In relazione alla nota diffusa dal Wwf riguardante il progetto “Airport City” la Fondazione Basilicata Matera 2019 conferma quanto indicato dall’associazione ambientalista. E’ vero, infatti, che il progetto è “ancora in fase embrionale”.
Occorre tuttavia sottolineare che il progetto punta a valorizzare uno straordinario patrimonio ambientale come l’altopiano murgico che, insieme ai Sassi, fa parte del patrimonio mondiale dell’umanità riconosciuto dall’Unesco.
“Airport city” è nella fase di progettazione preliminare e vede il coinvolgimento costante di tutte le istituzioni interessate. Una progettazione predisposta con un altissimo rigore scientifico, da parte di un team di esperti composto anche da rappresentanti di associazioni ambientaliste.
In questa fase stiamo verificando se ci sono i presupposti per la realizzazione dell’opera d’arte.
In ogni caso la ipotesi progettuale si muove nel totale rispetto di tutte le norme, facendo particolare attenzione alla sostenibilità ambientale e in un quadro di piena condivisione e rigore ed è già stata sottoposta alle opportune valutazioni di impatto ambientale.
Nelle prossime ore la Fondazione incontrerà il Wwf e le altre associazioni interessante per spiegare l’idea e confrontarsi con loro.
Riportiamo di seguito la nota già pubblicata del WWF Matera sull’installazione artistica per Matera 2019 nella Gravina con utilizzo di cavi d’acciaio
Il WWF Matera in una nota lancia l’allarme dopo aver appreso la notizia del progetto della Fondazione Matera-Basilicata 2019 che coinvolgerà i due versanti della Gravina attraverso una installazione artistica con l’utilizzo di cavi d’acciaio ancorati alle rocce. Il progetto si chiama “Airport City: Tuning Gravity’s Strings”.
Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione dal WWF Matera.
Grazie alla solerzia di cittadini attenti e vigili, Il WWF Matera è venuto a conoscenza del progetto inaccettabile che la Fondazione Matera-Basilicata 2019 aveva in animo di attuare tra i due versanti della Gravina agli antipodi, dal punto di confluenza dei torrenti col torrente Jesce a via delle Virtù, rientrante nella zona di massima protezione del Parco della Murgia Materana.
Il progetto, ancora in fase embrionale, è tuttora privo sia di nulla osta dell’Ente di gestione del Parco della Murgia Materana (ed impossibilitato ad averne in base alla L.R. 11/90 e al Piano del Parco, interessando una zona di riserva integrale) che di Valutazione di incidenza ambientale da parte dell’ufficio competente della Regione Basilicata; come esito finale tale progetto prevedrebbe una rete di cavi d’acciaio a mo’ di installazione aerea tra le pendici dell’altopiano murgico, nell’ambito di un progetto artistico visionario.
Lo scorso febbraio, senza autorizzazione alcuna, si sono svolte delle prove di questa malsana installazione e senza indugio sono stati avvertiti i carabinieri forestali che sono prontamente intervenuti per far rimuovere i cavi.
Come associazione di protezione ambientale, siamo intenzionati ad andare fino in fondo a questa questione e ci diciamo del tutto stupefatti dalla disinvoltura con cui spesso si opera in un’area protetta con idee decontestualizzate, impattanti dal punto di vista paesaggistico e fonte di pericolo per l’avifauna migratoria e stanziale del Parco, con l’aggravante di ricadere in una zona di protezione integrale, in base alla zonizzazione del Piano del Parco che al punto 3.5.1 All. A recita: […]Nella zona di “riserva integrale” l’ambiente va conservato e ricostituito nella sua integrità: è prescritta pertanto la conservazione e tutela di tutti gli elementi costituentil’ambiente (geografici, paesaggistici, vegetazionali, faunistici, storico/antropici ecc.)
Auspichiamo altresì di essere affiancati in questa denuncia anche da altre associazioni ambientaliste che pure in passato si sono pronunciate in modo vibrante avverso il progetto della passerella pedonale sul torrente Gravina (pur previsto nel Piano del Parco) e ci si possa battere a 360 gradi per un Parco che merita di essere messo a sistema e valorizzato con azioni davvero sostenibili e in linea con le peculiarità di un ecosistema fragile.
Riteniamo doveroso appellarci, in modo particolare, alla rappresentanza della componente ambientalista in seno al Consiglio Direttivo del Parco affinchè con ogni forza ed efficacia tuteli e scongiuri ogni eventuale possibilità di intervento nell’area di Riserva integrale.