Discarica La Martella: il Comune di Matera sta osservando le prescrizioni. Necessarie molte risorse.
In relazione al comunicato stampa diffuso dall’Associazione “Città Plurale” e pubblicato oggi dagli organi di stampa sulla situazione della discarica in località La Martella, il Comune di Matera rende noto che nell’ultimo anno si è provveduto a mettere in sicurezza il sito nel rispetto delle prescrizioni indicate dalla Regione Basilicata.
Infatti, a seguito della verifica dell’Ufficio Ambiente della Provincia di Matera, effettuata lo scorso 24 gennaio, è stato riscontrato e puntualmente riportato nella relazione della Provincia che il Comune di Matera:
1) ha presentato alla Regione Basilicata la richiesta di rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) ed in tal modo, fino al compimento del procedimento, come previsto dalle norme, la discarica continua ad essere regolarmente autorizzata;
2) ha presentato alla Regione Basilicata il progetto per la chiusura dei settori 3° e 4° e per la messa in sicurezza del quinto settore, attualmente in esercizio;
3) ha provveduto a ripristinare il cancello d’ingresso, a riparare le recinzioni laterali, a collaudare le pompe che alimentano i presidi antincendio ed a riparare la muratura della cabina elettrica danneggiata da atti vandalici nell’estate 2011. Inoltre, ha provveduto a ripristinare nuovamente gli idranti antincendio nelle parti mancanti per furto di rame;
4) ha provveduto a realizzare n. 6 piezometri per il monitoraggio di tutti i bacini della discarica;
5) ha stipulato una convenzione con l’Enea per il monitoraggio delle seguenti matrici ambientali: qualità dell’aria, acque superficiali (a monte ed a valle della discarica), acque sottosuolo, con invio delle relative analisi agli enti di competenza (Regione Basilicata, Provincia di Matera e Arpab);
6) ha provveduto alla riprofilatura del cumulo di rifiuti nei sub-settori B e C del quinto settore per consentire la corretta copertura con terreno ed avere volumetria utile a realizzare il “capping” finale. Nel contempo ha ripristinato le rotture presenti ai margini dei teli in HDPE nei pressi della linea di colmo della discarica ed a ricoprire la massa di rifiuti compattata con adeguato strato di terreno. Al momento è in fase di coltivazione il sub-settore A dove, per evitare che il vento possa provocare il volo dei materiali plastici più leggeri al di fuori della discarica e per garantire nel contempo la sicurezza dei mezzi che trasportano i rifiuti in discarica è stata disposta una diversa collocazione del trituratore dei rifiuti ponendolo nella parte più bassa del sub-settore di discarica ed all’ingresso dello stesso e procedendo al successivo abbanco con pala meccanica;
7) ha effettuato la pulizia della discarica sia all’interno che all’esterno ripristinando le fasce tagliafuoco;
8) ha previsto di utilizzare teli forati idonei per la copertura del rifiuto al fine di evitare oltre alla dispersione di materiale plastico anche l’accesso di volatili;
9) ha previsto nella convenzione con l’Enea la verifica della esistenza dei quantitativi di biogas nei settori di discarica al fine di decidere la realizzazione di un apposito impianto. L’esito verrà sottoposto alla Regione Basilicata;
10) in ordine al sistema di smaltimento del percolato, sta vagliando la possibilità di utilizzare un sistema di depurazione mobile realizzato dall’Enea. Nell’immediatezza, pur con le esigue risorse disponibili, entro pochi giorni si darà corso a una gara per lo smaltimento convenzionale.
In merito allo smaltimento del percolato, l’assessore all’Ambiente, Rocco Rivelli, afferma che si tratta di un’operazione molto costosa e complessa considerato che il Comune, fra il 2010 e il 2013, ha dovuto far fronte a una riduzione di trasferimenti di risorse statali pari a circa 10 milioni di euro. “E’ evidente – aggiunge Rivelli – che questo intervento richiede somme ingenti. Il bilancio di previsione del 2013 che sarà all’attenzione dei consiglieri comunali già dalle prossime settimane, non potrà non tenere in considerazione questa spesa”.
“Il sistema integrato dei rifiuti, provinciale e regionale – afferma il sindaco, Salvatore Adduce – richiede grande attenzione e responsabilità da parte di ciascuno dei soggetti coinvolti. La funzione che sta svolgendo il Comune di Matera, come è noto, è preziosa ed imprescindibile. E’ pertanto necessario che la Provincia e la Regione abbiano cura di dedicate all’impianto di Matera le attenzioni necessarie sia in termini di collaborazione per il rispetto delle procedure, sia in termini economici”.
A tal proposito il sindaco ha chiesto al presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, un incontro per concordare un contributo straordinario per la risoluzione delle problematiche nella discarica del borgo La Martella.
L’ambientalista materano Pio Abiusi torna ad occuparsi della discarica di La Martella. Di seguito la nota integrale
Quattro milioni vi sembrano pochi?
Se Potenza di tanto in tanto, spesso, resta affogata nei rifiuti urbano, i rifiuti di Matera affogano nel percolato della discarica di la Martella.
