Il Tavolo Trasparenza Fenice fa show down dei dati e apre porte dell’impianto
Tutte le notizie su inquinanti, bonifica, procedure, progetti, previsioni. La società disponibile a una sorta di “visita ispettiva” dei componenti del “tavolo”. Pronti tre milioni per la bonifica. Istituto Superiore di Sanità:”Livelli ambientali da area rurale”. Registro Tumori operativo per fine anno e incidenze più basse che nel resto del Paese. De Filippo: Fare chiarezza anche per sconfiggere chi vuole uno stagno di confusione che favorisce solo i comizi e l’allarmismo”
Show down completo di tutto quanto ruota intorno al termovalorizzatore Fenice, dati, progetti, situazioni normative, processi di monitoraggio e bonifica, e apertura del sito per controlli in loco sul funzionamento della struttura. E’ quanto si è verificato nel corso della prima riunione del “Tavolo della trasparenza su Fenice” che si è tenuta questa mattina a Potenza con la partecipazione di Regione Basilicata (rappresentata dal Presidente De Filippo, gli assessori Agatino Mancusi e Attilio Martorano e i direttori generali di Ambiente e Salute, Donato Viggiano e Pietro Quinto, oltre ai consiglieri Francesco Mollica ed Ernesto Navazio), Provincia di Potenza (col vice presidente Massimo Macchia) comuni di Lavello (col sindaco Antonio Annale), Maschito (rappresentato dal sindaco Antonio Mastrodonato), Melfi (rappresentato dal sindaco Livio Valvano e dal vice sindaco Rinaldo Di Ciommo) e Rionero (rappresentato dal sindaco Antonio Placido) e Venosa (rappresentato dall’avvocato delegato del sindaco Elisabetta Musco), Istituto Superiore di Sanità (col dirigente Reparto Igiene Aria Giovanni Marsili), Istituto di Protezione Ambientale (coi tecnologi Stefania Balzamo e Fabio Pascarella), Arpab (col direttore generale Raffaele Vita), Asp (c’era il direttore Dipartimento prevenzione Vito Bochicchio, dal direttore generale Pasquale Amendola e dal direttore Dipartimento prevenzione Salute Umana Franco Negrone) , Ircss-Crob (rappresentato dal dirigente Registro tumori Rocco Galasso), Fenice Ambiente (con l’amministratore Christophe Beaufils, dall’amministratore delegato Marco Steardo e il responsabile dell’impianto Ruggero Defazio), Cgil (rappresentata dal segretario generale provinciale Nicola Allegretti), Cisl (con l’esponente segreteria regionale Carlo Quaratino) e Uil (col componente della segreteria Marco Lomio), Cia (rappresentato dal presidente provinciale Leonardo Moscaritolo), Coldiretti (c’era il consigliere Liberato Meluzio), Copagri (rappresentato dal vice presidente Nicola Manfredelli), WWF (col funzionario Luigi Agresti), Comitato Diritto alla salute di Lavello (rappresentato dal presidente Nicola Abbiuso e dalla professoressa ordinaria di geologia Albina Colella)
Quasi quattro ore di lavori, presieduti da De Filippo, che sono partite dall’analisi dei dati per arrivare a delineare percorsi condivisi con cui seguire l’evolvere della situazione. “L’obiettivo – ha spiegato De Filippo – è quello di costruire percorsi di trasparenza che diano certezze sulla tutela di ambiente e salute eliminando ogni possibile dubbio. C’è chi ha interesse a mantenere la situazione in una sorta di stagno in cui non si capisce bene cosa c’è, perché è la condizione più utile per fare comizi. Noi, invece, vogliamo chiarezza totale e se ci sono responsabilità siamo pronti a costituirci davanti ai giudici e davanti agli uomini per perseguire chi ne ha colpa. E solo la chiarezza può dare ai cittadini quella serenità che deve essere anche uno dei nostri obiettivi, in una sorta di valutazione di impatto emozionale degli interventi posti in essere sul territorio”.
