“Si tratta, a costituzione vigente, di un esproprio di competenze delle Regioni che si vedono sottrarre materie su cui, a legislazione vigente, hanno una competenza concorrente con lo Stato, sia sui fini delle autorizzazione delle ricerche minerarie che delle concessione dei titoli minerari”. Lo ha dichiarato l’on. Cosimo Latronico (FI), intervenendo in Commissione Ambiente della Camera in discussione generale sull’esame del dl 133/2014 (“sblocca Italia” ) e soffermandosi sul contenuto degli artt. 36 e 38 che in buona sostanza riallocano le competenze in materia di concessioni minerarie dalle Regioni ai Ministeri competenti. “Un’operazione di modifica costituzionale realizzata attraverso un decreto legge nel silenzio complice delle Regioni ed a danno dei territori che si vedono espropriati di una partecipazione attiva e determinante nella definizione delle strategie di sviluppo della nazione. Le Regioni che contribuiscono al fabbisogno energetico della nazione, come la Basilicata in modo prevalente, non possono assistere inermi ad un’operazione di riallocazione di potere che emargina le istituzioni regionali relegandole al ruolo di spettatori al prezzo di qualche concessione. Ne’ sono chiarite le misure compensative secondo una logica di alto profilo istituzionale per dotare la Regione di strumenti di sviluppo che accrescano nel tempo le dotazioni infrastrutturali e le reti produttive del territorio. Non mancano dubbi e perplessità sotto il profilo ambientale essendo introdotte procedure semplificate e centralizzate nel quadro delle autorizzazioni ambientali con impatti territoriali di sicura portata. Manca la sensibilità di costruire un sistema effettivo di tutela e monitoraggio ambientale capace di rassicurare le istanze di sicurezza ambientale e sanitaria espressa con insistenza dai terrori coinvolti da processi di ricerca, di estrazione e di raffinazione degli idrocarburi. La Basilicata poi e’ fuori da ogni considerazione nella programmazione delle grandi opere strategiche che pure vengono individuate nel decreto per altre Regioni del Paese, sia nel campo delle opere ferroviarie che viarie, nonostante sia una regione che paga un prezzo storico per il suo isolamento che la condanna ad essere una delle realtà più fragili della nazione. La partita del petrolio in Basilicata o si gioca in un quadro di effettive tutele ambientali e di garanzie di strumenti promotori di sviluppo economico, oppure e’ un atto di impoverimento e di marginalizzazione a cui i lucani, a cominciare dai parlamentari, sono chiamati ad opporsi con vigore e senza tentennamenti”.
Ott 01