Terza lettera del presidente del Consiglio regionale Piero Lacorazza in merito alla questione del referendum abrogativo di alcune norme del decreto Sblocca Italia e del decreto Sviluppo in materia di idrocarburi. Come le due precedenti, inviate il 10 agosto e il 1 settembre, è indirizzata ai presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province Autonome, che l’11 settembre si riuniranno per discutere la questione. Ma questa volta riguarda aspetti “di metodo e di merito” relativi alle modalità da seguire perché i quesiti siano considerati validi e non corrano il rischio di essere dichiarati inammissibili dalla suprema Corte.
In questo senso, Lacorazza ricorda che “sarebbe da escludere, o almeno non limitarsi alla solo proposta di una abrogazione totale dell’art. 38, per l’alto rischio di dichiarazione di inammissibilità che ne potrebbe seguire, alla luce della giurisprudenza costituzionale, che esclude la reviviscenza della norma abrogata. Ciò che si potrebbe ipotizzare è, innanzitutto, una abrogazione parziale di alcune sue disposizioni; ma, in questo caso, sarebbe opportuno raggruppare i quesiti per oggetti omogenei”. E quindi, prosegue il presidente, “i quesiti relativi all’art. 38 dello Sblocca Italia potrebbero riguardare la strategicità, indifferibilità ed urgenza delle opere; il vincolo preordinato all’esproprio; la possibilità che in assenza del piano delle aree possano nel frattempo rilasciarsi titoli concessori unici; quelle disposizioni che, nei fatti, indeboliscono la partecipazione delle Regioni ai procedimenti amministrativi”.
Più chiara invece appare la questione dell’eventuale abrogazione dell’art. 35 del decreto sviluppo (per semplificare ‘trivelle in mare’) che per Lacorazza “potrebbe agevolmente concentrarsi su un unico quesito chiaro e semplice nella sua formulazione: pur avendo esteso il divieto di esercizio delle attività di ricerca e di estrazione degli idrocarburi fino al limite delle 12 miglia marine, il decreto ha previsto che detto limite non dovesse concernere i procedimenti in corso alla data di entrata in vigore del d. lgs. n. 128 del 2010. Un eventuale referendum abrogativo parziale dell’art. 35 del decreto sviluppo andrebbe, quindi, ad incidere solo sui procedimenti in corso entro le 12 miglia marine (e non anche sui titoli già rilasciati), impedendo, in questo modo, che essi giungano a conclusione con il rilascio del titolo”.
Lacorazza rilancia infine la discussione sulla riforma del Titolo V della Costituzione “che, com’è noto, si propone di riscrivere in modo del tutto nuovo il riparto delle competenze legislative tra lo Stato e le Regioni”. Un passaggio che, “se affrontato nel modo giusto (senza conflitti ma anche senza reticenze) può riaprire uno spazio per dare uno sbocco alla crisi del regionalismo e degli enti territoriali”. “La crisi non riguarda solo noi ma più in generale l’assetto democratico e costituzionale del nostro Paese”, aggiunge ancora Lacorazza, che invita i presidenti delle Assemblee legislative “a provare a tracciare una rotta comune ed unitaria che rilanci un protagonismo politico delle rappresentanze territoriali legato tanto ai poteri quanto, me lo si lasci dire, ai costi della politica. Abbiamo fatto passi in avanti in questi anni, importanti passi in avanti, discutiamone unitariamente. Nessuna demagogia e nessuna intenzione di cedere al populismo, ma la estrema consapevolezza che forse è possibile cogliere questa opportunità, non so se una delle ultime, per ricucire il rapporto tra le Regioni e i cittadini”.