Sblocca Energia, la dichiarazione del presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella.
Sono molti i messaggi giunti in queste ore da coloro i quali, ciascuno per proprio ruolo e competenza, sentono di voler contribuire con proposte e suggerimenti alla “causa lucana’. E ritengo in qualità di Presidente di una coalizione ma soprattutto di un’intera comunità, di dover e voler interpretare il pensiero di tutti, anche quello delle stesse opposizioni.
Ma affido, però, alla comprensione dei cittadini la scelta di un comportamento istituzionale incentrato sulla sobrietà e sul rispetto dei ruoli, in attesa di conoscere il testo ufficiale dello Sblocca Italia. Attesa trascorsa in un lavoro incessante degli uffici di presidenza, impegnati a cercare le soluzioni più rapide e a presentare i correttivi più utili al testo.
Ho suggerito fin da subito, e imposto soprattutto a me stesso, compostezza, evitando di dar seguito ad impeto e fretta nei giudizi e nelle interpretazioni di notizie giunte ancora in forma troppo frammentaria. Ma nè al sottosegretario Vicari, nè ad alcun altro è concesso affermare che la Basilicata abbia ottenuto molto e che gli accordi con la Regione siano stati rispettati. Alla luce di quanto emerso finora e che anticipa per parte nostra un giudizio di netta insoddisfazione, non mi pare che le cose stiano così. Non lo sono soprattutto per quanto riguarda le proposte sul patto di stabilità e sul Memorandum.
È evidente che la partita in gioco sia strategica per la Basilicata, per il futuro e la programmazione regionale, per la crescita e lo sviluppo di intere comunità, e per questo tutte le azioni che la Regione intenderà avviare saranno oggetto di concertazione e dibattito immediatamente dopo aver letto il testo definitivo del decreto.
Nel frattempo, mentre in molti si affannano in queste ore a diffondere note stampa e ad affollare bacheche social, io nella responsabilità del mio ruolo e nel rispetto dei rappresentanti del governo nazionale con i quali sono in contatto, sto lavorando affinché si portino a casa i risultati migliori.
“Tenere fuori le royalties del petrolio dal Patto di stabilità è una necessità, nessuno avrebbe mai pensato all’ignobile ipoteca sul futuro dei lucani partorita dal governo Renzi.”
Il presidente Franco Stella è indignato e, soprattutto, preoccupato per quanto sembra definire lo Sblocca Energia: “In base alle notizie trapelate fino a questo momento non sembrano esserci grossi margine di errore: le risorse che in due decenni non hanno portato reali benefici alla Basilicata diventeranno materia dello Stato. Il percorso della Riforma del Titolo V è avviato e occorre che le istituzioni facciano fronte comune per riportare in capo a questo territorio la prerogativa di decidere del proprio futuro.”
“È evidente che la situazione internazionale impone un ripensamento della politica energetica nazionale e un rafforzamento del principio di autonomia dell’Italia, ma in ogni paese democratico – sottolinea Stella – il progresso si costruisce con il dialogo non attraverso l’imposizione di decisioni calate dell’alto. Il rischio di una politica autoreferenziale incapace di costruire scelte condivise è altissimo. Questa è una regione che ha dato tanto e sta dando tanto, il rispetto e la responsabilità nei confronti dei cittadini, della loro salute, della loro dignità devono rappresentare il vincolo all’attuazione di qualsiasi decisione governativa che, lo ribadisco, non può prescindere da una condivisione con il territorio. Non vogliamo avviare una campagna mediatica denigratoria, ma è nostro dovere morale e istituzionale mantenere alta l’attenzione su temi di vitale importanza per lo sviluppo di tutta la Basilicata.”
Come è stato già evidenziato in queste ore il problema rimane la governance della questione, “occorre definire strategie attive e non passive, tenere lontane sterili polemiche, interne ed esterne, certo, ma dobbiamo anche essere in grado di abbandonare logiche partitiche che sacrificano gli interessi dei propri territori. Perché la nostra regione ha il petrolio e l’agenda del cosa fare dobbiamo dettarla noi.”
Sblocca energia non piace a Benedetto (CD), Napoli (Forza Italia), Rosa (Fratelli d’Italia), Latronico (Forza Italia), Vaccaro (UIL), Cantisani (IDV), UGL, OLA.
Nicola Benedetto, capogruppo Centro Democratico Consiglio Regionale, in una nota contesta il decreto Sblocca energia di Renzi e sollecita un consiglio regionale straoridnario per controffensiva.
