“Trattamento acque di produzione Eni-Syndial”, Mediterraneo no triv e Medici per l’Ambiente Basilicata chiedono alla Regione Basilicata di esprimere parere negativo per progetto. Di seguito la nota integrale.
In data 11 Gennaio 2019 è stato pubblicato sul sito della Regione Basilicata il progetto, la Valutazione di Impatto Ambientale e la richiesta di Autorizzazione Integrata Ambientale relative alla realizzazione di un Impianto di Trattamento Acque di Produzione, provenienti dal COVA di Viggiano, da ubicarsi in Località Le Vigne di Viggiano.
L’istanza è stata inoltrata dalla soc. Syndial Servizi Ambientali s.p.a. di San Donato Milanese (MI).
Le associazioni ambientaliste però hanno documentato numerosi aspetti tecnici di assoluta criticità del progetto, e hanno invitato la Regione ad esprimere parere negativo per vari motivi, non ultimo, il pericolo che il terreno sui cui deve sorgere l’impianto possa essere impattato dalla dispersione di idrocarburi provenienti dal Cova.
In effetti, durante lo svolgimento della Conferenza di servizi, tenuta presso la Regione Basilicata 9 luglio 2019, i rappresentati di Mediterraneo no triv hanno, tra le altre cose, esposto anche tale eventualità e il rischio conseguente evidenziando che qualora l’impatto fosse stato acclarato, si sarebbe appalesata una condizione di impedimento alla realizzazione dell’impianto.
In merito a tale aspetto è stato documento che in data 29 settembre 2019 sul terreno su cui dovrebbe sorgere l’impianto e precisamente in zona C.da Le Vigne, vi sono le caratteristiche cisterne ricoperte da teli blu e utilizzate nella zona industriale di Viggiano-Grumento per l’emungimento del petrolio disperso dal Cova.
Quindi, qualora confermato, appare sussistere nel terreno in questione il tipico enumgimento dai peziometri di acque nel sottosuolo.
Pertanto legittimo è il dubbio che il sito possa essere “sito contaminato” ai sensi e per gli effetti del Dlgs 152 del 2006.
Pertanto, alla luce delle considerazioni sopra svolte e in attesa della documentazione che attesta quanto sopra eccepito, Mediterraneo no triv e Medici per l’Ambiente Basilicata nella prerogativa che la Convenzione di Aahrus riconosce, hanno inviato una nota formale agli enti preposti per chiedere conto e chiarimento di quanto sta accadendo nei terreni che dovrebbero ospitare il progetto di “trattamento delle acque di produzione Eni-Syndial” e per chiedere, in caso di conferma della contaminazione, che la Regione Basilicata senza indugio esprima parere negativo al progetto.