Giovanni Barozzino, Vincenzo Folino e Antonio Placido (delegazione parlamentare lucana di Sinistra Italiana), in una nota sostiene che “Sinistra Italiana trova assolutamente inaccettabile il tentativo di criminalizzazione tentato, dal Viminale e dal ministro degli interni, ai danni di associazioni e comitati che in Basilicata, in questi anni, hanno mantenuto alta l’attenzione sopra il pericoloso intreccio tra alcune aree della politica, gli interessi delle lobby energetiche e il malaffare”. Di seguito la nota integrale.
Sinistra Italiana trova assolutamente inaccettabile il tentativo di criminalizzazione tentato, dal Viminale e dal ministro degli interni, ai danni di associazioni e comitati che in Basilicata, in questi anni, hanno mantenuto alta l’attenzione sopra il pericoloso intreccio tra alcune aree della politica, gli interessi delle lobby energetiche e il malaffare.
Alfano, prima di rivolgersi a quelle donne e a quegli uomini che rappresentano un baluardo di democrazia e partecipazione catalogandoli come ‘questione di ordine pubblico’ dovrebbe cominciare a mettere il naso all’interno di quell’indecoroso spettacolo che attraversa pezzi di classi dirigenti – lucane e nazionali – proprio a partire dalle questioni ambientali. Quelle stesse classi dirigenti che tornano alla vecchia vocazione eversiva che spesso le ha qualificate nella storia post unitaria e che, dopo aver desertificato e rubato, scaricano sugli avvelenati le responsabilità.
Ma non è con le relazioncine interessate – politicamente prim’ancora che amministrativamente – che si fermano i movimenti; né con simili mezzi di provocazione e d’intimidazione si riuscirà a mettere la mordacchia.
Saremo sempre dalla parte di chi difende gli interessi, le prerogative e la dignità di un territorio, spesso contro governi nazionali e locali che alla difesa di quei territori antepongono gli affari e le intese con chi pretende di sequestrare irrimediabilmente presente e futuro. Il Viminale farebbe meglio a capire come possa scegliere, il Consiglio regionale di Basilicata, di eleggere presidente della Commissione Ambientale permanente l’unico consigliere indagato proprio nella vicenda Tempa Rossa.
Pedicini (M5s9): non permetteremo che le associazioni ambientaliste lucane vengano intimorite da Alfano e Renzi. Di seguito la nota integrale.
La vicenda delle associazioni ambientaliste lucane che sono state attenzionate dal ministero dell’Interno per la loro sacrosanta e democratica attività di denuncia e di informazione sulle estrazioni petrolifere, sulla tutela dell’ambiente e della salute pubblica in Basilicata, ha dell’incredibile, è gravissima e preoccupa profondamente.
Come può essere possibile che delle libere associazioni siano state inserite nella relazione annuale del ministero dell’Interno sulla sicurezza e la criminalità organizzata in Basilicata e trattate alla pari di fenomeni malavitosi che nulla hanno a che vedere con la partecipazione dei cittadini e la possibilità di protestare e esprimere il proprio pensiero così come sancito dalla Costituzione italiana.
Ancora più grave è rilevare che anche il ministro dell’Interno Alfano, solo alcuni giorni fa durante una visita a Potenza, invece di spiegare la motivazione tecnica di tale “attenzionamento”, ha rincarato la dose dicendo testualmente che “quando si parla di questi fenomeni non parliamo certo di fenomeni pacifici di protesta ma dell’ordine pubblico che è quello tracciato e monitorato nella relazione”.
Noi riteniamo che queste “esternazioni ministeriali” abbiamo il solo scopo di criminalizzare, discreditare e intimorire l’azione delle associazioni e dei cittadini lucani che non accettano le scelte scellerate che da anni vengono attuate in Basilicata per le estrazioni petrolifere, la gestione dei rifiuti e l’annientamento del territorio per puri calcoli economici e affaristici legati agli interessi delle lobby e della cattiva politica.
Un ministro serio e le istituzioni pubbliche avrebbero il dovere di essere più cauti quando si esprimono su tematiche delicate e fondamentali come quelle che riguardano la libertà dei cittadini e il diritto a manifestare, alla parola e all’informazione. Episodi come questi sono molto negativi, esaltano i conflitti e rischiano di far aumentare la scollatura tra cittadini e istituzioni.
Non va dimenticato che proprio sui temi delle estrazioni petrolifere e sulla difesa dell’ambiente e della salute pubblica, ci sono in corso varie inchieste della Procura antimafia di Potenza che vanno proprio nella direzione indicata dalle pacifiche e legittime battaglie e dalle denunce delle associazioni ambientaliste lucane. Inchieste che hanno portato a vari arresti, hanno coinvolto il governo Renzi, con le dimissioni della ministro Guidi, e esponenti del Pd lucano.
Non vorremmo che Renzi e Alfano, che in Basilicata hanno anche perso il referendum sulle trivelle, abbiano voluto utilizzare la relazione ministeriale sulla criminalità per lanciare oscuri segnali, fare indebite pressioni e dare inaudite dimostrazioni di forza.
Una cosa certa, noi condanniamo quanto è avvenuto, esprimiamo la piena solidarietà alle associazioni ambientaliste coinvolte nella vicenda e le invitiamo a non scoraggiarsi e ad andare avanti come prima e più di prima.
Il M5s sarà sempre al loro fianco, e al fianco di tutti i cittadini, per difendere la libertà di partecipazione e di espressione e per tutelare l’ambiente e la salute pubblica.