Il Governo Renzi con il cosiddetto “sblocca energia” umilia le popolazioni lucane pendendole in giro, contrabbandando per atto di generosità l’elemosina della deroga al Patto di Stabilità per le royalties, solo per i prossimi tre anni ed esclusivamente per le risorse derivanti dalla parte di incremento dell’estrazione. E’ un provvedimento che, non può in alcun modo soddisfarci e va rispedito al mittente. Al Governatore Pittella non resta che prendere atto della profonda frattura consumata dal Governo Renzi nei confronti della Regione e delle comunità regionali e concordare con il Presidente Lacorazza la convocazione urgente di una seduta straordinaria del Consiglio Regionale per decidere la controffensiva politico-istituzionale. Al punto in cui siamo arrivati per il “ricatto” del Governo (producete più petrolio e vi liberiamo qualche milione del Patto di Stabilità, ma dimenticatevi del passato e quindi delle risorse congelate da anni) non ci possono essere più mezze misure o atteggiamenti ambigui. Come ho proposto da tempo, l’unico autentico e utile atto di coraggio da compiere è lo sforamento del Patto di Stabilità, in maniera e con gli strumenti autonomi di cui disponiamo. E’ la stessa operazione che il precedente Presidente De Filippo avrebbe voluto fare, con il nostro più convinto sostegno, nella scorsa legislatura e che è rimasta inattuata. Aggrapparsi alla legge approvata di recente in Consiglio solo perché il Governo non l’ha ancora impugnata, ma ha tutto il tempo per farlo, come unica speranza per rivendicare dal Governo misure di alleggerimento del Patto non porta alcun risultato. Mi aspetto del resto dal Governatore un atteggiamento coerente a quanto dichiarato negli incontri pubblici di quest’estate sull’intenzione di chiamare i cittadini alla mobilitazione popolare contro il Governo amico che sempre nello “sblocca energia” con l’introduzione di un titolo concessorio unico, comprensivo delle attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi, ha avocato a sé ogni competenza e potere, anticipando l’attuazione della riforma del Titolo V in materia energetica e di fatto espropriandoci di ogni funzione persino di tutela ambientale.
Sblocca energia: Carmine Vaccaro, segretario regionale UIL: Renzi affama la Basilicata.
Renzi affama la Basilicata perché con lo “sblocca energia” non dà l’unica risposta possibile alle richieste del Governatore, della Regione, dei sindacati e degli imprenditori: liberare dal Patto di Stabilità subito e tutte le royalties del petrolio. Queste risorse sono oggi le uniche in grado di fronteggiare un’emergenza sociale, produttiva, occupazionale e civile che è fotografata in troppi primati negativi della Basilicata: le condizioni di povertà delle famiglie, l’incremento della disoccupazione (specie giovanile e femminile) come riferisce oggi l’Istat, la sofferenza delle piccole e medie imprese, la fragilità di infrastrutture non solo viarie ma indispensabili alla qualità della vita dei cittadini. Anche per questo abbiamo chiesto – tutti insieme, Regione, sindacati, partiti – senza essere ascoltati di cambiare il meccanismo di erogazione della card carburante per privilegiare il welfare sociale prevedendo, tra l’altro, la trasformazione della card in buoni per la spesa alimentare di famiglie e pensionati con l’effetto di rilanciare i consumi nei piccoli negozi che rischiano di abbassare la saracinesca. Nelle scelte del provvedimento governativo cogliamo inoltre una profonda insensibilità sociale da parte di chi pure a parole aveva annunciato una rinnovata attenzione per gli ultimi, purtroppo limitata al bonus di 80 euro e non per tutti (l’esclusione dei pensionati pesa come gravissima ingiustizia). Un nuovo grido di disperazione, proprio oggi, viene da uno degli oltre 2600 capifamiglia costretti a vivere di mobilità in deroga senza riuscire a mettere in tavola un pasto quotidiano per la propria famiglia e per farsi ascoltare annuncia lo sciopero della fame. I nostri esponenti di governo nazionale, i parlamentari, i politici della regione non possono far finta di niente. Ci aspettiamo che dopo lo “sblocca energia” facciano sentire la loro voce e costruiscano con il sindacato, le associazioni di imprese una forte iniziativa per convincere Renzi a ritornare indietro nei suoi passi.
Carmine Vaccaro, segretario regionale UIL
NAPOLI (FI): INSODDISFACENTI CONTENUTI “SBLOCCA ENERGIA”
Michele Napoli, capogruppo Forza Italia Consiglio Regionale
Le cosiddette “ulteriori norme finalizzate a ottimizzare lo sviluppo delle attività estrattive all’interno del territorio nazionale” che riguardano la Basilicata, contenute nel provvedimento del Governo Renzi battezzato “sblocca energia”, per le informazioni sinora disponibili, non sono soddisfacenti soprattutto perché non sbloccano le royalties del petrolio. L’unico elemento invece positivo è l’accoglimento, da parte del Governo, della nostra tesi di escludere, a partire dal prossimo triennio, dai vincoli del patto le spese sostenute per la realizzazione di interventi di crescita economica e di miglioramento ambientale, comunque compatibili con le politiche di sviluppo nazionali e con la normativa generale del settore. Per il futuro è dunque prevalsa la nostra visione, affermata nella legge della Regione, vale a dire la possibilità di utilizzare le royalties solo ed unicamente in conto capitale, ovvero per investimenti e non per spesa corrente o per interventi riconducibili alla mera gestione ordinaria. Ma avevo messo in guardia il Governatore e tutti i consiglieri regionali ad attrezzarci ad affrontare quella che mi sembrava una prevedibile contromisura del Governo che continua a caratterizzarsi per un’interlocuzione con la Regione ancora insufficiente ed inadeguata. Si tratta adesso di valutare gli effetti del provvedimento governativo in materia energetica come negli altri settori di intervento a partire dalle opere pubbliche per verificarne le ricadute per la Basilicata. Una cosa è certa: si rafforza l’attualità della mia proposta in tema di utilizzo delle royalties petrolifere che, in sintesi, consiste nell’utilizzare le risorse per creare una banca regionale che garantisca investimenti in settori fondamentali per lo sviluppo regionale quali infrastrutture, ricerca, innovazione, export e ambiente. Una banca che deve promuovere, attraverso i finanziamenti, le attività delle imprese rivolte ai settori produttivi. In sostanza, queste attività sono finanziate dalla Regione, attraverso la banca, senza tuttavia comparire nel bilancio regionale (l’espediente è stato suggerito anche e soprattutto al fine di eludere i vincoli del patto di stabilità) dal momento che formalmente sono garantite da un nuovo soggetto di diritto, che opererà sul mercato alla stregua degli altri operatori privati e quindi delle altre banche, potendo incrementare il proprio capitale sociale attraverso normali operazioni di emissione di azioni ed obbligazioni da collocare appunto sul mercato”.
