La Cgil Basilicata sostiene la lotta dei giovani per la difesa dell’ambiente e contro il riscaldamento climatico. Per questo motivo il 27 settembre sarà in piazza a Potenza, insieme agli studenti, per il secondo “Global Climate Strike”.
Gli scioperi globali per il clima sono promossi dal movimento dei #FridaysForFuture, a cui la Cgil ha formalmente sostenendolo. Per fare pressioni sul vertice, dal 20 al 27 settembre, milioni di persone in tutto il mondo stanno partecipando alle mobilitazioni della “Settimana per il futuro”. Anche la Cgil ha programmato una serie di iniziative nazionali e territoriali, con le assemblee nei posto di lavoro su emergenza climatica e contrattazione e partecipazione ai cortei dei giovani previsti il 27 settembre.
Entro il 2050 il cambiamento climatico potrebbe portare 200 milioni di nuovi migranti climatici, aggravando la povertà e le disuguaglianze e determinando quello che è stato definito un apartheid climatico. Il tempo stringe e i governi non stanno agendo. I sussidi all’industria dei combustibili fossili rappresentano il 6,3% del Pil globale, pari a 16,8 miliardi in Italia solo nel 2017.
“Accelerare una giusta transizione, tutelando i diritti dei lavoratori e delle comunità dipendenti economicamente dalle fonti fossili e quelle particolarmente colpite dall’impatto del cambiamento climatico è il nostro obiettivo – afferma Angelo Summa, segretario generale Cgil Basilicata – Come documentato da numerosi studi, la transizione può avere ripercussioni positive anche sull’occupazione: la perdita di posti di lavoro conseguente all’uscita dalle fonti fossili può essere infatti più che compensata dai nuovi lavori necessari nei settori che contrastano il riscaldamento globale.
Emergenza climatica e giustizia climatica sono dunque priorità per la Cgil – continua Summa – La lotta al cambiamento climatico è necessaria e urgente perché mette a rischio la sopravvivenza sul pianeta di numerosi specie, compresa quella umana. Per essere vinta comporta un cambiamento radicale dell’intero sistema economico e produttivo che deve spostarsi da un modello basato sulle fonti fossili, estrattivista, capitalista, consumistico e iniquo a un nuovo modello di sviluppo equo e sostenibile. Il cambiamento non può essere lasciato al libero mercato.
Ecco perché la Cgil da anni promuove un intervento dello Stato in economia, anche con la creazione diretta di posti di lavoro. Si tratta di modificare profondamente il nostro modello di sviluppo nella direzione di un deciso contrasto alle disuguaglianze, per la giustizia sociale, la ricerca della piena occupazione, la lotta per l’equità intra e intergenerazionale e di genere, la difesa dei diritti umani. È una sfida che investe e investirà necessariamente il lavoro e che si dovrà accompagnare a un percorso di tutele per garantire una giusta transizione che non scarichi sui lavoratori i costi sociali di queste scelte e nel contempo determini la nascita di nuove opportunità occupazionali.
È una sfida che ci riguarda e che vogliamo affrontare da protagonisti – aggiunge il segretario generale – Per la Cgil la contrattazione è lo strumento prioritario per rivendicare il cambiamento. Con la piattaforma integrata per lo sviluppo sostenibile la Cgil ha rilanciato due anni fa la contrattazione, sia confederale che di categoria, che affronti con la dovuta urgenza l’emergenza climatica, la riconversione ecologica del sistema produttivo, la tutela ambientale, lo sviluppo di città sostenibili, l’uso efficiente delle risorse e tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile a partire da quello della piena occupazione. Sono essenziali anche le alleanze e la mobilitazione – conclude Summa – in una lotta comune per la giustizia climatica”.
Sciopero globale per il clima, Cgil Matera in piazza il 27 settembre
La Cgil di Matera, avendo aderito alla mobilitazione lanciata dal movimento «Fridays for future», parteciperà allo sciopero globale e le manifestazioni nella giornata di venerdì 27 settembre, organizzato dalla Rete degli studenti Medi della Provincia di Matera.
Di fronte all’emergenza climatica che sta cambiando il mondo in peggio, le nuove generazioni ci chiamano indicandoci la via della mobilitazione generale per arrestare un processo che potrebbe avere conseguenze terribili.
La Cgil di Matera parteciperà con la propria delegazione per intraprendere un cammino che reclama un futuro di vita e non di sopravvivenza. Le crisi ambientali e del lavoro sono cresciute con questo modello di sviluppo che brucia ambiente e diritti delle persone.
In Piazza per chiedere un netto e immediato cambio di rotta dei governi per affrontare il cambiamento climatico in atto e limitare il più possibile i danni.
Si tratta di una battaglia difficilissima ma decisiva e cruciale che mette in relazione la lotta per la giustizia sociale e quella per il cambiamento climatico – e insieme la difesa dei diritti umani e sociali – sono intrecciate e lo saranno sempre di più perché, se è vero che la crisi ambientale colpirà tutti, è vero che chi ha più soldi può comunque proteggersi di più, o migrare in un posto migliore.
E’ fondamentale mettere al centro la decarbonizzazione e la “giustizia climatica” affinchè l’ambiente venga percepito come un valore, equivalente alla moneta contante.
È necessario conquistare, l’idea che la lotta climatica deve precedere e inglobare tutte le altre.
Siamo di fronte ad una uova frontiera dove occorre ragionare anche sui nostri comportamenti individuali, su come incidono sul mondo, sul modello di sviluppo dove anche l’utilizzo della tecnologia deve servire per progettare uno sviluppo diverso che faccia vivere meglio le persone e rispetti il pianeta.
Per questo bisogna rivedere i modelli di produzione all’interno di un’idea di sistema dove si producano mezzi di trasporto, case, fabbriche che non inquinino o che comunque inquinino di meno.
Nelle Università anziché studiare algoritmi pensati per sfruttare al massimo le persone e massimizzare i profitti ci si dovrebbe invece concentrare su modelli diversi che tengano insieme lavoro e rispetto del pianeta.
Per questo è in dispensabile un piano straordinario di investimenti per interventi sulle strutture materiali, sulle infrastrutture sociali attraverso un nuovo modello di sviluppo che metta al centro chi lavora, la persona.