Se vincerà il SÌ non sarà possibile continuare a sfruttare i giacimenti petroliferi dopo la scadenza delle concessioni entro le 12 miglia.
La battaglia di Gioventù Nazionale in Basilicata non si è mai fermata sulla questione petrolio. Tante sono state le iniziative di denuncia da noi realizzate per dire no ad una trivellazione selvaggia del territorio e attraverso Fratelli d’Italia Alleanza Nazionale, di cui siamo espressione del mondo giovanile, possiamo affermare con orgoglio di aver votato per l’impugnazione dell’art. 38 quel famoso 4 Dicembre 2014 a difesa dell’ autonomia della Regione nel poter scegliere da sè cosa è meglio per il proprio ambiente e per la salute dei suoi cittadini. Abbiamo sempre difeso con i denti la nostra posizione in ogni occasione anche quando la stessa sinistra che ci aveva già svenduti al governo Renzi e alle compagnie petrolifere ha fatto grandi proclami contro le trivellazioni in mare alla manifestazione tenutasi a Policoro lo scorso 15 luglio, insomma un tentativo del Presidente Pittella di assumere il ruolo di difensore della Basilicata e ricucire il rapporto con la piazza miseramente e pateticamente fallito. Ad oggi ci aspetta un altro avvenimento importante al quale non possiamo sottrarci ossia il referendum del 17 Aprile. Abbiamo però come la sensazione che esso stia passando in sordina pertanto come movimento giovanile ci impegnano a realizzare una forte campagna di sensibilizzazioni anche e soprattutto tra i giovani affinché il prossimo Aprile si possa raggiungersi prima di tutto il quorum partecipativo senza il quale la proposta referendaria non sarebbe approvata ma soprattutto affinché possa vincere il SI. Nel dettaglio il quesito reciterà così : “Volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio?”. Sono materia di referendum solo le trivellazioni già in atto entro le 12 miglia dalla costa.
L’attuale legge in materia, il decreto legislativo 152 del 2006, il cosiddetto codice dell’ambiente, all’articolo 6, comma 17 stabilisce che “ai fini di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, all’interno del perimetro delle aree marine e costiere a qualsiasi titolo protette per scopi di tutela ambientale, in virtù di leggi nazionali, regionali o in attuazione di atti e convenzioni internazionali sono vietate le attività di ricerca, di prospezione nonché di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare”. Il quesito propone di abrogare una frase dell’articolo che recita: “I titoli abilitativi già rilasciati sono fatti salvi per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”. Se vincerà il SÌ non sarà possibile continuare a sfruttare i giacimenti petroliferi dopo la scadenza delle concessioni entro le 12 miglia. Tale disposizione in ogni caso non si applicherebbe alle trivellazioni sulla terraferma e a quelle che si trovano oltre le 12 miglia ( sul quale noi comunque ci siamo battuti) Se vincerà il NO nessuna frase della legge verrà abrogata e tutto rimarrà com’è, tranne il nostro futuro.
Rossana Mignoli responsabile provincia di Potenza Gioventù Nazionale e Nicola Santomauro responsabile Gioventù Nazionale di Tolve