Una piattaforma strategica e condivisa per una migliore tutela e una corretta gestione delle risorse idriche, a partire dall’implementazione di una mappatura sullo stato delle foci dei fiumi e dei canali d’irrigazione alla luce, in particolare, dei rischi legati al dissesto idrogeologico, frane, alluvioni ed esondazioni, da cui dipende la qualità delle acque balneabili. Il tema è al centro dell’attenzione del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata che, già nelle scorse settimane, ha ricevuto le istanze provenienti dagli amministratori, dagli operatori turistici dei paesi costieri della fascia jonica e tirrenica, dalle associazioni di categoria e da Legambiente.
Questa mattina, nella sala Bramea del Dipartimento regionale, sono stati ascoltati i rappresentati di Arpab, Aziende sanitarie di Potenza e di Matera, Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Basilicata del Mibact, Consorzi di Bonifica e Forze dell’Ordine a vario titolo impegnate sul territorio come Arma dei Carabinieri, Corpo Forestale, Noe e Capitaneria di Porto di Maratea e di Taranto.
“Anche nella scorsa stagione estiva le coste lucane sono risultate balneabili al cento per cento. Eppure restano aperte alcune questioni, molte delle quali note da tempo, su cui dobbiamo trovare una via comune di intervento – ha detto l’assessore Pietrantuono – attraverso una programmazione pluriennale, il mantenimento della Cabina di regia sul tema della qualità delle acque e il proseguo dell’azione di monitoraggio costante da parte delle forze dell’Ordine. Intendiamo condividere un percorso attraverso cui mettere in campo azioni strutturali per definire insieme un cronoprogramma, perché ci sono sicuramente delle cose concrete da fare subito e idee progettuali e proposte da valutare e approfondire nel medio e lungo termine. Stiamo tentando – ha sottolineato – di intessere un ragionamento quanto più ampio possibile che, da qui ai prossimi quindici giorni, vedrà un ulteriore momento di condivisione con i Sindaci, i referenti di Acquedotto lucano e dei Consorzi di Bonifica. E’ molto importante la sinergia con le Forze dell’Ordine al fine di coordinare sempre meglio non solo quel che riguarda gli interventi di depurazione delle acque, ma anche più in generale lo stato di pulizia e decoro di boschi e aree verdi”.
Nel corso dell’incontro è stato portato all’attenzione dei presenti lo studio condotto dai professori Masi e Greco dell’Unibas: un modello matematico per implementare un’elaborazione cartografica da cui ricavare una mappatura ancora più precisa dei carichi inquinanti con le aree da interdire la balneazione, cioè nei pressi delle foci dei fiumi e lungo i canali. Il modello scientifico elaborato tiene conto di punti di prelievo aggiuntivi a quelli indicati dal Ministero, a cui il Dipartimento Ambiente della Regione chiederà, a breve, un confronto. Rimarcata, inoltre, la centralità del tema delle vasche di fitodepurazione nell’ambito di un progetto europeo a cui sta lavorando il Consorzio di Bonifica; nonché la particolare necessità di impegnare maggiormente i Comuni al rispetto degli obblighi di formalizzazione delle apposite schede da cui si ottengono informazioni utili ed aggiornate sul profilo delle coste.