Riportiamo di seguito l’intervento di Conprobio e No Scorie Trisaia al seminario nazionale sul deposito nazionale di scorie nucleari del 26 ottobre.
Premessa – note sul procedimento.
Abbiamo formulato le nostre osservazioni sulla Cnapi per quanto riguarda i siti che interessano la regione Basilicata su entrambe le province lucane. In tema di nucleare come regione Basilicata, siamo sempre stati attenzionati dai vari governi nell’arco degli ultimi 60, da quando fu realizzato il centro di riprocessamento Itrec della Trisaia.
Ad agosto 2018, insieme ad associazioni ed ex attivisti, abbiamo ricordato ben 40 anni di lotte antinucleari sulla fascia jonica lucana contro l’imposizione su questi territori di altri siti nucleari, soprattutto di depositi provvisori e definitivi di scorie nucleari, vedasi le vicende negli anni 1978, 2003, e post 2003 in Trisaia. Non certamente perché luoghi idonei a tali attività ma soprattutto perché la politica in generale e i governi nazionali lo hanno permesso. Ormai in queste aree del paese è diventata una questione generazionale opporsi a scelte imposte dall’alto e che non riguardano solo le scorie nucleari, ma anche e soprattutto petrolio, rifiuti e anche rinnovabili speculative che hanno portato a danni irreparabili per ambiente ed economie locali. Una vera speculazione e sfruttamento del territorio spacciato da una politica regionale e nazionale miope e affaristica, come sviluppo e opportunità.
Dopo anni di imposizioni antidemocratiche sul nostro territorio, riconosciamo che è la prima volta che si tenta di aprire una discussione a livello nazionale sull’idoneità dei luoghi dove ubicare il deposito di scorie nucleari nazionale. Certamente è un primo passo ma non vi nascondiamo che avevamo già criticato il metodo e il percorso decisionale per giungere ad una scelta già nel 2014 quando tramite l’Osservatorio Jonico indipendente fatto da associazioni e sindaci vi avevamo contestato il fatto che il metodo scelto da decreto non era stato condiviso dalle comunità e dagli stessi sindaci ora chiamati in causa. Il fatto di chiedere solo interventi già programmati, come in questa riunione di seminario poi non va bene. L’interlocuzione funziona solo quando è continua e non episodica e scollegata dalle fasi decisionali, diretta partecipata e trasparente, soprattutto nell’analisi della documentazione e delle osservazioni che precedono le decisioni. Anche in questo caso il procedimento sul deposito non ha brillato in informazioni alle comunità in quanto è stato escluso il sito Itrec quale sito di consultazione della documentazione sul deposito nazionale (sito piu’ vicino alle regioni meridionali). In questi anni invece avevamo sempre sollecitato le istituzioni e i vari governi a pubblicare la carta dei siti potenzialmente idonei, proprio per verificare se esistono eventuali potenziali siti dove stoccare in sicurezza le scorie nucleari senza giungere a decisioni tecniche più dettate dalla politica che dalla scienza, cosi come è successo a Scanzano j.
Sulla questione poi delle scorie nucleari americane di Elk River custodite nell’Itrec di Trisaia riteniamo che non è stato fatto abbastanza; ci saremmo potuti liberare in tutti questi anni di queste scorie e barre potenzialmente pericolose con una politica internazionale mirata per la restituzione ai legittimi proprietari (visto il susseguirsi di diverse amministrazioni Usa). Scorie e barre di Elk River che purtroppo andranno ad aumentare il fardello di rifiuti nucleari del deposito nazionale.
Ci sarebbe piaciuto vedere invece in questi anni il mondo scientifico ed accademico nazionale e internazionale a livello europeo e mondiale fare ricerca sulla questione scorie nucleari per trovare un modo per ridurre la radioattività delle scorie ed evitare di ricorrere alla classica discarica così come avviene per tutti i rifiuti. Visto gli ingenti finanziamenti europei sul nucleare in generale, così da evitare alle future generazioni un fardello millenario da custodire e che consuma risorse.
Storia dei luoghi – Magna Grecia
Ma questo purtroppo riguarda il passato, per il presente invece è bene ricordare la storia dei luoghi, in particolare quella della Magna Grecia per capire le caratteristiche fisiche, chimiche, ambientali e geologiche dei luoghi su cui si è focalizzata l’attuale CNAPI .
Vi parliamo della Magna Grecia per farvi capire un concetto importante, se il popolo greco prima del 600 aC. sposto’ i suoi interessi verso le coste italiane dello Jonio aveva un motivo preciso . Nella Grecia arida e popolata serviva cibo. Sulle coste joniche e nei rispettivi entroterra trovarono il loro oro per sfamarsi, qui l’oro era rappresentato dall’acqua presente nelle falde, dai numerosi cosi d’acqua e fiumi che venivano utilizzati anche come via di comunicazioni per raggiungere l’entroterra lucano (gli attuali comuni potentini). Quell’acqua che sfamo’ milioni di greci sfama ancora milioni di persone grazie ad una agricoltura di qualità e anche biologica, tra le regioni vicine e l’export alimentare.
Incompatibilità scorie nucleari – acqua-biologico
La Basilicata si ritaglia una buona posizione nel settore agroalimentare italiano, questo evidenzia l’analisi del XVIII Rapporto Ismea-Qualivita 2020 riferita alla situazione del 2019. La relazione dell’istituto di servizi per il mercato Agricolo, attesta la solidità del settore agroalimentare italiano e la forza di promuovere lo sviluppo nell’intero territorio italiano, in una fase di difficoltà legata all’emergenza Covid-19.
