Riceviamo e pubblichiamo il contributo di Gianfranco Blasi, componente della Direzione Nazionale e della Segreteria Regionale di Fratelli d’Italia di Basilicata sul tema “Gli spot di Renzi sul petrolio, i Pittella, Luongo, il vecchio sistema di potere del Pd ed un centro – destra da riscrivere. “Una legislazione speciale, sia nello Statuto Regionale che nell’approccio che Governo e Parlamento devono avere nei confronti di una risorsa strategica come il petrolio”. Di seguito la nota integrale.
Renzi è un continuo spot, lui è un distillato di pregio del marketing politico più moderno. Un’evoluzione dinamica del berlusconismo. Per ora privo dei vizi morali e dell’idea di corte medioevale che accompagnava “Re” Silvio.
Renzi le spara grosse e ogni volta avanza. Nelle relazioni politiche, negli accordi e nei consensi. Dimentica immediatamente quello che è accaduto il giorno precedente. Per lui la politica è l’annuncio del giorno. Uno spot, appunto.
Così ha fatto anche per la Basilicata e il suo petrolio: “Non ci fanno perforare… colpa di quattro associazioni ambientaliste…” boom!… . “Potrebbero ottenere 40.000 posti di lavoro…” boom!… . “Non capiscono, i lucani, che la risorsa è strategica…” boom!… .
Questo è l’uomo. C’è poco da aggiungere. Lui si sente l’eroe popolare del momento. E la maggioranza degli italiani sta dalla sua parte. Tutto il resto della politica italiana è macerie. L’opposizione del Pd al suo interno, la vecchia sinistra radicale, peggio ancora il centro destra, inteso come coalizione elettorale e programmatica. Non c’è nulla. Persino Grillo è stato fortemente ridimensionato, ridotto a caricatura, a macchietta, a sceneggiata in streaming.
Sul tema Basilicata vi sono, però, alcune cose da dire e su cui riflettere.
Il Pd lucano vive le contraddizioni del renzismo. Il vecchio, solido, sistema di potere (quello, per intenderci, che ha votato per Luongo segretario) resiste a fatica, nonostante millantata saggezza e buoni propositi. Paga la frattura generazionale, un eccesso di conservatorismo ed anche il fallimento socio economico dell’ultimo decennio. Desertificazione industriale, disoccupazione, abbandono delle aree interne, assenza di strategia e programmazione del futuro. Lacorazza, Luongo, De Filippo, Santarsiero, Folino, Adduce, Santochirico, Speranza…
L’egemonia dei Pittella è, sul piano locale, una risposta incoerente al renzismo. Certo, resta un fenomeno sociologico da studiare. Ma “Marcello” ha sbagliato le ultime mosse. Non ha pagato le cambiali con quanti lo avevano sostenuto nella fase preelettorale delle regionali. Ha sbagliato sulla città di Potenza, ha abbandonato Falotico, ha commesso un’imprudenza con gli assessori esterni, ha perso con Luca Braia.
Ma la Basilicata è in un buco nero anche per colpa di chi ha guidato negli ultimi dieci anni il centro destra. Sbagliati gli accordi Viceconte – De Filippo sul petrolio e, peggio ancora, sul così detto memorandum. Sbagliato un approccio dialogante e quasi di sottomissione all’egemonia della sinistra lucana. E’ mancata un opposizione severa, una costruzione, un’idea netta di alternativa. Non è un caso che l’ultima entusiasmante vicenda elettorale potentina abbia rappresentato uno spartiacque nell’area moderata e nella destra di Basilicata. Uomini e idee giuste possono trovare lo spazio per rappresentare il cambiamento. Anche se la strada sarà lunga e tortuosa e non tutto potrà essere dato per scontato.
Su questo terreno è bene che proprio De Luca rifletta: il Pd di Luongo è mutilato, ma riproporrà la sua visione tattica. In questo momento non ha potere né in Regione, né a Potenza città. Proverà a ribaltare il tavolo. ecco perché non bisogna restare prigionieri e farsi logorare. Deve restare netto uno spartiacque fra governo cittadino e maggioranza in consiglio comunale. O si sottoscrive un programma di pochi punti e qualche anno di lavoro. O, meglio, tornare al voto chiarendo le responsabilità sul disastro finanziario di questi anni. Insomma, nessun inciucio!
Sul petrolio è innegabile che Renzi spiazzi tutti. Col suo metodo, con la baldanza che ormai è nota ai commentatori e agli osservatori. Comunque riapre un dibattito a trecentosessanta gradi. Ma anche lui paga il vizio d’origine di questa vicenda. Non c’è più credibilità nel governo nazionale e nelle società multinazionali che rappresentano il cartello del petrolio. Il film di questi vent’anni dice che la comunità lucana in cambio delle estrazioni (ricche e poderose) non ha avuto contropartite tali da poter affermare che il gioco valga la candela. Diciamocelo con onestà intellettuale: si tratta di spiccioli, un’elemosina e infinite polemiche su royalties e card carburanti. Pochi soldi imprigionati nel bilancio regionale, neanche buoni a coprire l’eccesso di spesa pubblica o, peggio ancora, le spese inderogabili.
E’ difficile credere, oggi, alle promesse di Renzi, almeno per due motivi:
1. La storia degli ultimi vent’anni dice ai lucani che il fascino del petrolio e della sua ricchezza è ingannevole;
2. Renzi non è credibile nelle sue promesse, nei suoi spot, malgrado la sua leadership e l’enorme consenso popolare. Quello che serve alla Basilicata è altro. Prima di tutto una legislazione speciale, sia nello Statuto Regionale che nell’approccio che Governo e Parlamento devono avere nei confronti di una risorsa strategica come il petrolio.
In questo contesto, bisogna però maturare un’idea di Basilicata fortemente innovativa, diversa per concezione culturale e per discontinuità politica da quella attuale.
Una Basilicata in cui sia visibile un’idea di futuro e una speranza, non legata a slogan e spot, ma costruita con mani forti e cuori sinceri. Forse, almeno per ora, non condizionata da logiche strette e partitocratiche, ma aperta ad approcci e relazioni persino impensabili qualche stagione fa.
Su questo terreno lavoreremo a partire dall’esperienza di Fratelli d’Italia di Basilicata, che abbiamo contribuito a volere idealmente intransigente, aperta, creativa, priva di pregiudizi e lontana dalla vecchia politica. Con una parte del lavoro già pensato e svolto. La campagna mediatica e programmatica sul petrolio avviata da Gianni Rosa ne è un esempio. Certo, consapevoli che serve molto di più, ma sicuri di avere un buon punto di partenza.
Gianfranco Blasi