La gestione della discarica e la raccolta differenziata di Matera presentano tante ombre e credo nessuna luce. Il sopralluogo e visita di controllo compiuto dalla Provincia di Matera nell’autunno del 2011 e che seguì ad uno identico e rarissimo controllo che Arpab dispone mise in evidenza, a prescindere da fatti congiunturali, una gestione alla “io speriamo che me la cavi”.
Parlare di gestione è eufemistico.
In una recente ordinanza presidenziale, a firma De Filippo, per permettere alla discarica di Sant’Arcangelo di accettare altri 12.500 mc e per altri 6 mesi di operatività si dispone che il Comune adegui la predetta discarica al rispetto delle seguenti prescrizioni: a)realizzazione dei piezometri per il monitoraggio delle acque sotterranee: b) realizzazione degli interventi di regimazione delle acque meteoriche a valle del bacino di stoccaggio dei rifiuti; c) completamento e/o adeguamento del sistema di captazione e trattamento del biogas. La discarica di Matera ha una A.I.A. scaduta da oltre 14 Mesi, è l’unica delle nove presenti in Basilicata ad essere potenzialmente in esercizio con Autorizzazione scaduta, ci sarà un motivo? La rete per la captazione ed il trattamento del biogas non è ancora realizzata anzi si studia come farla. Alla buon ora sono stati impiantati sei piezometri senza contraddittorio con Arpab ed i dati relativi alle acque di falda non sono conosciuti- se esistono- e ne certificati; Arpab va per campi, la scampagnata è organizzata dal suo Direttore Generale Raffaele Vita. Il 1 Febbraio, la Provincia di Matera ritorna al capezzale dell’ammalato e trova che le vasche sono immerse nel percolato, i rifiuti galleggiano letteralmente, non vi è stato emungimento dall’Agosto del 2011. L’attuale dirigente comunale, l’Ing. Montemurro – quello che portò i PISU ad arenarsi- questa volta, per non correre rischi alla Schettino, tiene alto il livello dell’acqua nelle vasche . Il buon Sindaco Adduce, in audizione alla commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti che fece visita in Basilicata nella primavera del 2012, oltre a sognare una raccolta differenziata pari al 30/35%- ad oggi siamo circa al 25% ed il 2011 era al 19,31- ipotizzava di istallare un impianto per il trattamento in loco del percolato, gestito dall’Enea- fatto positivo e economico-. L’accordo è saltato e ci chiediamo a) solo Enea dispone di tali impianti mobili? Evidentemente NO! basta indire una gara comunitaria ed affidare l’incarico al miglior offerente e che abbia anche le dovute certificazioni. b) Perchè è saltata la soluzione più sicura e più economica per il trattamento del percolato? Forse si vuole ripristinare il vecchio circuito del prelievo del percolato, del trasporto e del conferimento a Tecnoparco, forse SI! e questa volta si tenta il colpo grosso.
Se dalla metà del 2011 alla metà del 2012 l’operazione- eliminazione percolato dalla discarica- è costata 240 mila euro questa volta l’importo si moltiplica per 16 e diventano 4 i milioni necessari per gestire il percolato. Non c’è che dire è un bel colpo. Soffermiamoci un po’ sulla gestione passata del percolato. Una prima volta venne affidato l’incarico, senza gara, alla ditta che gestiva il servizio di captazione e smaltimento ad un costo di 120 mila euro e vi fu segnalazione alla Corte dei Conti; per la seconda metà dell’anno , per non ripetersi, si fece apposita gara , sempre per altre 120 mila euro, ed il servizio fu affidato a ditta che al momento della aggiudicazione della gara risultava non essere in possesso della regolare certificazione per effettuare quel servizio. Crediamo proprio che sia giunto il tempo di fare chiarezza su tutto. C’è un altro aspetto che non si può sottacere ed è quello relativo al modo di differenziare l’umido in città; I comuni lucani, quelli virtuosi, avviano il loro umido al centro di compostaggio di Laterza e producono compost verde, buono come fertilizzante; il nostro umido non è accettato perchè è di qualità scadente e serve per produrre F.O.S. ovvero composto grigio e va in discarica.
Città Plurale-Matera – Pio Abiusi
questo è gravissimo e urge un’accurata indagine della magistratura… bisogna fermarli prima che sia troppo tardi
e già!
state boni.!!!!!!!!!!!
Adesso si segue lo spoglio
dobbiamo scalzare via la piovra clientelare e mafiosa che ha spadroneggiato per decenni a Matera e nel resto della Basilicata
La mafia non è solo quella con la lupara è anche quella che si cela dietro connivenze politiche-affaristiche e tecnicismi burocratici, con il beneplacido degli enti preposti al controllo (sempre a loro volta controllate dalla politica; vedasi anche gestione Fenice). Da questo desolante quadro l’unica che ci potrà salvare è la magistratura, sempre che non venga fermata dai soliti cavilli.
A noi cittadini e a chi è un pò più addentrato in materia, vedasi il cittadino Pio Abiusi, il coraggio di denunciare e pretendere più chiarezza, perchè ormai la scellerata gestione della discarica della Martella non ammorba solo il borgo, ormai ha invaso anche il Palazzo di Città, il percolato abbonda anche lì.
Per quanto riguarda la raccolta differenziata siamo seri nelle proposte e soprattutto più controlli sui cittadini in primis e anche sulla ditta appaltatrice, vale il discorso fatto prima sulla mafia.