Un rave party non autorizzato, che ha registrato “la presenza massima di circa 200 persone”, è stato interrotto dai Carabinieri, nella zona di Murge di Sant’Oronzo, nelle campagne di Gallicchio, in provincia di Potenza. Il rave party si stava svolgendo su un terreno privato, in un’area all’interno del Parco nazionale dell’Appennino Lucano
Rave party nel Parco dell’Appennino Lucano, intervento dei “Custodi del capovaccaio: “Un cataclisma nella valle dei grifoni”. Di seguito la nota integrale.
80 ore continue di musica elettronica con volume da sballo nelle Murge di Sant’Oronzo
E’ accaduto: una festa attrezzata all’aperto il cui flusso continuo di rumore, amplificato dalla conformazione del canyon, ha provocato un’irrimediabile alterazione sulla presenza di rari uccelli rapaci che qui nidificano e che solo anni di ricerche potrà quantificare.
Siamo in pieno Parco Nazionale Appennino Lucano, nonché I.B.A., importante area per uccelli Europea e soprattutto Zona Speciale di Conservazione (ZSC “Murge di Sant’Oronzo”).
La gestione lasciata ad un Ente completamente assente sul territorio e la mancanza del vecchio Corpo Forestale dello Stato ha permesso tutto ciò. Nessuno è stato in grado di spostarli di qualche km dalla gola, se non a “rave party” esaurito.
Oramai è diventata un’abitudine fare concerti in natura, in aree protette: “noi non siamo preoccupati per ciò che si può lasciare sul terreno, bensì per i complessi danni provocati dal lungo ed insopportabile fastidio, alla biodiversità del sito ed al suo delicato equilibrio, oltre che per il messaggio errato che questi assembramenti vogliono imporre:
Si prende consapevolezza di un tale ambiente selvaggio solo apprezzandolo nel suo silenzio”.
Gli organizzatori che hanno abusato della buona fede dei partecipanti, mistificando tale messaggio, resteranno impuniti!
Mentre invece le istituzioni sul campo perseguite per via mediatica. Il danno è fatto! Non facilmente e immediatamente calcolabile.
Si poteva evitare? Ci sono fondi europei proprio per la messa in sicurezza di questi siti, purtroppo sono ben noti da tempo l’incapacità tecnica, logistica e scientifica degli uffici comunali, regionali e particolarmente del PNAL.
Volutamente i custodi del capovaccaio sono volontari autofinanziati e non legati politicamente. Questo ci permette di collaborare in modo neutrale e senza coinvolgimenti o interessi personali con qualsiasi istituzione o attore coinvolto.
Il nostro scopo è tutelare il più integralmente possibile la meravigliosa biodiversità lucana, salvaguardando specie in via di estinzione come il Capovaccaio e dedicando tutto il nostro tempo a trasmetterne la bellezza alle future generazioni insieme alle tradizioni e alla magia del mondo rurale di queste “Terre Amare”.