Nonostante ben 19 osservazioni/opposizioni, tra le quali quella della
Ola, di altre associazioni, di singoli cittadini ed enti locali, nonostante il parere contrario della Regione Puglia (non risulta essere stato presentato però quello della Regione Basilicata, pure annunciato), contro l’istanza di ricerca denominata d68 F.R. – TU, la
compagnia mineraria Transunion Petroleum Italia srl ha ripresentato, su richiesta del Ministero dell’Ambiente, le integrazioni allo studio SIA per l’ottenimento del parere VIA da parte dello stesso Dicastero.
Lo rende noto la Ola, Organizzazione lucana ambientalista, che fa rilevare come il Ministero dell’Ambiente abbia ritenuto non rigettare l’istanza, nonostante le numerose argomentazioni prodotte da enti pubblici, cittadini e associazioni per lo stesso Ministero ha
prescritto alla compagnia di “controdedurre puntualmente tutte le osservazioni pervenute con la pubblicazione sul sitowww.va.minambiente.it”. Il Ministero dell’Ambiente ha chiesto inoltre alla compagnia mineraria altre 9 integrazioni “alla documentazione
depositata in data 9/5/2013 per la procedura di Valutazione di Impatto
Ambientale”.
Tali integrazioni – si legge nel nuovo studio SIA – sono state richieste alla Direzione Generale dalla Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale VIA e VAS con nota del 8/11/2013 (Prot. DVA-2013-0025829) e sono consultabili sul sito del Ministero
dell’Ambiente. L’avviso pubblico è stato pubblicato sui quotidiani nazionali il 13 Maggio scorso e la nuova documentazione è consultabile sul sito del Ministero dell’Ambiente, i cui termini di scadenza per le nuove osservazioni/opposizioni da parte del pubblico interessato
scadono il 12 luglio 2014.
Il Ministero dell’Ambiente, dunque, decide di non bocciare l’istanza e di far proseguire l’iter del progetto Transunion Petroleum Italia srl che – vogliamo ricordare – insiste sul tratto del mar Jonio prospiciente la costa tra Policoro e Amendolara. L’area della ricerca
petrolifera interferisce con le attività turistiche, le peculiarità ambientali, la flora e la fauna marina del Mar Jonio e del Mediterraneo. Un percorso a tappe forzate, dunque, che per la Ola mira a rilasciare l’autorizzazione ministeriale, sempre che non intervenga
prima la riforma del Titolo V della Costituzione che renderebbe non influenti sull’iter di approvazione da parte dei ministeri e del governo, le osservazioni e le opposizioni prodotte dalle comunità, dagli enti locali e dalle associazioni.