Il Comitato pro-Parco del Vulture ha inviato una lettera alla Regione Basilicata, alla Comunità del Parco e al Ministero dell’ambiente per contestare le candidatura dei sindaci dei Comuni di Atella, Barile, Ginestra, Rapolla, Ruvo del Monte e San Fele alla Presidenza del Parco del Vulture perchè “creano oggettivamente un cortocircuito sia burocratico sia di opportunità politica e di buon senso”. Di seguito la nota integrale.
Oggetto: presidenza Parco del Vulture
Nelle scorse settimane abbiamo appreso che, per consentire ai Sindaci la scelta della rosa di cinque nomi alla quale il Consiglio Regionale dovrà attingere, è stato pubblicato (nel mese di Agosto, ahi noi) un avviso pubblico volto ad acquisire le candidature e rivolto a tutti coloro in possesso di una “comprovata esperienza e competenza in materia amministrativa e di tutela, valorizzazione e gestione del patrimonio naturalistico e ambientale”. Come ben saprete, tra le candidature pervenute, oltre ad alcuni profili che rispondono ai requisiti contenuti nel bando, si annoverano anche alcuni Sindaci, anzi sicuramente troppi: Atella, Barile, Ginestra, Rapolla, Ruvo del Monte e San Fele.
Le candidature dei tanti sindaci creano oggettivamente un cortocircuito sia burocratico sia di opportunità politica e di buon senso.
Innanzitutto perché sembra una competizione tutta interna a molti dei comuni che sin dall’inizio hanno manifestato resistenze e tendenze a ridurre il respiro del Parco.(Si veda la perimetrazione del Parco e meglio si comprenderà cosa si sta dicendo).
Proprio non ci pare una buona idea, quella di creare fratture interne ai comuni aderenti, giusto in fase di creazione di un ente che avrebbe la finalità opposta, ovvero ridurre gli intoppi che il disaccordo tra comuni spesso provoca.
Ma soprattutto, le candidature dei sindaci in tale quadro, pongono una grande questione di legittimità, garbo ed elementare buon senso.
L’invito a presentare le candidature per poi – al cospetto di oltre una trentina di curiccula professionali, decidere di non valutarli affatto, orientandosi per giunta verso la scelta di sé stessi – è un sonoro schiaffo in faccia all’intelligenza umana e ancor di più a quella di queste comunità.
È come vedersi invitati a un colloquio di lavoro e vedersi strappare in faccia il curriculum senza che nessuno abbia mai voluto leggerlo, né sentire una parola.
Perché si è deciso di indire una selezione, se i sindaci pensavano di dover scegliere tra loro? Davvero si crede che si possa invitare a presentare i curricula, senza poi neanche leggerli né valutarli?
Se è stato fatto un avviso che di fatto è una selezione per titoli, non si possono poi ignorare i titoli di ognuno e limitarsi a dire “tutti i sindaci”.
Non si sarebbe dovuto pubblicare alcun avviso, a quel punto.
Pubblicato un avviso per la selezione dei migliori curricula, nessuna soluzione politicistica (politica, non è il termine corretto) può ipotizzarsi, a meno che non si vogliano arrogantemente sbeffeggiare le ragioni di un intero territorio e l’intelligenza delle sue comunità.
Peraltro, codesta Regione pare abbia già detto che i sindaci candidati sarebbero in conflitto di interessi in sede di esercizio del voto per la selezione dei cinque, trovandosi nell’ambigua condizione di selezionatori e selezionati.
L’improvvida idea di molti sindaci di candidarsi, insomma, oltre che bombardare la rampa di lancio del Parco, rischia di esporsi a ricorsi amministrativi, accertamenti e lungaggini burocratiche, a danno di un’intera area.
Si risparmi tutto questo al Parco del Vulture. D’altronde è un neonato che ha bisogno di attenzioni, non di botte.
Non si consenta una farsa. Non ci si mostri così miopi. Non si consenta una tale bruttura.
I cittadini del Vulture e dell’intera regione non meritano tutto questo.
Il Vulture è un’eccellenza ambientale ed enogastronomica dell’intera Basilicata, ha un potenziale turistico che potrebbe essere di aiuto al resto della Regione e del suo sviluppo.
Il monte Vulture e Monticchio ne è indubbiamente l’epicentro, oltre che un esempio plastico degli errori che vanno superati e risolti, non certo replicati.
L’ennesimo ente asservito a logiche di bottega non serve davvero a nessuno; in fondo, non serve neanche a chi è convinto del contrario.
Abbiamo invitato tutti alla vigilanza e alla mobilitazione. Se si faranno scelte in disaccordo con il territorio, il Parco del Vulture si candiderà sin da subito all’insuccesso.
Noi siamo uomini e donne che abitano questi luoghi, che qui lavorano, fanno associazione, mettono su famiglia, si formano e si divertono.
Lo faremo comunque a vario titolo anche oltre questa vicenda e vorremmo tanto farlo in una forma di proficua e piacevole collaborazione, non certo di contrapposizione. Di questa ce ne è fin troppo in giro e i risultati non sono così lodevoli.
La presente lettera segue la riunione di stamattina, 20 settembre, dell’autopromosso Comitato pro-Parco del Vulture, al quale già stanno aderendo privati cittadini, associazioni ed operatori economici. Tutti sono invitati ad aderire.