Un signore prende un taxi. Ad un certo punto il tassista vede un cane zoppo, si ferma e con la pistola uccide il cane. Alla domanda sul perché l’abbia fatto: “ mi dispiaceva vederlo soffrire” è stata la risposta. Dopo un po’ si fermano per un incidente. C’era un ferito in attesa dell’ambulanza. Il tassista si ferma, esce dall’auto e spara al ferito. Il cliente allora inizia davvero a spaventarsi. Il tassista rientra e commenta: “Mi dispiaceva vederlo soffrire”. Dopo un po’ il Taxi viene coinvolto in uno spaventoso incidente. Il tassista ne esce indenne; mentre il cliente viene ferito gravemente! Il tassista esce dall’auto e si premura di sapere come sta il suo passeggero. Si sente il cliente esclamare trionfante: “ Mamma mia che fortuna! Non mi sono fatto niente!
E’ la barzelletta che mi è venuta in mente quando ho ascoltato le giustificazioni che il nostro sindaco ha balbettato per giustificare l’eliminazione dei quasi 100 pini di Via Lanera. Meglio giustiziarli adesso, tanto si ammaleranno sotto i colpi dello spietato e feroce picchio rosso e, nel giro di 6-7- 10 anni, moriranno tutti! Insomma ha ragionato come il tassista killer: “finiranno così di soffrire!” Da quello che ho letto del nostro ottimo Pasquale Doria le essenze arboree“dozzinali”, piantumatequando si realizzò il rione Lanera, sono state parte integrante della progettazione urbanistica di quell’area. Qualcuno ha obiettato perché quei Pini non sono autoctoni possono essere tranquillamente abbattuti! In verità in tutto l’iper-antropizzato vecchio continente non esiste una sola pianta od albero autoctono! E poi questo è un film già visto innumerevoli volte nella nostra città. Si vede chiaramente che nel recinto del vecchio ospedale esistono piante ed alberi pericolanti o in grande sofferenza. E’ un area quella lasciata miserabilmente all’incuria del tempo senza nessuna manutenzione. Ma è il destino a cui sono soggetti tutte le aree destinate a verde della nostra città. L’incuria delle zone verdi ne impedisce la fruibilità. La non fruibilità rende indolore la loro rimozione per i cittadini. La loro incuria e la loro non fruibilità rende quasi conseguenziale ed obbligata la loro eliminazione. Potrebbe essere compromessa l’incolumità delle persone! Così viene giustificata la loro eliminazione. Sempre, alla loro rimozione, ha fatto seguito la fase di orgia cementizia. E’ ciò che è accaduto alla collina di Macamarda, alla zona del mulino Dell’Acqua,sotto la collina di Serra Rifusa (Acquario). In tempi più remoti la zona di via Protospata (ai miei tempi c’erano campetti sui quali si giocava a pallone!)San Giacomo (le Tre torri) o la ex-SITA.Caro Sindaco non esiste nessuna essenza arborea dozzinale. Sfugge che si deve a loro la presenza di ossigeno nell’aria e la nascita di biologia animata. Un’amministrazione che priva la città con disinvoltura di giganteschi e maestosi pini non ha affatto a cuore il bene e la salute dei propri figli. Un’amministrazione che consente di tranciare le radici di maestose conifere per insinuare la fibra ottica portatrice di modernità (?) non ha a cuore la cogente sfida di promuovere progresso sostenibile. Quello che è dozzinale e volgare qui in questa città è il livello infimo e cinico della sua amministrazione. Altro che amministrazione di alto profilo guidato da 100 uomini di acciaio! Vedo intorno a te Raffaello solo quaquaraquà e ominicchi. Il vanto di un sindaco dovrebbe essere quello di lasciare una sua impronta (possibilmente positiva!) nella vita della città, non di condurre in porto il suo mandatoa qualunque costo! Cui prodest ? Chi ti scrive ti invita a fare almeno una cosa di indimenticabile per la città: trasforma i suoi muratori in giardinieri!
Franco Vespe, presidente dell’associazione Officina del Bene Comune ha inviato alla nostra redazione alcune riflessioni “sul genocidio di pini che l’amministrazione vuole perpetrare senza prendere in considerazione il benessere dei suoi abitanti. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Officina del Bene Comune difende i pini della sua città!