Sblocca energia, nota di Gianni Rosa, consigliere regionale Fratelli d’Italia Alleanza Nazionale
Pensano di comprarci! Renzi pensa di poter acquistare la salute, il lavoro, il territorio dei Lucani con un contentino, come ha fatto prima delle europee con gli 80 euro, l’ennesimo flop di questo Governo.
Volete usare le royalties del petrolio al di fuori del vincolo imposto dal patto di stabilità? Fatevi trivellare!
Un ricatto al quale le istituzioni non possono rimanere indifferenti.
Renzi inizia a tappare la bocca ai Lucani sulla questione petrolio, trasferendo a Roma i procedimenti per le valutazioni di impatto ambientale. Un primo passo verso la gestione a livello centrale della materia energia, verso l’imposizione sul chi, come e dove si dovrà trivellare. E soprattutto sul quanto.
Spremerci come limoni, ricattandoci, promettendo maggiori risorse che dovrebbero aiutare lo sviluppo della nostra Regione ma solo se vi fate martoriare di più! E la Basilicata muore.
Il petrolio non ci ha giovato in vent’anni di estrazioni e ora ci voglio far credere che potrà farlo nei prossimi venti.
Mentono sapendo di mentire, ci prendono in giro e ci chiedono anche di essere contenti.
La nota pubblicata da alcuni giornali dei responsabili dell’associazione dei disoccupati di Viggiano smentisce tutti. A cominciare dal Presidente Pittella.
Quale sviluppo, quale benessere? Quali posti di lavoro? Per gli altri forse, ma non per i Lucani!
Questa mossa di Renzi ci vede ancora più determinati nel portare avanti le nostre proposte di legge sul petrolio.
Il ricatto del Governo sulle royalties e sulle nuove estrazioni, se dovesse realizzarsi così come prospettato, ci vedrà in prima linea, non al fianco dei Lucani, ma come Lucani!
Sblocca energia, nota di Latronico (Forza Italia)
“La Basilicata ha bisogno di atti e decisioni concrete. Il suo potenziale energetico e’ già una risorsa che da più di un decennio utilizza il Paese per i suoi fabbisogni energetici. Si tratta di dare corso alle previsioni legislative ed agli atti di programmazione già esistenti”. Lo ha dichiarato l’on. Cosimo Latronico (FI), componente della Commissione Bilancio della Camera. “L’art 16 del dl liberalizzazione le compendiava tutte fissando un principio cardine e nuovo nella legislazione: che una quota delle risorse fiscali ricavate dal petrolio lucano andasse destinato ad un fondo permanente per lo sviluppo della Basilicata. E lo stesso memorandum sottoscritto dal governo Berlusconi e dalla Regione che contemplava misure sistematiche e di largo spettro per sostenere le esigenze di tutela ambientale e di sviluppo produttivo ed infrastrutturale della regione. A quegli impegni bisogna che Renzi dia corso, il resto sono giochi di prestigio, come quello di cancellare la carta carburante , o di allentare il patto di stabilità unicamente per le risorse connesse agli incrementi di produzione petrolifera. Se fosse solo queste le norme incluse nel decreto ‘sblocca Italia’, si tratterebbe di un raggiro intollerabile da parte dei lucani che hanno dato tanto ed ottenuto poco in termini di sviluppo e di natura ambientale. In Parlamento non mancherà su questo tema la battaglia del gruppo parlamentare di Forza Italia per difendere gli interessi dei lucani”.
Gianni Rosa, consigliere regionale Fratelli d’Italia Alleanza Nazionale
Ola: “Lo “sblocca Italia” delle trivelle di Renzi condanna la Basilicata”
guidipittellarenziEra nell’aria: il decreto legge “sblocca Italia” presentato ieri alla stampa, per quanto riguarda le attività petrolifere, riporterebbe tutte le “nuove” competenze in materia di trivelle a Roma, anticipando così quanto previsto dalla riforma del Titolo V della Costituzione che sancirà definitivamente il “principio” del preminente interesse nazionale in materia concorrente e di energia.
AUTORIZZAZIONI UNICHE PER TRIVELLE IN CAPO AI MINISTERI E NON PIU’ ALLA REGIONE
Sarà il Ministero dell’Ambiente d’intesa con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, così come già avviene per le “trivelle in mare”e non più la Regione Basilicata, a rilasciare le autorizzazioni per nuove attività petrolifere sul territorio lucano. Una decisione questa che ha messo in subbuglio gli uffici di via Verrastro a Potenza convocati dal governatore Pittella per chiarire gli effetti delle decisioni governative. Una decisione, quella del governo nazionale, già anticipata nei giorni scorsi dal Ministro dell’ambiente, Galletti, al meeting di Rimini.
