Manuela Taratufolo e Angelo Vaccaro, rispettivamente segretario generale Cgil Matera e segretario Filctem Cgil Matera, in una nota tornano ad occuparsi del rischio radioattivo dopo il tavolo della trasparenza convocato il 30 settembre scorso.
La CGIL e la Filctem CGIL di Matera ritengono che il tavolo della trasparenza, inteso come luogo di confronto e vigilanza sui temi del rischio radioattivo, non può e non deve avere una cadenza pluriennale di convocazione da parte della Regione. Convocazione che, magari, consegue come per la riunione svoltasi lunedì 30 settembre u.s., anche su sollecitazione della stessa CGIL , al verificarsi di accadimenti che fanno da innesco al propagarsi, in modi e forme più o meno giustificato, di un allarmismo sociale.
In tal senso, abbiamo preso atto positivamente dell’impegno “solenne” assunto dall’assessore Berlinguer – che ha presieduto l’incontro in sostituzione del Presidente della Giunta – in virtu’ del quale si garantisce almeno una riunione per semestre del tavolo della trasparenza.
Questa, secondo noi, rappresenta la condizione minima se si vuole restituire al tavolo la funzione delicata per cui è stato costituito e a cui deve attendere con un aggiornamento continuo in grado di garantire – anche con lo sviluppo di un contraddittorio aspro ma costruttivo fra i soggetti che vi partecipano – risultati evidenti, chiari, netti sull’avanzamento del complesso delle attività di decommissioning dell’impianto ITREC della Trisaia di Rotondella gestite dalla Sogin.
Nella riunione abbiamo preso ulteriormente atto che l’evento del 21 agosto scorso, consistito nel percolamento di ” liquido acquoso” da una parete del monolite contenuto nella Fossa 7.1. in cui si sta portando avanti un’attività di bonifica – come riconfermato anche da Ispra, Arpa Basilicata – non ha determinato alcuna conseguenza radiologica per i lavoratori addetti alle operazioni e/o presenti nel sito, ne’tantomeno per le popolazioni circostanti e per l ambiente.
Su un piano più generale riteniamo che il report informativo, presentato dal responsabile di sito della Sogin, circa le principali attività eseguite ed in corso di esecuzione – afferenti la bonifica della fossa 7.1. con la rimozione del monolite contenente rifiuti radioattivi, la realizzazione dell’impianto di cementazione del prodotto finito, la sistemazione a secco del combustibile ELK RIVER, etc. – possa e debba essere assunta nelle prossime riunioni del tavolo della trasparenza come una sorta di ” matrice” sulla cui base procedere, in una logica “step by step”, a verifiche e valutazioni per stadi successivi.
Ciò è indispensabile se si vuole evitare di continuare ad incorrere nel rischio che ogni riunione e’ sempre ” la prima riunione” , con una inconcludenza di esiti e, soprattutto, senza offrire ai cittadini e alla comunità tutta informazioni puntuali e precise circa lo stato reale di avanzamento di quella che consideriamo una delicatissima ed imprescindibile attività di messa in sicurezza e bonifica ambientale per annullare il rischio radiologico insito nell’impianto ITREC di Rotondella.
Alla stessa stregua riteniamo assuma grande rilevanza la predisposizione e l’attuazione, da parte di Sogin, di un piano di comunicazione alle comunità locali e al territorio attraverso cui dare una adeguata e trasparente rappresentazione delle fasi di realizzazione del processo di decommissioning.
Riteniamo, infine, che ISPRA, ARPAB e REGIONE debbano assumere un ruolo e svolgere una funzione più pregnante nello stesso potenziamento e funzionamento della rete di sorveglianza ambientale, all’interno e all’esterno del sito della Trisaia, attraverso cui garantire, anche con l’applicazione delle migliori tecnologie disponibili a livello di standards internazionali, i più elevati livelli di sicurezza ambientale e di tutela della salute dei lavoratori, dei cittadini e dell insieme delle comunità interessate.
Matera, 1 ottobre 2014
ok, bisogna vigilare e se del caso incalzare