Nel corso della seduta di venerdì 10 aprile della Giunta regionale, è stata approvata la delibera che approva l’avviso pubblico per l’acquisizione delle manifestazioni di interesse per l’esecuzione degli interventi di manutenzione ordinaria degli alvei dei fiumi: Basento, Agri, Sinni, Bradano, Cavone e Noce e dei loro affluenti. Ciò al fine di ripristinare l’officiosità dei corsi d’acqua del demanio idrico. Già approvati anche lo Schema del Bando per raccogliere le manifestazioni di interesse e lo Schema di Concessione del servizio, da formalizzare con le societá selezionate.
Dietro sollecitazione dell’Assessore Berlinguer, molti gli incontri dei Dirigenti degli Uffici regionali per arrivare a questo risultato. Le eccezionali avversità atmosferiche che si sono verificate sul territorio regionale nel corso delle ultime stagioni, hanno infatti causato fenomeni di eccessivo accumulo di inerti o, al contrario, escavazione ed erosione del fondo dei fiumi e delle sponde, in molti tratti di essi. Questi eventi straordinari hanno provocato, in molti casi, occlusione e quindi esondazioni con conseguenze non indifferenti per le aree limitrofe ai corsi d’acqua. Infatti, sono state danneggiate colture e infrastrutture di livello provinciale e nazionale.
L’Ufficio Difesa del Suolo della Regione Basilicata ha così programmato un’attività di ripristino dell’officiosità dei corsi d’acqua mediante il coinvolgimento dell’imprenditoria di settore, con la rimozione del materiale (ciottoli e ghiaia) che, accumulatosi negli alvei dei fiumi, impedisce il normale deflusso delle acque e con il taglio e rimozione degli arbusti, cespugli e alberi dagli alvei.
Sia il materiale litoide che quello legnoso verranno concessi alle societá interessate ai lavori di manutenzione ordinaria e al ripristino dell’officiosità a compensazione dell’attività manutentiva. Le quantità di asporto dovranno attenersi alle perizie dell’Ufficio Difesa del Suolo. Oltre a questo, le societá esecutrici dovranno rispettare il progetto di sistemazione idraulica; eseguire i lavori senza danneggiare le sponde dei corsi d’acqua interessati; non potranno inoltre rimuovere materiale al di sotto della quota della portata di magra.
Infine, gli imprenditori che eseguiranno i lavori saranno responsabili anche dello smaltimento eventuale dei rifiuti prodotti dall’attività stessa e di segnalare anche i rifiuti rinvenuti durante le operazioni; saranno obbligati ad utilizzare, per la conduzione dell’intervento e l’accesso ai corsi d’acqua, esclusivamente sentieri e piste preesistenti; dovranno, infine, iniziare i lavori entro 60 giorni dalla stipula della concessione e consegnarli a seguito dell’ultima perizia sullo stato dei luoghi, da parte dei tecnici regionali.
“Gli eventi atmosferici dell’ultimo periodo mi hanno molto preoccupato – ha affermato l’Assessore all’Ambiente Aldo Berlinguer. Abbiamo quindi lavorato senza sosta per trovare possibili soluzioni nell’immediato. I fenomeni naturali sono sempre più impattanti sui nostri territori e sulle nostre comunità. Ma le risorse pubbliche scarseggiano. Per questo ci siamo concentrati su un meccanismo semplice ed efficace: concedere a chi lavora gli immediati benefici che produce, evitando procedure burocratiche lunghe e tortuose. Il territorio lucano non può più attendere. Dobbiamo fare presto”.
