“Dopo la scelta annunciata dalla Croazia il presidente del Consiglio regionale torna a chiedere che vengano modificate le norme oggetto dei referendum proposti da dieci Regioni italiane. “Riflettere anche la strategia energetica nazionale”. Di seguito la nota integrale.
“Ora che anche la Croazia, dopo delle decisioni assunte dal presidente Obama per l’Artico, ha scelto di sospendere le ricerche di idrocarburi nell’Adriatico, e dopo che la Regione Emilia Romagna e 30 deputati del Pd hanno chiesto di rivedere la normativa sulle autorizzazioni petrolifere, sorge spontanea una domanda: cosa aspetta il Governo nazionale a ridiscutere l’art. 38 dello sblocca Italia e l’art. 35 del decreto sviluppo?”. E’ la domanda posta oggi dal presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza, che interviene nel dibattito suscitato dalle dichiarazioni di Llija Zelalic, delegato dell’Ambasciata di Croazia in Italia.
“Quanto sottolineato dal diplomatico croato circa l’assoluta priorità di difendere il mare e le coste in un area fortemente interessata dal turismo – afferma Lacorazza – insieme alle evidenti questioni ambientali, complicate dal carattere ‘chiuso’ del mare Adriatico e dalla stretta correlazione fra le scelte di tutti i Paesi che vi si affacciano, richiederebbe uno sforzo da parte dei Governi, e di quello italiano in particolare, per ridiscutere le proprie scelte in ambito europeo. Anche sulla base di questa riflessione andrebbe aggiornata la strategia energetica nazionale”.
Per Lacorazza “è in questo quadro che va discussa la questione petrolio oggi in Italia, e gli stessi referendum promossi da dieci Regioni italiane ed attualmente in attesa della pronuncia di legittimità e di ammissibilità, costituiscono un formidabile strumento per riaprire la discussione anche sul rapporto fra lo Stato, le Regioni e i territori. Per questo, anche dopo le autorevoli posizioni espresse da molti esponenti politici e in particolare dal presidente dell’Emilia Romagna Bonaccini, torno a chiedere: perché il Governo non riapre la discussione sull’art. 38 dello sblocca Italia e sull’art. 35 del decreto sviluppo? Cosa aspetta ancora? Modificare queste norme – conclude il presidente – restituendo ai territori la possibilità di partecipare alle decisioni che li riguardano, costituirebbe un elemento nuovo e positivo per caratterizzare la stagione delle riforme. Per cambiare e migliorare l’efficacia e l’efficienza delle istituzioni pubbliche senza trascurare il percorso democratico”.