“Ricorro ad una lettera pubblica, dopo aver esperito numerosi atti di sindacato ispettivo in Parlamento, per richiamare la sua attenzione e quella del Governo sull’allarmante situazione che si è determinata nel centro olio di Viggiano dove da uno dei serbatoi si sono sversati, per ammissione della stessa Eni, almeno 400 tonnellate di petrolio nel periodo compreso tra il mese di febbraio e quello di agosto del 2016”. E’ il testo della lettera inviata dall’on. Cosimo Latronico (DI) al Presidente del Consiglio, on. Paolo Gentiloni.“Inutile segnalarle che questo gravissimo accadimento suscita indignazione e sconcerto tra le popolazioni. Indignazione perché non è possibile constatare che non si sia realizzato, come si sarebbe dovuto, un sistema di monitoraggio all’altezza delle delicatezza delle attività petrolifere e delle matrici ambientali interessate. Ancora oggi a distanza di mesi non si conoscono le quantità di olio sversato nel terreno, le superfici interessate e la causa di questa gravissima anomalia. Sconcerto nel prendere atto che un grande player internazionale come Eni possa incorrere in atti di tale superficialità che mettono a rischio la integrità ambientale e la salute delle persone , oltre che la reputazione della stessa compagnia petrolifera. L’area nella quale si è verificato lo sversamento è ricca di sorgenti idriche e di falde che confluiscono nella grande diga del Pertusillo che alimenta milioni di abitanti delle regioni Puglia e della Basilicata. L’attività del centro olio è stata sospesa da qualche settimana in via cautelativa da una ordinanza della Regione Basilicata che l’Eni ha eseguito senza opporre resistenza. I problemi e le angosce, però, restano tutte e riguardano la sostenibilità dei processi industriali, la affidabilità delle reti di monitoraggio e dei controlli, la inadeguatezza dell’apparato dei monitoraggio da parte dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale che avrebbero dovuto agire in via preventiva e tempestivamente per evitare i disastri che stiamo registrando. La gravità degli accadimenti e la complessità delle conseguenze esigono una piena assunzione di responsabilità da parte del Governo nazionale e delle sue agenzie di tutela e di controllo, per arginare i danni, impedirne altri, ed avviare un progetto di bonifica. Anche questo ultimo episodio – conclude il parlamentare – dimostra che il più grande centro petrolifero d’Italia e d’Europa non può essere affidato al controllo di organismi regionali privi di strumenti e di competenze necessarie per esercitare verifiche serrate e preventive” .
Mag 07