Filippo Massaro, Csail-Indignati Lucani ritorna ad occuparsi di rifiuti e ambiente in Val d’Agri. Di seguito la nota integrale.
Non so se il vecchio detto popolare “l’unione fa la forza” possa bastare per i Comuni della Val d’Agri che continuano a gestire i fondi del PO Val d’Agri (vale a dire le briciole delle royalties) sotto la stretta tutela vigilata di una Giunta Regionale che dovrebbe lasciare alla nuova compiti di programmazione più ampia dell’ordinaria per realizzare concretamente quella “svolta” annunciata dal nuovo Governatore è il messaggio che il presidente del Csail-Indignati Lucani Filippo Massaro indica al neo Governatore Pittella. La realtà che vivono le comunità del comprensorio petrolifero è che a fronte di tasse comunali sempre più esose i servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani sono fortemente inadeguati soprattutto nelle aree e contrade rurali sparse sul territorio. Per non parlare dei rifiuti speciali di lavorazioni industriali o derivanti da attività petrolifere. Allo stato dunque – continua Massaro – dobbiamo limitarci a prendere atto di un ennesimo progetto che ha l’ambizione, sulla carta, di pensare ad una “qualità ambientale a 360 gradi” – evidentemente sinora per ammissione degli stessi sindaci affrontata a 45 gradi – senza però uno straccio di autocritica sui ritardi e le responsabilità per la mancata gestione comprensoriale della frazione organica e secca e sui motivi dell’assenza di impianti tecnologicamente avanzati per l’ottimizzazione dello smaltimento. Sul piano del metodo – evidenzia Massaro – ribadiamo la critica di fondo: sarebbe ora che i sindaci ragionassero con la propria testa e potendo contare su royalties che spettano ai 32 comuni beneficiari delle provvidenze assicurate dal P.O. Val d’Agri , epurate da quelle rastrellate per altri scopi (sperpero per interventi demagogici, ripiano sanità, Università, contributi a Potenza e a Matera, Vie Blu, Copes, ecc.) invece di farsi imporre proposte del tipo “prendere o lasciare” dalla Giunta, lavorassero per progetti autoctoni nell’interesse delle rispettive comunità e, perché no, dell’incremento dell’occupazione nel settore dell’ambiente. Nessuno disconosce che “l’unione fa la forza” almeno il risultato della riduzione dei costi lo dovrebbe raggiungere. Solo che si può osare di più perché l’ambiente, il territorio e con essi la salute dei cittadini in Val d’Agri sono sotto il costante e vergognoso “attacco” delle attività petrolifere e pertanto necessitano di attenzioni politiche, strumenti operativi e finanziamenti diversi rispetto ad altre aree della regione.
Siamo di fronte – conclude Massaro – all’ennesimo caso di inefficienza e incapacità dell’Area Programma Val d’Agri voluta per sostituire le vecchie Comunità Montane del comprensorio e rimaste a metà strada tra ente di inutile e semplice rappresentanza ed organismo di governo dei problemi del territorio.