INTANTO IN VIA VERRASTRO…
In Via Verrastro, nel palazzo della Regione a Potenza, ieri il governatore Marcello Pittella ha convocato gli stati generali e gli uffici per fare il punto degli effetti delle decisioni governative, già definite “deludenti” per la Basilicata. Oggi alcuni giornali locali, ben informati, descrivono una scena già vista, allorquando l’attuale presidente della Regione Basilicata ha minacciato di ricorrere alla protesta eclatante a Roma, sulle orme del suo predecessore, Vito De Filippo, attuale sottosegretario alla Sanità. De Filippo – lo ricordiano – minacciò di rispondere al governo con i carri armati, nel caso si fosse attuato l’esproprio della sovranità “federalista” della Basilicata in tema di autorizzazioni regionali sugli idrocarburi (VIA – Valutazione di Impatto Ambientale). Furono però solo minacce, quelle dell’ex governatore De Filippo, così come gli effetti della cosiddetta “moratoria petrolifera” bluff bocciata dal governo e dalla Corte Costituzionale !.
MA COSA PREVEDE LO “SBLOCCA ITALIA”?
Ma cosa prevederebbe in concreto il decreto “sblocca Italia” in materia di trivelle ed energia ? (per non parlare di incenerimento di rifiuti e aiutorizzazioni ambientali sui quali la Ola ritornerà con proprie considerazioni).Al di là delle versioni più o meno fedeli dei contenuti del D.L “sblocca Italia” fatte dai giornali locali o di alcuni esponenti nazionali “pentastellati” in cerca di visibilità politica in Basilicata, vale per il momento affidarsi alla versione ufficiale della Presidenza del Consiglio che oggi sulle questioni petrolifere scrive in un dispaccio la parte che riguarda il petrolio, il gas e l’energia:
“SBLOCCA ENERGIA” IL COMUNICATO DEL GOVERNO”
Infrastrutture Energetiche Strategiche.
Si interviene con una serie di misure che riconoscono la natura strategica delle infrastrutture di importazione, trasformazione e stoccaggio del gas. Tali opere, consentendo al Governo di procedere nel rispetto del riparto di competenze tra Stato e Regioni previsto dalla Costituzione e alla luce degli obiettivi posti dalla Strategia Energetica Nazionale (ndr autorizzazione in capo ai ministeri e non più alle Regioni).
Semplificazione Idrocarburi.
Oltre alle norme sulla realizzazione di infrastrutture necessarie per aumentare e differenziare i canali di approvvigionamento dall’estero, si è proceduto anche rispetto alla valorizzazione dei non trascurabili giacimenti di idrocarburi presenti sul territorio nazionale, sbloccando cospicui investimenti (ipotizzabili in 15 miliardi di euro). Si è quindi proceduto a riconoscere il carattere strategico delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e quelle di stoccaggio sotterraneo di gas naturale, delineando quindi procedure chiare ma commisurate alla natura di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità (ndr autorizzazioni in capo ai ministeri e non più alle Regioni). In particolare, si è prevista l’introduzione di un titolo concessorio unico, comprensivo delle attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi, rilasciato (ndr: dai ministeri Ambiente e Beni Culturali ed Ambientali) a seguito di una approfondita valutazione del richiedente, nel rispetto del principio di leale collaborazione con i diversi livelli territoriali, nonché del principio costituzionale di tutela dell’ambiente.
Basilicata.
Ulteriori norme finalizzate a ottimizzare lo sviluppo delle attività estrattive all’interno del territorio nazionale riguardano la Basilicata, che costituisce una risorsa strategica per il Paese e per la Strategia Energetica Nazionale. Le misure inserite nello “Sblocca Italia” consentiranno di intervenire a correzione di un paradosso: una Regione le cui risorse di idrocarburi potrebbero soddisfare il 10% del fabbisogno nazionale versa in una condizione di difficoltà derivante anche dai vincoli del patto di stabilità interno. La deroga a quest’ultimo, triennale e relativa alle risorse derivanti dalla parte incrementale ottenuta dalle produzioni in loco, esclude dai vincoli del patto le spese sostenute per la realizzazione di interventi di crescita economica e di miglioramento ambientale, comunque compatibili con le politiche di sviluppo nazionali e con la normativa generale del settore.
RISOLUZIONE PETROLIFERA? E’ FALLITA !
In attesa di comunicati ufficiali della Regione Basilicata che auspichiamo non mistifichino ancora una volta “i risultati” dello “sblocca Italia”, c’è oggi il comunicato ufficiale del Governo. Nella logica del presidente della regione Basilicata riassumibile “io ti do il petrolio e tu mi dai i soldi” sul piatto della bilancia vi sono solo promesse di opere infrastrutturali, finanziabili da un fondo unico presso il Ministero dello Sviluppo Economico ed un programma futuro da redigere ed approvare a seguito di intese con tutti i presidenti delle regioni interessate (ex memorandum). I fondi derivano dal trasferimento dell’ IRAP pagata dalle compagnie petrolifere, pari al 10% (dal 7%, passerebbe al 10% con un incremento del 3%). Fondo che dovrebbe finanziare anche l’ex card carburante.