CIA: PER SALVARE I FIUMI NON BASTA PROVVEDIMENTO GIUNTA, SENZA AGRICOLTORI-MANUTENTORI POCO EFFICACE
“Il provvedimento della giunta Regionale che eroga benefici alle imprese che si occuperanno di interventi di manutenzione ordinaria degli alvei dei fiumi è certamente un passo avanti contro il dissesto del suolo e per impedire che si ripetano alluvioni e danni alle aziende agricole ma per essere efficace va affiancato dal riconoscimento del ruolo di agricoltori-manutentori del territorio e quindi non solo della propria azienda”. E’ quanto sostengono in una nota congiunta Donato Di Stefano, direttore Cia Basilicata e Nicola Serio vice presidente regionale Cia.
Per il vice presidente della Cia in particolare “dopo le alluvioni del Metapontino è cresciuta la consapevolezza istituzionale che la nostra proposta per l’attivazione dei contratti di fiume e di foce, resta l’obiettivo da raggiungere attraverso la disponibilità degli agricoltori a diventare manutentori del territorio tra l’altro, aspetto non di poco conto, “a costo zero” (con compensazioni su tributi consortili, spese previdenziali ed aziendali). La caratteristica innovativa di tale processo – afferma Serio – è la scelta di andare nella direzione della sussidiarietà orizzontale: la differenziazione dei sistemi territoriali richiede un sistema di governance flessibile, in grado di comporre a livello locale i conflitti e gli interessi mediante processi negoziali aderenti alle vocazioni territoriali e capaci di fare sistema facendo dialogare i diversi strumenti di programmazione degli interventi socio-economici con quelli della pianificazione territoriale. Pensare invece solo alle imprese di settore che svolgono attività di asporto di ciottoli e ghiaia per l’edilizia – continua – è limitativo e fortemente parziale”.
Per Di Stefano “un’altra priorità indicata da tempo dalla Cia è l’impiego immediato di una quota del fondo dell’Accordo di programma ministero-Ambiente-Regione Basilicata per interventi nei “punti più critici” per prevenire ulteriori fenomeni metereologici eccezionali della stagione invernale. Si percorra dunque la via della pulizia e dello scavo dei grandi e piccoli canali sui quali – continua – non si fa più manutenzione da 30/50 anni. Devono essere puliti gli alvei e dove necessario le sponde dagli alberi e dalla vegetazione che crea ostruzione e pericolo in caso di piena. Occorre porre immediato riparo e lavorare in tempi veloci -aggiunge Di Stefano- per costruire un sistema ambientale realmente sostenibile, valorizzando il ruolo primario dell’agricoltura quale volàno di riequilibrio territoriale, per una oculata valorizzazione del paesaggio agrario anche ai fini del turismo rurale”.
La novità principale – sintetizza Distefano – è che finalmente stiamo passando dal principio teorico della cooperazione inter-istituzionale fra i tanti enti che si occupano di territorio e mondo agricolo a primi momenti di azioni comuni che coinvolgono principalmente gli agricoltori, “primi custodi” del territorio e poi ambientalisti, operatori del turismo, oltre naturalmente ai Comuni. Noi insistiamo: lo strumento principale è rappresentato dai Contratti di fiume, sperimentati positivamente in alcune regioni italiane, tra le quali il Piemonte, l’Umbria, la Lombardia, il Veneto, la Toscana e si configurano come strumenti di programmazione negoziata interrelati a processi di pianificazione strategica per la riqualificazione dei bacini fluviali. Senza gli agricoltori-manutentori non si possono portare a termine azioni urgenti. Serve, dunque, una rinnovata attenzione. Occorre una politica con la quale puntare ad una vera salvaguardia del territorio con risorse adeguate. Una politica che garantisca il presidio da parte dell’agricoltore, la cui attività è fondamentale in particolare nelle zone marginali. E tra le azioni urgenti quali indichiamo: sistemazioni idrauliche, regimazione di fossi e corsi d’acqua minori; rifacimento e ammodernamento delle reti di bonifica; realizzazione, adeguamento e rifacimento briglie ed altre opere di bonifica; realizzazione nuovi impianti idrovori; consolidamenti arginali, stabilizzazioni degli alvei e delle sponde”.