Trivelle D79 Golfo di Taranto, “No scorie Trisaia e “Mediterraneo no scorie”: “Consiglio di Stato conferma air gun Governo Renzi”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Dopo il Tar del Lazio il Consiglio di Stato conferma un’indagine sismica 3D su uno specchio acqueo di 748,7 km nel Golfo di Taranto autorizzata dal governo Renzi nel permesso di ricerca D79. Il Consiglio di Stato ha bocciato dopo il Tar del Lazio inoltre altri ricorsi di regioni e comuni che si affacciano tra il Golfo di Taranto e sull’Adriatico su altri 8 permessi di ricerca.
Il permesso di ricerca D79 era stato uno dei primi permessi di ricerca richiesti nel Golfo di Taranto dalla Enel Longanesi, permesso poi ceduto alla Aleanna Italia. Una Società a responsabilità limitata con sede a Roma e Matera. La stessa Enel Longanesi era uscita dalla upstream-gas e dalla ricerca petrolifera in mare ritenendo non conveniente investire in questo settore.
Tra le motivazioni per cui La stessa regione Basilicata aveva perso il ricorso al Tar del Lazio proprio sul permesso D79 allora in carico alla Enel Longanesi vi era anche quella di non aver fornito ( durante la giunta De Filippo ) osservazioni al ministero dell’ambiente sull’impatto ambientale del permesso stesso, cosi come hanno fatto comuni, comitati e associazioni.
Ora potranno essere soddisfatti quelli di Confindustria Basilicata che vogliono più fossile ,non sappiamo cosa ne pensa la Confindustria turismo e pesca (sempre se in Basilicata esiste ). Continuerà ancora il presidente Marcello Pittella, Vito De Filippo e il PD lucano nella falsa opposizione alle trivelle in mare mentre hanno aperto le porte sulla terraferma alle compagnie petrolifere? La stessa Aleanna Resources con sede a Matera ha altri permessi di ricerca in terraferma lucana. Continuerà l’ex vice ministro Filippo Bubbico (anche con il suo nuovo partito) dopo le autorizzazioni a cui ha partecipato con il governo Renzi a pensare di trivellare lo jonio? Senza entrare nel merito della sentenza, lo faremo con calma, ricordiamo che questo procedimento amministrativo avviato dal governo Renzi dovrà tenere comunque conto qualora si avviasse la ricerca petrolifera con l’ air gun dell’impatto ambientale che in realtà ci potrebbe essere sui delfini, sul corallo bianco ,sulle biocenosi, sulla pesca e sugli ecosistemi del nostro mare . Su eventuali danni che le popolazioni, le attività economiche e le istituzioni locali potrebbero riservarsi di chiedere al fine di tutelare il proprio patrimonio naturalistico e di interesse economico rilevante .In merito avevamo più volte chiesto proprio al ministero dell’ambiente in altri permessi di ricerca di avviare un punto ambientale zero o bianco dei nostri mari anche tenuto conto della presenza delle navi dei veleni nello Jonio e nei mari meridionali. L’annosa questione delle navi dei veleni desecretata dalla commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti è stato oggetto di un nostro esposto alla comunità europea. L’area del golfo di Taranto è invece interessata da un progetto di area sic di alto mare già presentato in regione puglia dalla JDC , propedeutica alla creazione del paradiso dei cetacei che la stessa Ispra aveva guardato con interesse scientifico proprio nel golfo di Taranto. In attesa di un cambio di governo che protegga i nostri mari dalle trivellazioni petrolifere il consiglio di stato ha confermato i permessi di ricerca che riguardano la Società Northern Petroleum Ltd e la la società Petroleum Geo – Service Asia Pacific Pte. Ltd ,gli 8 permessi sono: “d 66 F.R.-NP” ;“d61 F.R.-NP” ; d 65 F.R.-NP; d2 F.P.-PG; “d60 F.R.-NP”, “d149 D.R.-NP”, “F.R. 39 NP” e F.R. 40 NP”