ADDIO ANCHE ALLA CARD CARBURANTI
Una card che perderebbe la definizione di “bonus idrocarburi” ed assumerebbe valenza di “contentino” per la “coesione sociale” nei territori dove si estraggono idrocarburi. Insomma una sorta di “tanica” di benzina regalata ai poveri della Basilicata per un solo triennio che, secondo Renzi & e compagni, sarebbe una sorta di regalo alla Basilicata, sacrificata in nome dell’interesse strategico nazionale della SEN (Strategia Energetica Nazionale).
E IL PATTO DI STABILITA’ LUCANO CON LE ROYALTIES DEL PETROLIO?
In quanto al cosiddetto “patto di stabilità” ovvero i fondi da “sbloccare” derivanti dalle royalties per comuni “petrolizzati” e per la Regione, riguarderebbe solo la Regione e non i comuni. Sarebbe possibile “derogare” il patto di stabilità solo per tre anni (2015-2016, 2017) e nei “limiti di prodotto relative alle produzioni incrementali rispetto all’anno corrente e realizzate negli anni 2014, 2015 e 2016″. In parole povere “briciole” nel piatto di lenticchie del petrolio lucano. Sempre che il governo non decida di impugnare anche la legge regionale in materia di patto di stabilità. Alla luce di queste considerazioni ci chiediamo: è valso la pena per il consiglio regionale, con l’astensione dei consiglieri del M5S, approvare la “cambiale in bianco” al governatore Pittella della “risoluzione petrolifera”?. E’ valso la pena per i senatori lucani votare SI, con il solo voto del rappresentante di SEL e l’astensione fuori dall’aula del M5S la revisione del Titolo V in Senato?
E’ INIZIATO UN NUOVO ATTACCO AL TERRITORIO DELLA BASILICATA
Un fatto è certo, è iniziato un nuovo attacco all’ambiente, al territorio ed alla salute delle comunità della Basilicata che nei prossimi mesi vedrà “sbloccati” altri permessi di ricerca, oltre al raddoppio delle estrazioni nelle aree delle concessioni, ivi compresi gli stoccaggi del gas. Una regione alla quale non resta che prendere in mano direttamente le sorti del proprio futuro riconsiderando la delega in bianco data a quanti hanno svenduto ancora una volta in nome del denaro, del profitto e delle poltrone, la dignità e il territorio Lucano.
Sblocca Energia, nota di Maria Luisa Cantisani, segretaria IdV Basilicata: per bloccare lo sblocca energie costruire alleanze con Regione e Comitati Puglia.
Una pregiudiziale politica e al tempo stesso istituzionale: il provvedimento del Governo in materia di energia limita notevolmente i poteri delle Regioni e delle Autonomie locali, realizzando un nuovo centralismo statalista con l’aggravante che si riferisce a scelte di forte impatto sui territori, sulle loro attività e sulla vita dei cittadini. In termini più semplici lo “sblocca energia” è quel disco verde che le compagnie petrolifere attendevano da tempo per trivellare la Basilicata e al quale ci siamo opposti tenacemente e continueremo a farlo. A questa motivazione di netta contrarietà se ne aggiungono almeno altre due: non si accoglie l’unanime rivendicazione di scongelare le royalties estromettendole dal Patto di Stabilità; non si intravedono concretamente quei benefici diretti ed indiretti che sono indispensabili a modificare la diffusa convinzione popolare della “rapina” fino a ieri solo ad opera delle società di idrocarburi e da oggi anche dello Stato. Che fare? Per Italia dei Valori diventa strategico cercare alleanze con la Regione Puglia e il popolo pugliese che è contrario alla Tap nel Salento e a Tempa Rossa (per gli effetti su Taranto). E’ stato detto che la comunità lucana ha una voce debole, nonostante ottime presenze nel Governo Renzi e in Parlamento. Si può costruire con la Giunta Vendola e i comitati civici, popolari, ambientalisti pugliesi un fronte comune per dare più peso all’iniziativa delle due Giunte Regionali – entrambe impegnate a contrastare l’attacco centralista sui poteri in materia energetica, rivendicando più trasparenza dal Governo – e contestualmente aggregare altre Regioni e comunità locali che vivono lo stesso problema. Noi che come partito siamo già su questa strada anche in tema di tutela ambiente e salute avvieremo una fase di ascolto per favorire l’aggregazione di tutti i comitati lucani e pugliesi nella loro autonomia di azione ma nella necessaria interlocuzione con la politica e le istituzioni.
Sblocca Energia, nota Ugl
“L’Ugl si aspetta dal Governatore della Basilicata, Marcello Pittella, un atteggiamento coerente a quanto dichiarato negli incontri pubblici di quest’estate sull’intenzione di chiamare i cittadini alla mobilitazione popolare contro il Governo ‘suo amico’ che sempre nello ‘sblocca energia’ con l’introduzione di un titolo concessorio unico, comprensivo delle attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi, ha avocato a sé ogni competenza e potere, anticipando l’attuazione della riforma del Titolo V della Costituzione. Ai Lucani sia chiaro: con il Memorandum e il decreto ‘Sblocca Italia’ vogliono trasformare la Basilicata nella ‘Libia d’Italia. Ma la domanda è sempre quella: chi mai sognerebbe di ‘petrolizzare’ la Toscana come la Basilicata?”.
