Sidrpotenza, Abiusi (Ambiente e Legalità): Basta con le azioni giudiziarie ed i Carabinieri appostati!”
Un Paese civile non ha bisogno sempre e solo di azioni giudiziarie ma deve essere in grado di camminare da solo. Le azioni giudiziarie vanno riservate solo ai fenomeni patologici e non può essere patologico ogni cosa. Questa sarebbe la premessa ed invece…
L’esempio Sidepotenza è un classico di come non dovrebbero andare le cose. Tra le motivazioni addotte nel ricorso, respinto, alla Corte di Cassazione i difensori del gruppo Pittini hanno ribadito come sarebbero stati adottati tutti gli accorgimenti tecnici e le modalità operative atte ad impedire la dispersione incontrollata delle emissioni e siano state osservate tutte le prescrizioni dell’autorizzazione integrata ambientale tanto è che la Regione Basilicata non è intervenuta e l’autorità giudiziaria si sarebbe sostituita ad essa , imponendo il vincolo reale pur in assenza di violazioni delle prescrizioni imposte con l’AIA. In effetti è così, i periti nominati dal giudice non hanno richiamato l’AIA ma hanno fatto costante riferimento alla normativa, evidentemente l’AIA è lacunosa. La Regione ha avuto un comportamento omissivo e non ha potuto sospendere l’autorizzazione così come ha fatto per il forno rotante di Fenice perchè molte cose in essa non sono previste. Non è pensabile che a distanza di circa un anno da quando l’impianto sia stato posto sotto sequestro si continua a guardare altrove e non si proferisce parola anzi ci sono alcuni che spingono per il solito “tutto apposto” ingiustificato.
L’azienda se davvero tiene alla piena operatività dichiari gli investimenti che intende realizzare ed in primis quelli atti a garantire la sicurezza sia degli addetti che dei cittadini; i sindacati diventino costruttivi perchè ne va della salute anche delle maestranze. E ‘ mai possibile che il rapporto dei periti nominati dalla procura sia conosciuto da molti e sconosciuto agli uffici regionali ed alle organizzazioni sindacali? In tutta questa vicenda l’Azienda Sanitaria di Potenza è stata semplicemente assente eppure vi era ogni ben di Dio che si disperdeva sia in fabbrica che all’esterno, basta leggere i verbali.
Crediamo che da quanto l’impianto è stato sottoposto a sequestro molto sia stato fatto ma va dimostrato e non già a chiacchiere. Il primo passo deve essere fatto dall’azienda che ottemperando a quanto richiesto dalla magistratura dimostri come sia possibile ottenere il dissequestro e poi proceda con gli ulteriori investimenti utili a rilanciare la produzione. Il coniglio si spella dalla coda e non già il contrario!
Pio Abiusi – Associazione Ambiente e Legalità