In questa settimana decine di migliaia di ragazzi di tanti Paesi sono in piazza, in incontri ed assemblee, mobilitati per chiedere che venga riconosciuta l’emergenza climatica a livello globale.
La UIL aderisce alla mobilitazione per promuovere la giusta transizione e chiedere ai governi iniziative contro il cambiamento climatico.
La nuova iniziativa che parte dalle giovanissime generazioni nel nome di Greta Thunberg rappresenta un’ulteriore occasione per diffondere il messaggio sugli effetti distruttivi del cambiamento climatico: bisogna evitare che la temperatura continui ad aumentare portando allo scioglimento dei ghiacciai, all’innalzamento dei livelli degli oceani, provocando conseguenze disastrose per gli animali e per la sopravvivenza «dell’uomo stesso».
Per questo è importante dare un segnale forte ed inequivocabile alla politica ed alle istituzioni affinché si inizi a cambiare concretamente rotta, con la consapevolezza che c’è un urgente bisogno di recuperare un metodo condiviso di lavoro tra Governo, Istituzioni e Parti Sociali, per costruire insieme un modello di sviluppo basato sulla sostenibilità.
E’ questo un tema che in Basilicata ha aspetti specifici riferiti alle attività petrolifere per l’impatto diretto sull’ambiente, il territorio, la salute dei cittadini. L’Eni da tempo ha avviato un nuovo percorso verso la decarbonizzazione. Per questo, in occasione della settimana di mobilitazione sul clima, rinnoviamo all’ad Eni Descalzi, dopo l’annuncio del progetto “Energy Valley”, perchè dia un segnale di raccogliere la voce dei nostri ragazzi e perché venga in Basilicata a spiegare nei dettagli la proposta.
Abbiamo sempre sostenuto che su energie rinnovabili e chimica verde si deve basare la strategia da perseguire sul dopo petrolio in Val d’Agri fondando il progetto di cosiddetta “svolta verde” su due elementi essenziali: la chimica verde da sviluppare nei comparti delle bioplastiche, del farmaceutico e del biosanitario e l’istituzione del fondo sovrano alimentato dalle royalties del petrolio, mettendo fine definitivamente allo spreco di tutti questi anni.
La Regione deve incalzare Eni ad un confronto di merito perché si mostrino sul tavolo le carte dei progetti. E’ tempo di pensare alla definizione di nuove linee produttive di sfruttamento in loco dei derivati, con microinterventi nella “chimica fine” e dei nuovi materiali, delle bioplastiche, del farmaceutico e del biosanitario.
L’annuncio di questo progetto è la dimostrazione che la consapevolezza sulla sostenibilità del mondo chimico è cresciuta per merito della società civile ed anche dei sindacati a e che la ricerca applicata può dare veri risultati di recupero industriale ed occupazionale. Ma soprattutto continuiamo a credere nella opportunità di sostenere la ricerca e lo sviluppo di tecnologie per la produzione di energia geotermica a bassa temperatura, sfruttando le perforazioni del petrolio e del gas naturale e sperimentando i metodi e le tecnologie più idonee allo sfruttamento del giacimento termico alla profondità dei pozzi petroliferi di Basilicata. Quanto al Fondo sovrano regionale non si può perdere altro tempo per dare concretezza alle idee di eco-sostenibilità, sviluppo ed occupazione, di difesa dell’ambiente e del territorio.