Lo denunciano i segretari regionali dell’Ugl Basilicata, Giovanni Tancredi e Pino Giordano per i quali, “l’Ugl Basilicata dice ancora NO a scelte imposte dall’alto. Con un vero e proprio scellerato atto criminale dei nostri senatori che hanno votato favorevolmente in Senato, hanno probabilmente dimenticato che la Basilicata rappresenta per i lucani valori identitari prim’ancora che straordinarie risorse ambientali e di importanti strumenti per la valorizzazione della nostra economia. Il Governo Renzi con il cosiddetto ‘sblocca energia’ umilia le popolazioni lucane pendendole in giro, contrabbandando per atto di generosità l’elemosina della deroga al Patto di Stabilità per le royalties, solo per i prossimi tre anni ed esclusivamente per le risorse derivanti dalla parte di incremento dell’estrazione. Renzi sta’ applicando una politica gentile ricattandoci, promettendo maggiori risorse che dovrebbero aiutare lo sviluppo della nostra Regione ma a condizione di sacrificare i lucani sempre di più nel mentre la Regione muore. Nessun giovamento ha portato il petrolio in vent’anni di estrazioni e né tanto meno ci illudano nel far credere che potrà farlo nei prossimi venti.
Caro Pittella, cari amici che avete avvallato le scelte sul memorandum, sappiate che al popolo lucano state mentono sapendo di mentire, prendendolo in giro, chiedendo anche di essere contenti.
Quale sviluppo, quale benessere? Quali posti di lavoro? Per gli altri forse, ma non per i Lucani! Diciamo basta, non è pensabile che – concludono i segretari Ugl, Tancredi e Giordano – si possa ulteriormente gravare la nostra terra di un peso che non può e non deve sostenere avendo già pagato un tributo decisivo allo sviluppo dell’intera economia nazionale”.
SBLOCCA ENERGIA: CIA, GLI AGRICOLTORI NON RESTANO A GUARDARE
Nella “partita decisiva” per la Basilicata, come la definisce il Governatore Pittella, il mondo agricolo non sta certamente alla finestra a guardare le mosse del Governo Renzi: è quanto afferma Antonio Nisi, presidente regionale della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori della Basilicata.
Siamo fortemente preoccupati – aggiunge – essenzialmente per due ordini di motivi: le compensazioni per l’attività estrattiva sono ancora impercettibili mentre su di esse puntiamo per rafforzare il sistema agro-alimentare lucano; la scelta del Governo di avocare a se ogni atto decisionale per le nuove ricerche ed estrazioni rappresenta un duro colpo d’immagine per le nostre produzioni di qualità. Lo abbiamo sostenuto negli incontri al Mise insieme alla delegazione di associazioni imprenditoriali e in Regione: l’agricoltura – dice Nisi – ha già pagato, specie in Val d’Agri e nel Sauro, un prezzo altissimo alle trivelle, proprio in comprensori che producono prodotti igp, dop, vale a dire di riconosciuta eccellenza. Le royalties del petrolio pertanto devono essere utilizzate per compensare il sacrificio degli imprenditori agricoli-zootecnici e per contribuire a realizzare la rete di trasformazione, commercializzazione e promozione del “mangiare sano mangiare lucano”. Anche per questo abbiamo sostenuto (e continueremo a farlo) la posizione del Presidente Pittella perché la Cia ha sempre considerato le royalties del petrolio un’opportunità, forse l’ultima che abbiamo insieme al nuovo Psr 2014-2020, per finanziare interventi per la tutela del territorio, a partire dal Metapontino duramente colpito da ripetuti eventi alluvionali, e da destinare ad altre aree rurali della regione, utilizzando il fondo “bonus carburante” per le emergenze da sottrarre al computo del Patto di stabilità, così come vanno sottratte al patto di stabilità le royalty petrolifere nel loro complesso e da affidare alla potestà esclusiva dell’ente regionale. Per noi – continua il presidente della Cia – è necessario sfatare un luogo comune «inutile e sbagliato» sul dualismo tra cibo ed energia che tradotto vuol dire petrolio contro agricoltura. Si tratta di produrre cibo ed energia in modo sostenibile, come occasione di sviluppo per le imprese agricole e per l’intera società. Biomasse e biogas insieme hanno i numeri e il potenziale per diventare una fonte strategica per la nuova politica energetica nazionale – evidenzia – ma rappresentano anche un’opportunità di reddito integrativa per le aziende agricole, in grado di far crescere il Pil del settore di almeno 5 punti. E, soprattutto, puntare sulle agroenergie vorrebbe dire abbassare i costi della bolletta energetica e dei carburanti e ridurre le emissioni di anidride carbonica: i costi energetici incidono tra l’8 e il 12 per cento sui costi complessivi di un’azienda agricola, a cui va aggiunta una quota tra il 6 e il 10 per cento per i carburanti. Di qui la proposta della Cia della Basilicata di esonerare le imprese agricole che finalizzano la produzione di energia verde per autoconsumo, attraverso la definizione del Piano regionale di agroenergia secondo la semplice proposta da attuare di un mini-impianto solare e/o di un mini-impianto eolico in ogni azienda. Anche piccoli impianti a biomasse legnose e gassose e di geotermia sono facilmente realizzabili nelle aree rurali e al servizio primario dell’approvvigionamento energetico delle imprese agricole-zootecniche. Per questo il Piano regionale deve puntare a favorire iniziative con produzione elettrica di media dimensione diffuse e non invasive del paesaggio e dell’ambiente, di autoconsumo e per compensazione/scambio dei fabbisogno energetici delle stesse aziende. L’obiettivo centrale per la Cia della Basilicata è l’istituzione del Distretto regionale agroenergetico. E’ questo un modo per rendere competitive e a maggiore redditività il sistema delle Pmi, specie quelle agricole.
