Gianni Rosa, consigliere regionale di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, apre il dibattuto sulla vicenda dei rifiuti di Senise: “E’ la dimostrazione della politica miope del Sistema Basilicata di Pittella & C.”. Di seguito la nota integrale.
Da un lato la Regione decide di investire su un grande attrattore ‘Format spettacolare’ ovvero ‘La Magna Grecia. Il mito delle Origini” e dall’altro finanzia con quasi 8,5 milioni di euro l’opificio per la realizzazione di CSS per la lavorazione dei rifiuti. Il tutto da realizzare sulle rive della diga di Montecotugno.
Turismo e rifiuti sembrano essere il destino che la politica lucana vuole dare alla comunità di Senise. Evidentemente, però, le questioni sono inconciliabili. Quale prenderà il sopravvento?
L’opificio, che potenzialmente potrebbe trattare 1.000 tonnellate al giorno di rifiuti, contro le peculiarità del territorio, che si base sull’agricoltura e su i suoi prodotti, in primis il peperone di Senise “igp” a indicazione geografica protetta. Schizofrenia politica che ha come fine ultimo violentare un territorio chiudendo la bocca ai cittadini con qualche briciola sul turismo.
Non possiamo che contrapporci a decisioni di questo genere e sostenere l’azione dei comitati dei cittadini di Senise che chiedono da mesi il blocco del progetto legato ai rifiuti incontrando l’ostracismo dell’amministrazione comunale e degli stessi uffici regionali che si nascondono dietro uno psedo segreto industriale di fronte alle richieste, da parte dei comitati, di visionare i fascicoli.
Poco importa ora, perché i documenti, ieri sera, durante l’incontro con le delegazioni dei comitati che si trovano a lottare contro la questione rifiuti nel sud della Basilicata, sono stati resi pubblici da noi che siamo convinti che la trasparenza rimane la forza della democrazia.
Chiaramente Senise è vittima della politica scellerata dei rifiuti messa in campo in Basilicata in tutti questi anni, con un piano rifiuti del 2001 rimasto sostanzialmente sulla carta e con il suo aggiornamento ancora fermo nelle stanze di Viale Verrastro nonostante la legge imponesse alla Regione la scadenza del 31/12/2013.
Ci pare chiara la strategia regionale, stare fermi finché una serie di privati non completino l’iter autorizzativo per tutta una serie di impiantistica da creare sul territorio per poi disegnare un piano rifiuti rispetto all’esistente creatosi.
Assoggettare quindi i Lucani a “privati” che la politica asseconda con gli investimenti rinunciando esplicitamemte ad essere protagonista. Poco importa alla politica del Pd se i costi di questo sistema ricadranno, così come accade oggi, sulle tariffe che sono pagate dai lucani.
Ci chiediamo, però, il business dei rifiuti quali tasche arricchisce?