Pino Callà, direttore della Fondazione Farefuturo di Matera, spiega in una nota perchè è opportuno votare no al referendum del 17 aprile oppure astenersi.
il 17 aprile mi asterro’, o ove mi recassi al seggio opterei per il no al referendum che surrettiziamente viene definito no triv. Ove prevalesse il no o non si raggiungesse il quorum nessun’altra trivella sara’ adoperata entro le 12 miglia dalle coste, in quanto il governo le ha gia’ vietate per i prossimi 5 anni.
Oggetto del contendere e’ il rinnovo delle concessioni in scadenza fino a esaurimento del giacimento o la chiusura delle operazione alla scadenza delle concessioni e non come si tende a raccontare di aumentare le perforazioni. Quanto al merito della questione petrolio credo che se non vi sono certificati danni alla salute e ambiente si debba procedere nell’ estrazione (di gas e petrolio) che al pari delle rinnovabili sono necessarie per dotare il nostro paese di un piano energetico nazionale che consenta di far fronte al fabbisogno, di ridurre la nostra dipendenza dalla libia e da altri paesi mettendo al centro i controlli ambientali.
Serve uno sforzo per aumentare le royalties, impiegarle adeguatamente e non come il governo Pittella ha fatto coprendo la spesa corrente ma riducendo il costo del prezzo del carburante al distributore per ogni lucano, intervenendo per ridurre gap infrastrutturale e non opponendosi sostenendo che il petrolio debba restare nel sottosuolo, per un paese che dice no alla tav , no al nucleare, no agli inceneritori ai termovalorizzatori, e che demonizza il profitto.
Certo assume anche il significato di referendum nei confronti del premier e del governo cui sono e restero’ per storia, cultura, sempre alternativo ma onesta’ intellettuale mi impone di esternare le mie riflessioni sul merito del quesito.
Nella foto in basso Pino Callà e il logo di FareFuturo Matera