L’ambientalista materano Pio Abiusi per conto dell’Associazione Ambiente e Legalità in una nota torna ad occuparsi di Tari e del servizio di gestione dei rifiuti urbani nella città di Matera. Di seguito la nota integrale.
Il principio è che chi inquina paga e cioè: pago per quanti rifiuti produco!
Per essere rispettosi del principio alcuni comuni hanno introdotto la “tariffa puntuale”
I comuni che hanno applicato la tariffa puntuale hanno diviso il costo per ciò che riguarda le utenze domestiche in: quota fissa in base ai m2 dell’immobile,quota variabile in base agli occupanti e quota puntuale in base agli svuotamenti correttamente differenziati. Ci sono, infatti, costi fissi quali per esempio lo spazzamento strade, l’organizzazione del servizio e per questi anche per le case sfitte si paga la Tari. Per le utenze non domestiche l’attribuzione del costo è un po’ più difficile perchè oltre agli svuotamenti ed ai m2 utilizzati occorre valutare il tipo di attività economica svolta ed infatti esse sono suddivise in categoria.
Il costo relativo alla gestione dei rifiuti: raccolta e smaltimento, deve essere integralmente coperto dalla TARI sta ai comuni stabilire le tariffe per i singoli contribuenti sulla base del peso che viene dato alle varie componenti del costo. In questo ultimo decennio la gestione dei rifiuti è stata interessata da una politica di riduzione degli stessi e del loro riutilizzo sia per le famiglie sia per la produzione, per esempio dal 1° gennaio del 2015 è entrata in vigore la direttiva europea che impone ai Costruttori di fabbricare vetture riutilizzabili al 95%, non a caso nel corso degli anni gli scassi delle auto sono andati via via scomparendo. Per i consumi domestici si mira a ridurre la quantità dei rifiuti prodotti riducendo gli imballaggi e vietando l’uso della plastica usa e getta. Si lavora, poi, per differenziare il rifiuto così da ridurre l’uso delle discariche e degli inceneritori, il rifiuto differenziato può essere trattato sia con la classica raccolta “porta a porta”, un po’ superata, o meccanicamente con vagliatori che sono sempre più sofisticati. L’obbiettivo finale è il riutilizzo della materia prima secondaria. La recente legislazione europea rafforza la gerarchia dei rifiuti, imponendo agli Stati membri l’adozione di misure specifiche che diano priorità alla prevenzione- riduzione della quantità di rifiuti-, al riutilizzo e al riciclaggio rispetto allo smaltimento in discarica e all’incenerimento, facendo così diventerà realtà l’economia circolare. Entro il 2025 il 55% dei rifiuti dovrà essere riciclato per arrivare entro il 2035 al 65%. Parliamo di riciclo cioè di riutilizzo della materia. Differenziare la raccolta è un concetto superato perchè è solo il primo momento per arrivare al riciclo. Fatta questa premessa scendiamo all’analisi dei costi della Tari per quello che riguarda la città di Matera in questi ultimi anni. Senza voler tediare diciamo che il PEF, piano economico e finanziario del servizio gestione rifiuti, è variato dagli 11,1 Meuro del 2015 ai 12,3 del 2019 . La quantità dei rifiuti prodotti pur nella incertezza perchè risulta variabile a fronte delle varie fonti è pari a circa 28 mila tonn. I picchi di fantasia dichiarati negli anni precedenti dal Comune di Matera e pari a 30 mila tonn. non esistono più. Le fonti dalle quali si può attingere il dato sono : il Catasto rifiuti gestito da Ispra curato da Arpab;la sommatoria rilevata dai MUD-modello unico di dichiarazione ambientale- in possesso del Comune oppure la piattaforma O.R.S.O.-osservatorio regionale sulla gestione dei rifiuti- che è una piattaforma informatica predisposta dalla Regione Lombardia ed alla quale la Basilicata ha aderito nel 2017 ed era gestita da Egrib, Ente che con la gestione Bardi concretamente si è ridotto ad una semplice insegna pubblicitaria ed infatti non produce più nulla. ORSO è una utile piattaforma dove confluiscono i dati dei comuni ma anche quelli degli impianti di trattamento rifiuti che sono a valle e quindi è possibile fare una effettiva crociatura sia per le quantità che per i codici CER dei singoli rifiuti. Il Consiglio Comunale di Matera della amministrazione Adduce, anno 2015, ha deliberato che il costo totale fosse suddiviso nella misura del 65% per le utenze domestiche e del 35% per le utenze non domestiche, si è passati poi dall’anno successivo al 55% per le utenze domestiche e del 45% per le utenze non domestiche. Nel 2017 vi furono delle variazioni tra le Categorie che compongono le utenze non domestiche e la cosa non è stata di gradimento specie dagli albergatori. Il Consiglio di Stato con sentenza del 2018 ha ritenuto conforme l’operato del Comune di Matera in merito alla approvazione delle aliquote Tasi- così si chiamava il tributo all’epoca- relative al 2015. Il Comune ha provveduto ad incamerare dai contribuenti la differenza che era stata contestata dal MEF e nel 2019 ci si è trovati con un piccolo tesoretto che è stato defalcato dagli oneri relativi al 2020 con un risparmio applicato ai cittadini pari al 30%, è un “ una tantum” pertanto non ripetibile e pur essendo in grado di ridurre del 10% il costo della Tari per il 2021 a fronte del nuovo contratto d’appalto dei servizi per la gestione dei rifiuti solidi urbani sottoscritto nel Settembre 2019 e che comporterà una economia di circa 1,5 Meuro, le cartelle subiranno un incremento netto stimato al 20% . Qualcuno ha fatto un paragone con quanto i cittadini potentini pagano di Tari. Prendendo a paragone il PEF di quel Comune relativo al 2017 si evince come il costo totale per la gestione dei RSU ammonti a 15 Meuro ed a carico delle utenze domestiche sono 5 Meuro pari al 37% del costo totale mentre a carico delle utenze non domestiche risultano essere 10 Meuro pari al 67% evidentemente gli esercenti le attività produttive a Matera riescono a condizionare pesantemente l’attività degli amministratori comunali a discapito dei remissivi cittadini consumatori! Non è detto, poi, che il Comune di Potenza remuneri integralmente il costo della Tari e pur non volendo pensar male diremo che quella amministrazione ha avuto due dissesti finanziari nel corso degli ultimi 27 anni.