I numerosi e sostanziali rilievi mossi dall’Ufficio ispettivo del Ministero Economia e Finanze sulla gestione dell’Ente Parco Appennino Lucano non consentono ulteriori indugi e quindil’Ente va rapidamente commissariato. A sostenerlo è il presidente di Una Nuova Italia-Basilicata Aldo Di Giacomo per il quale la difesa di ufficio assunta dalla Presidente facente funzioni Franconi nei confronti dell’attuale dirigenza amministrativa e politica non smonta in alcun modo le irregolarità contestate in ben 18 rilievi. E’ questo dunque un ulteriore caso che dimostra l’assoluta necessità – continua Di Giacomo – di realizzare in Basilicata, ad ogni livello, prima di tutto istituzionale, una svolta improntata sulla legalità e la trasparenza degli atti di gestione pubblica. Non si può sorvolare sul fatto che la Corte dei Conti ha citato in giudizio il direttore dell’Ente Parco e alcuni componenti del consiglio direttivo per presunto danno erariale relativo a vari sprechi di pubbliche risorse, tra cui la gestione della pianta organica oltre che la mancata osservanza di direttive ministeriali.
Secondo Di Giacomo il Parco avrebbe dovuto rappresentare già da tempo uno strumento di sviluppo per i territori e le comunità che convivono con le attività di petrolio ed un’opportunità di turismo. Nulla invece è accaduto nonostante ingenti risorse – tra statali, regionali e di programmazione comunitaria – siano state spese con benefici inesistenti specie se si considerano i ridotti flussi turistici in un Parco che nel Paese continua ad essere sconosciuto, sottovalutando che proprio l’eco-turismo è una possibilità di occupazione e per tenere i nostri giovani in regione.
Sottrarre la gestione e la direzione di enti strumentali e/o di programmazione per Una Nuova Italia-Basilicata resta uno degli obiettivi prioritari tenuto conto che le ultime vicende del Parco hanno solo scoperchiato una parte delle irregolarità e della cattiva amministrazione che si verificano in tanti enti, fondazioni, aziende, società a partecipazione della Regione dove è sempre prevalso il criterio delle nomine politiche.