SBLOCCA ENERGIA: NESSUNA “ALLEANZA” CON LA LOBBY OIL & GAS
Le prese di posizione da parte di esponenti di vari schieramenti politici contro il premier Matteo Renzi lasciano il tempo che trovano. La Ola (Organizzazione lucana ambientalista) invita cittadini,
comitati, associazioni e movimenti a non prestarsi ad alcuna alleanza nei confronti di quei personaggi che sono tra i responsabili della svendita della Basilicata alle coorporazioni dell’oil & gas.
Nel ricordare alle numerose memorie collettive la chiacchierata “risoluzione petrolifera”, votata in consiglio regionale il giorno 8 aprile 2014, con alcune astensioni, ad oggi è nota solo una parte del
suo contenuto, ovvero l’accentramento da parte del Governo centrale del trasferimento delle competenze in materia di nuove autorizzazioni ambientali e per la creazione di un fondo erogabile in termini di
patto di stabilità, card carburante ai poveri e imprecisate infrastrutture, senza dire però in cambio di cosa.
Una risoluzione che prevederebbe un aumento di 26.000 barili in più per la concessione Val d’Agri (Eni – Shell), e 30.000 barili in più per la concessione Gorgoglione (Total-Shell, Mitsui) per arrivare ad
un totale di 210.000 barili estratti complessivamente nelle due valli dell’Agri e del Sauro, così come il governatore lucano avrebbe dichiarato dinanzi le telecamere della Rai nazionale e regionale e
durante l’intervista del giornalista Telese a Maratea.
Tale incremento di barili estratti modificherebbe sostanzialmente, sia in termini quantitativi sia qualitativi, gli accordi stipulati rispettivamente nel 1998 (ENI – Shell – 104mila b/g) e del 2006 (Total
– Esso – Shell – 50mila b/g).
Nessun fianco da prestare, quindi, verso coloro che tentano di strumentalizzare i comitati, apostrofati da Renzi “comititini”, in una battaglia dell’ultima ora, solo per salvare “capre e cavoli”.
Questa classe dirigente che governa e fa finta di fare opposizione lungo l’Appia antica si occupi dell’ordinaria amministrazione e lasci ai cittadini decidere le sorti di questa regione, perchè gli impatti
ambientali, sociali e sulla salute derivanti dalle nuove e future autorizzazioni petrolifere e che riguarderanno l’intero territorio della Basilicata da oggi giungeranno da Roma e non da Potenza.
Esse potrebbero mettere fine ad ogni spirito di sopravvivenza di una terra già martoriata dalle trivelle di un passato non troppo lontano.
DECRETO SBLOCCA ENERGIA, DONATO RAMUNNO DIRIGENTE NAZIONALE FRATELLI D’ITALIA AN:
“I LUCANI ESISTONO”.
La misura è stracolma. La Basilicata non può più accettare supinamente le scelte di un governo scellerato e del suo reggente Matteo Renzi.
Aumento delle estrazioni, la cui decisione è ad esclusivo appannaggio di Renzi, scorporo dal patto di stabilità solo delle royalties rinvenenti dalla maggiorazione delle estrazioni e per finire, per quanto sia una elemosina e una scelta che non condividiamo nel modo e nel merito, soppressione della Card carburanti. Questo nella sostanza è quanto contenuto nel decreto sblocca Italia, varato in un giorno di fine agosto, tra un gelato e una barzelletta, specchio di una Italia vinta dalla decadenza.
Una vera e propria rapina di stato, oltre ad essere un sopruso e una sopraffazione.
La Basilicata questa volta non può accettare inerme ed immobile queste decisioni che penalizzano fortemente la nostra terra e che la umiliano. Non invoco rivolte o sommosse popolari, quelle ancora no. Invoco che la politica, quella che conta, quella che si aggira nei palazzi romani, svolga il suo ruolo. La politica ha un senso nella misura in cui riesce a produrre benessere diffuso. La politica ha un senso se riesce a tutelare gli interessi della terra e del popolo che rappresenta. Al contrario è politica per la politica; è qualcosa che rappresenta solo se stessa, tutelando interessi particolari: quelli di chi ne fa parte attivamente, producendo benessere per pochi eletti.
È arrivato il giorno in cui dalle belle parole bisogna passare ai fatti. Siamo di fronte ad un processo che non è più reversibile. L’onorevole Speranza, è capogruppo del PD alla camera dei deputati. Vito De Filippo è viceministro, insieme a Bubbico. E poi Gianni Pittella a Bruxelles e gli altri tanti parlamentari lucani di ogni colore. È arrivato il giorno di dimostrare ai lucani quello che valete, il vostro peso politico, la vostra volontà e determinazione.
Noi di Fratelli d’Italia siamo stato lungimiranti. Purtroppo avevamo previsto tutto e ci siamo subito attivati, concretizzando le nostre idee sul petrolio in una proposta di legge presentata al governo regionale.