Le comunità joniche sono riconosciute come le città della frutta dove grazie all’acqua e al clima favorevole producono tutti i tipi di frutta nel distretto agroalimentare di qualità del Metapontino, che si snoda lungo circa 30 KM di costa Jonica.Il distretto fa 8000 occupati e fattura oltre 224 milioni di euro
Un altro distretto sul bio regionale lo troviamo proprio nell’Alto Bradano nei comuni oggetto della Cnapi tra Genzano, Oppido e Irsina. In queste aree troviamo un’agricoltura di alta qualità che riguarda i cereali. La stessa Conprobio ha recuperato in queste zone alcune qualità di farro antichi riportandole in produzione (Farro Dicoccum Lucania & Farro Spelta Forenza). In questi territori sono state recuperate inoltre alcune varietà di grano antico come la Saragolla lucana, un’antica varietà di khorasan (alias commerciale Kamut), il tipo di frumento a basso contenuto di glutine e ricco di antiossidanti e proteine, un grano attenzionato anche da università, medici e nutrizionisti
Ci è voluta FuKuschima per far capire anche ai profani che le scorie nucleari non possono stare vicino all’acqua. Proprio perché in caso di contaminazione la radioattività sarebbe diffusa immediatamente nella catena alimentare e in tutti i processi industriali attraverso l ‘acqua. Nel caso dell’itrec, l ‘impianto nucleare è posto sotto la più grande diga di Europa, vicino il fiume Sinni , il mar jonio e sopra una enorme bacino idrico di profondità dove le falde affiorano a pochi metri dalla superfice e sono mantenute a livello di sicurezza dai depositi tramite pompe attive h 24.
Inidoneità dei siti Cnapi lucani
Spostare il sito Itrec di qualche km lungo la fascia jonica nei comuni di Montalbano o Bernalda non modifica affatto la geologia dei luoghi, la falda unica di profondità e le falde affioranti a pochi metri, gli acquedotti che tagliano i l territorio. Ci sarebbe pure un oleodotto sfuggito ai tecnici che hanno redatto la Cnapi . Singolare dopo la fascia Jonica anche la scelta dei siti a Genzano, Oppido e Irsina , in pieno bacino idrografico del fiume Bradano. In quest’area troviamo la presenza di ben 4 dighe-invasi per uso civile e irriguo per complessivi 252 milioni di mc che insieme al reticolo idrografico di torrenti, fiumi, reti e condotte costituiscono il distretto irriguo del Bradano che serve parte della Basilicata e della Puglia.
Il concetto dell’incompatibilità di scorie ed acqua è stato recepito anche dalla regione Basilicata nelle osservazioni dei suoi professionisti e accademici, mentre stiamo ancora aspettando che la stessa regione Basilicata recepisca una volta per tutte che anche il petrolio e il gas fanno danni quanto le scorie nucleari negli luoghi ricchi di acqua. La vicinanza dei depositi di scorie alle trivelle petrolifere e viceversa è poi incompatibile cosi come prevedono i criteri Ispra. Sulla subsidenza dei luoghi dopo aver denunciato da anni il rischio dei pozzi di gas intorno al centro Itrec francamente siamo rimati molto delusi dall’atteggiamento Sogin (che avrebbe dovuto alzare la voce sulla questione sicurezza) quando ci veniva risposto nei tavoli nucleari regionali della trasparenza da ex dirigenti del centro che al momento non vi erano pericoli o danni.
I numerosi incidenti di tipo nucleare accaduti nell’Itrec, alcuni molti banali ma pericolosi confermano la pericolosità di tali strutture in luoghi ricchi di acqua. Il sito Itrec impianto di riprocessamento spento e riconvertito allo stoccaggio di scorie di II e III categoria è stato oggetto in questi anni di numerosi incidenti che hanno minacciato la falda idrica e la costa jonica. Come il caso dell’acqua radioattiva percolata dalla fossa irreversibile, la contaminazione lungo la condotta dello scarico a mare di acqua contaminata dal sito (poi bonificate ) o peggio ancora l’inquinamento da cromo esavalente e trielina della falda acquifera che si è estesa oltre il recinto dell’Itrec e che ha contaminato le falde di alcuni terreni circostanti (le operazioni di bonifica non sono ancora finite ). Ai fini dell’impatto ambientale su popolazione e matrici ambientali e alimentari la scelta di un sito che dovrà contenere rifiuti ad alta attività per durate non definite non può essere lo stesso per un sito che dovrà durare solo 300 anni per scorie a bassa attività.
Oltre ai rischi radiologici e chimici abbiamo constatato che l’Itrec e i siti Cnapi di Montalbano e Bernalda sono una minaccia diretta per le emergenze territoriali e i reperti archeologici della magna Grecia. Partendo dai Siroi (le celle frigorifere portuali di un tempo) dove al posto del cibo sono state stoccate nel tempo guanti e materiale radioattivo. Mentre sul letto del fiume Sinni adiacente il centro molti studiosi sono convinti che esista il porto dell’antica Siris .Stesso discorso va fatto per intere aree archeologiche ancora da portare alla luce tra Montalbano e Bernalda oltre il tempio di Hera e la città di Pitagora parzialmente diseppellita. L ‘occhio che osserva la bellezza dei luoghi è quasi sempre socchiuso nella scelta dei siti industriali o sulle zone classificate come a bassa densità abitativa, mentre hanno un elevato valore paesaggistico, vedi l’intero territorio di Irsina vincolato dalla sovraintendenza per i beni artistici
Ovviamente potete trovare tutti i dettagli nelle nostre osservazioni punto per punto con il mancato rispetto dei criteri Ispra guida 14 per la redazione della CNAPI, mentre ci riserviamo altre osservazioni durante il procedimento amministrativo.
Restiamo a disposizione per un confronto punto per punto sul metodo e nel merito della valutazione delle questioni inerenti la futura scelta del deposito e Vi ringraziamo per averci invitato ed ascoltati.