Le indicazioni date dal Presidente sono state portate avanti con speditezza durante tutto l’incontro. L’assessore Mancusi e il direttore Viggiano hanno evidenziato nel dettaglio le iniziative di monitoraggio messe in campo. “Il caso Fenice – ha spiegato Mancusi – è venuto alla luce proprio mentre eravamo impegnati in un momento di grande rilancio delle questioni ambientali, mettendo in campo iniziative di controllo tese a creare un clima di fiducia e grande chiarezza”. “Abbiamo potenziato il monitoraggio – ha aggiunto Viggiano – implementando il numero delle analisi per avere costanza dei dati e in sede di rilascio dell’Aia (autorizzazione integrata ambientale) ne innalzeremo ulteriormente il livello”.
Nell’incontro è stato ricostruito tutto il contesto di Fenice partendo dalla situazione (normativa e di fatto) che ha portato alla nascita dell’impianto, e fino ai processi interni. Su questi ultimi l’amministratore delegato Marco Steardo e l’ingegnere Ruggero De Fazio di Fenice Ambiente hanno risposto a una serie di domande fatte da rappresentanti di associazioni, fornendo tutti i chiarimenti senza che ci fossero ulteriori obiezioni. Ugualmente è accaduto per la situazione autorizzativa, la messa in sicurezza e i controlli, con i dirigenti di settore del Dipartimento ambiente, Salvatore Lambiase e Marika Bruno, che hanno relazionato e fornito risposte.
Elementi nuovi in materia di monitoraggio li ha forniti il direttore dell’Arpab Raffaele Vita. In particolare ha mostrato i dati di monitoraggio della qualità dell’aria nella zona (eseguiti con costanza e da tempo con tre centraline fisse a cui di recente se ne sono aggiunte due mobili, che mostrano dati tutti al di sotto delle soglie di allarme e di pericolo, eccezione fatta per le polveri sottili Pm 10, per le quali un paio di volte si è registrato uno sforamento, analogamente a quanto avviene (per questioni meteorologiche o contingenti) in tantissime realtà non industriali in Basilicata in Italia, in Europa e in tutto il mondo. Analoghi accertamenti Vita li ha illustrati anche in relazione alle acque, con un progetto che coinvolge anche l’Ofanto per il quale è in corso la definizione di un intesa con l’Arpa Puglia. “La messa in sicurezza – ha concluso Vita – ha avuto un effetto importante, evidenziando un trend di abbattimento degli inquinanti. Ora dobbiamo auspicare che si proceda subito alla bonifica”. E in proposito Vita ha garantito che tutti i dati che nel tempo saranno acquisiti saranno pubblicati sul sito dell’Arpab.
E dati rassicuranti forse ancor di più (perché riferiti al periodo precedente a quello della denuncia dell’inquinamento, ossia gli anni tra il 2001 e il 2008, li ha forniti l’Istituto Superiore di Sanità con Giovanni Marsili. Ai componenti del tavolo sono stati illustrati i risultati di alcune attività di monitoraggio fatte in quegli anni direttamente. Rilievi di microinquinanti sia in aria che nel suolo e anche nella catena alimentare con prelievi fatti ai camini di Fenice, nella Città di Lavello, in tre punti dell’area industriale di San Nicola, in aree meno vicine come la Stazione Ferroviaria e contrada Bizzarro, e in un aria che le direzioni dei venti tenevano al riparo dalle emissioni, ossia la diga del Rendina. “ I valori riscontrarti – ha detto sono sotto soglia rispetto a tutto, per alcuni elementi addirittura di un ordine di grandezza”. Ma non basta. La situazione trovata è stata tale da far rientrare l’area esaminata “nei parametri medi di un’area rurale”. Le diossine, ad esempio hanno presentato non solo valori che erano la metà di quelli riscontrati in alcune città, ad esempio Roma, ma situazioni “paragonabili a quelle emerse dai rilievi fatti sui monti Sibillini, che l’Ispra ha scelto come luogo di ‘bianco’”, ossia come elemento di raffronto di situazione di non inquinamento.