Siamo scesi nelle piazze, per sensibilizzare le coscienze dei lucani e raccogliere le loro sottoscrizioni per dare forza alle nostre idee, tra le quali quella di impedire nuove estrazioni per i prossimi dieci anni e di innalzare le royalties al 25%.
Ora tocca ai politici dell’altra parte dimostrare come vogliono tutelare la nostra regione.
Il nostro Rocco Papaleo dice la “Basilicata esiste”. È vero esiste. Se ne è accorto pure Matteo Renzi. Esiste eccome, pure col suo petrolio.
Per questo noi invece rispondiamo a Matteo Renzi e Rocco Papaleo:
I LUCANI ESISTONO!
PETROLIO IN BASILICATA, RAMPELLI (FDI-AN): DL SBLOCCA-ITALIA AUMENTARE LE ROYALITIES ATTIVITA’ ESTRATTIVE PETROLIFERE SU IMPIANTI ESISTENTI
“Renzi continua a penalizzare i lucani e a impedire alla Basilicata di sfruttare al massimo la ricchezza prodotta dalle estrazioni petrolifere locali e così facendo penalizza anche la produzione italiana complessiva di idrocarburi”.
È quanto denuncia il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli a commento delle disposizioni contenute per la Basilicata sul dl Sblocca Italia, ancora non pubblicato.
“La Lucania – ha precisato Rampelli- produce l’80% del petrolio italiano, realizzando 100mila barili al giorno. Ma i benefici sono solo per pochi noti. A fronte di quasi tre miliardi di fatturato nel 2013, le royalties versate alla Regione Basilicata sono state di 158milioni di euro annui nel 2013, corrispondenti a circa il sette per cento a barile, pur a fronte dei notevoli guadagni realizzati dalle società petrolifere. Una situazione non convincente, soprattutto se si considera che queste scarse risorse non sono state utilizzate per creare sviluppo e lavoro ma marchette e clientele”.
“Con il dl sblocca Italia Renzi si mette sl servizio delle compagnie petrolifere visto che intenderebbe aumentare le royalities ma soltanto per le attività petrolifere future. Quelle attuali, da cui sgorgano barili di petrolio ogni giorno, non saranno incredibilmente conteggiate. Sviluppo, infrastrutture e occupazione possono attendere. La priorità è l’aumento delle royalities dal 10 al 25%, il pagamento dei diritti anche da parte degli impianti più piccoli e l’apertura in Basilicata della sede dell’ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse. Obbligo e non facoltà di controllo trimestrale da parte dell’Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse. Si tratta di richieste contenute nella proposta di legge presentata dal gruppo regionale di Fdi-An che si sta impegnando anche nella raccolta di firme per una pdl nazionale al quale va tutto il nostro sostegno. Se c’è la sollevazione dei territori dove sono in previsioni indagini ricognitive per le estrazioni è anche per questo atteggiamento miope e arrogante del governo centrale”.
on.le Fabio Rampelli, capogruppo FDI AN Camera Deputati
SBLOCCA ENERGIA, DC-LIBERTAS: PRIMA DELLA PROTESTA TENTARE OGNI FORMA DI MEDIAZIONE
Il coinvolgimento delle Regioni Basilicata e Sicilia in merito alla Strategia Energetica Nazionale valorizzando le stesse Regioni sul Patto di Stabilità a cui ha fatto riferimento oggi il Premier Renzi se proprio non può interpretarsi come una novità è senza dubbio lo “spiraglio” da non chiudere frettolosamente per riaprire il confronto politico-istituzionale in tema di royalties ed estrazioni in Basilicata. A sostenerlo è il segretario regionale della DC-Libertas Giuseppe Potenza per il quale l’atteggiamento prudente e responsabile assunto dal Governatore Pittella non va bollato aprioristicamente come atto di debolezza. E’ troppo facile fare polemiche e alzando i toni demagogici e populisti soffiare sul fuoco del malcontento generale. E’ decisamente più difficile – aggiunge Potenza – mettere su una linea che punti a strappare qualche risultato partendo da un dato di fatto che non possiamo contrastare in alcun modo: il Governo mira a estrarre 24 milioni di barili di greggio all’anno entro il 2020, il doppio degli idrocarburi estratti oggi in Italia. Non si sottovaluti – dice il segretario DC-Libertas – che le nuove norme contenute nel decreto sblocca Italia dovrebbero attirare investimenti per 15 miliardi di euro e come sostengono diversi esponenti del mondo della finanza non investire nell’industria degli idrocarburi porterà l’Italia, e l’intera Europa, a pagare molto di più l’energia elettrica (anche da parte delle famiglie), frenando lo sviluppo industriale e aggravando la crisi economica. Se dunque è antistorico semplicemente ipotizzare il blocco delle attuali estrazioni noi riteniamo che prima di dichiarare la sconfitta nell’interlocuzione con il Governo, nonostante la “provocazione” del sottosegretario Vicari, si debba tentare ogni strada di alta mediazione nell’interesse delle nostre comunità e dei nostri territori. Tutto questo senza però mostrare debolezze ma tenendo viva l’attenzione e la mobilitazione dei cittadini come delle istituzioni di ogni livello, dei partiti e delle forze sociali. E’ proprio quello che sta facendo il Presidente Pittella perché la protesta non può essere anteposta alla proposta e non si può abdicare al governo dei problemi.