce sui fatti e facendo appello alla legge 68/2015 sugli ecoreati visto il grave rischio di contaminazione di suolo e sottosuolo, compreso il reticolo idrografico. Anche grazie a quell’esposto è partita un’inchiesta con l’arresto dell’allora responsabile dell’impianto, Enrico Trovato. Giustamente ora il capo di imputazione di disastro ambientale è stato esteso anche agli ex direttori del sito dell’Eni a Viggiano, Ruggero Gheller ed Andrea Palma, responsabili dell’impianto prima di Trovato. Pertanto, sebbene il reato sia stato introdotto nel 2015 con la legge 68 sugli ecoreati, quindi in epoca successiva al periodo in cui i due imputati hanno avuto responsabilità sull’impianto (tra il 2011 e il 2014), gli effetti della loro presunta mala gestione si sarebbero avuti anche successivamente.