Nonostante la situazione di relativa tranquillità ambientale (lo stesso Marsili ha spiegato che l’Iss per metodologia approfondisce gli accertamenti quando i primi fatti mostrano segnali preoccupanti) al centro della discussione sono state anche le attività di monitoraggio sulla Salute che la Regione ha messo in campo. In particolare, l’assessore Martorano ha parlato degli studi sull’incidenza delle patologie tumorali e del Registro tumori. “L’attività del Registro Tumori – ha spiegato – sarà ultimata entro la fine dell’anno ,e ad essa seguirà, per i successivi 3/6 mesi anche la certificazione da parte di un ente terzo. E mentre la maggior parte d’Italia è priva di un tale importante infrastruttura, come si può facilmente verificare sul sito dell’associazione nazionale dei registri (Airtum), noi lo realizziamo direttamente su base regionale non con come di fatto oggi accade nelle altre realtà. Nel registro confluiranno tutti i dati relativi alle schede di morte e di anatomia patologica non solo dal sistema regionale, ma da tutte le strutture nazionali, per avere una situazione ancor più precisa includendo i dati di quanti si recano fuori a curarsi”. Martorano ha anche illustrato i problemi di privacy (superati con una legge regionale dello scorso luglio) che hanno tardato la messa a regime dello strumento. Nel riferirsi ai dati oggi già disponibili grazie all’osservatorio epidemiologico regionale, ha poi concluso dicendo che da essi si rileva come “mediamente l’incidenza delle patologie tumorali risultano essere inferiori a quelle nazionali, anche se registriamo un avvicinamento dei dati alla media nazionale che merita un approfondimento di studio, che tenga in considerazione diversi fattori, come il cambiamento degli stili di vita, il potenziamento degli screening e il miglioramento delle metodologie di diagnosi che fanno aumentare il numero dei casi rilevati”. Un tema ripreso anche dal Presidente De Filippo. “A quanto dice la scienza – ha spiegato – sui tumori incidono tre ordini di fattori cioè genetici, alimentari e ambientali. Ma mentre la scienza mondiale si interroga, qui c’è chi afferma di poter ricondurre la causa di questi fattori direttamente a questo o quell’elemento sul territorio e non solo nel Vulture e non solo per Fenice. Abbiamo il dovere – ha detto De Filippo – di essere costanti nel chiedere garanzie e trasparenza, ma dobbiamo farlo con responsabilità e serietà”.
La questione sanitaria sarà tenuta ben presente anche nelle fasi autorizzative con la previsione, annunciata dal direttore del Dipartimento Ambiente Viggiano, di uno studio epidemiologico mirato nei centri interessati dal termovalorizzatore”. “L’Aia – ha spiegato Viggiano – non è un semaforo verde a operare, perché, per legge, le attività preesistenti continuano ad operare con le autorizzazioni precedenti, in questo caso quelle della Provincia. Ma l’Aia deve essere vista, invece, come un’occasione per elevare il livello delle garanzie e dei controlli prescritti”. “Per questo – ha aggiunto Mancusi – ne ho parlato come quello strumento potente che la semplificazione giornalistica ha individuato in una clava. Perché effettivamente è con questo strumento che abbiamo la possibilità di incidere nel processo e nei controlli”.
L’azienda, dal canto suo, ha annunciato la volontà di aprirsi a una sorta di “visita ispettiva” del Tavolo della Trasparenza e di aver già disponibili 3 milioni di euro per avviare le attività di bonifica. Attività per le quali sono stati definiti dalla Regione e accettati dall’azienda, obiettivi di risanamento superiori a quelli previsti per legge, e che avverranno sotto il costante controllo delle istituzioni deputate e dello stesso Tavolo della Trasparenza. “Il nostro obiettivo – ha ripetuto De Filippo – è quello di elevare il livello delle garanzie e dei controlli. E – ha aggiunto – il livello della discussione che si è sviluppato oggi mostra che stiamo riuscendo nel nostro intento”.