Intensificare l’attività di studio, analisi, monitoraggio e ricerca scientifica sul rischio sismico in Val d’Agri correlato alla relazione sismicità-attività petrolifera, utilizzando istituti (Cnr e Inv), Università, già presenti in Basilicata e facendo ricorso ad altri centri e professionalità che hanno condotto analoghe ricerche in altri Paesi del mondo, a partire dal Giappone e dagli Usa: è la sollecitazione dell’Associazione Bene Comune Viggiano.
Gli eventi sismici delle ultime ore che hanno fatto seguito alle scosse precedenti, con un pesante bilancio di morti e distruzioni in comuni del Centro Italia – dice il presidente dell’Associazione Vittorio Prinzi – devono tenere alta l’attenzione delle istituzioni e della comunità scientifica in tema di prevenzione. Da studioso-storico mi sono occupato degli eventi sismici disastrosi come quello del 1857 e ancor prima del 1826, sino agli eventi più recenti del 1980 e ricordo che esiste un’ampia documentazione storico-scientifica sulla sismicità della Val d’Agri da aggiornare grazie alle nuove tecnologie. Di qui la necessità di proseguire ad indagare sul rischio sismico che coinvolge quasi l’intero territorio regionale.La Val d’Agri – evidenzia il presidente dell’Associazione – non solo è una delle aree più sismiche della penisola, come è arcinoto a seguito degli studi effettuati negli anni, ma non va sottovalutato l’impatto sul territorio derivante da produzione e ricerca di idrocarburi.
Sul piano della prevenzione quella più efficace è sicuramente la messa in sicurezza del patrimonio edilizio privato e pubblico. E’ il caso di ricordare la conclusione a cui è pervenuto di recente lo studio realizzato dall’Università della Basilicata, presentato a Trieste dal professor Angelo Masi, in occasione della 35/a Conferenza Internazionale della Società Sismologica Europea. La proposta dell’Unibassi può sintetizzare in un piano interventi per la riduzione della vulnerabilità sismica degli edifici residenziali che richiede una puntuale definizione dei costi necessari, degli importi annui d’investimento e del cronoprogramma di attuazione secondo un’ottica di programmazione che può poggiare su una dotazione finanziaria certa a condizione che sia sottratta ad altre scelte che non rispondono ad esigenze primarie. Un programma – ribadisce Prinzi – compatibile con le disponibilità derivanti dalle royalties del petrolio. Infatti la previsione dell’Unibasè di una spesa di 175 milioni di euro, attraverso un piano d’intervento sviluppato in dieci anni per mitigare il rischio sismico nei comuni della Val d’Agri , e i costi necessari alla riparazione dei danni attesi in 18 Comuni valligiani, con un’attenzione particolare ai cinque centri più direttamente coinvolti nelle estrazioni (Viggiano, Grumento Nova, Montemurro, Marsico Vetere e Marsico Nuovo).
Sempre sul piano della prevenzione – conclude la nota – si deve procedere all’aggiornamento dei Piani comunali di protezione civile in tutti i centri della Valle coinvolgendo i cittadini in esercitazioni e facendo conoscere in dettaglio i contenuti del Piano con i comportamenti da usare specie per le scuole e gli edifici pubblici. Anche il piano di protezione civile che riguarda il Centro Oli Eni di Viggiano necessita di una conoscenza diffusa tra le comunità del comprensorio e, tenuto conto dell’altissimo rischio potenziale,verificando se e cosa prevede in caso di fenomeni sismici.
Ott 31