Condividere le esperienze legate alla specie aliene invasive, seconda causa di contrasto alla biodiversità a livello globale, con un focus sulla situazione lucana e tenendo conto della legislazione introdotta in Italia negli ultimi anni che vieta l’introduzione, la commercializzazione e l’allevamento di 66 esemplari tra animali e piante, dettando al contempo agli enti locali la linea da seguire nella gestione di situazioni emergenziali per mitigare gli impatti ambientali.
Sono le finalità della giornata formativa, tenutasi stamane nella sala “A” del Consiglio regionale della Basilicata, organizzata nell’ambito del progetto co-finanziato dall’Unione Europea ‘Life Asap’ dall’ufficio Parchi, biodiversità e tutela della natura in collaborazione con l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.
“In Basilicata la situazione è sotto controllo, tuttavia abbiamo registrato segnali che ci suggeriscono di intervenire in tempi rapidi” ha spiegato il tecnico della Regione Basilicata, Biagio Sampogna. “In passato – ha aggiunto – abbiamo fronteggiato il problema dello scoiattolo variabile sulla costa di Maratea che ha arrecato danni alle linee elettriche e ai giardini. C’è stato un intervento di eradicazione di questa specie che ha portato risultati positivi, ma ora la situazione si sta ripresentando. Inoltre, lo scorso mese di gennaio abbiamo redatto, in collaborazione con i tecnici dell’Ispra, un piano emergenziale di eradicazione della nutria, giunta in Basilicata nei pressi della foce Cavone a Pisticci. Abbiamo posizionato le gabbie-trappola da una settimana per poter contenere la specie prima che diventi invasiva e arrechi danni alle sponde e all’ambiente fluviale”.
Lucilla Carnevali e Paola Aragno dell’Ispra, rivolgendosi ai tecnici regionali e ai responsabili che operano nei parchi, si sono soffermate sul decreto legislativo 230 del 2017, che adegua la normativa italiana a uno specifico regolamento europeo, e hanno evidenziato la necessità di sensibilizzare i cittadini su questi temi perché il loro comportamento può incidere sull’ambiente. “Con i veterinari – ha spiegato Carnevali – abbiamo avviato una campagna per sconsigliare l’abbandono degli animali da compagnia che possono diventare pericolosi. In Italia abbiamo avuto criticità legate all’abbandono della trachemys scripta, tartaruga palustre americana dalle guance rosse, molto apprezzata dai bambini e diventata di moda qualche anno fa. Nessuno diceva al momento dell’acquisto che questi animali vivono quarant’anni e raggiungono la lunghezza di 30 centimetri. La conseguenza – ha proseguito il tecnico Ispra – è stata l’abbandono sistematico nell’ambiente naturale di tanti esemplari che sta causando l’estinzione della nostra Emys orbicularis”.