Giovanni Angelino, Consigliere comunale Gruppo Misto, esprime in una nota vivo apprezzamento per il parere contrario della Regione Basilicata su richieste estrazioni petrolifere nel Mar Jonio ma chiede anche di risolvere l’emergenza erosione. Di seguito la nota integrale.
Esprimo vivo apprezzamento per il parere negativo espresso dalla Giunta regionale di Basilicata rispetto alla richiesta di ricerche petrolifere nel mar Jonio contenute nei due progetti presentati da Shell Italia E&P Spa.
La scelta compiuta dal Presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo e dal Dipartimento Ambiente, Territorio, Politiche della Sostenibilità non fa altro confermare le preoccupazioni espresse nel corso di manifestazioni pubbliche dalla Provincia di Matera e dalle Amministrazioni Comunali della costa jonica in cui era stata ribadita l’assoluta contrarietà a questi progetti, in evidente contrasto con la tutela ambientale e il rilancio eco-turistico dell’area interessata.
La Basilicata è un territorio che ha urgente bisogno di rilanciarsi dal punto di vista occupazionale e non poteva permettere alla Shell di aggredire l’unica risorsa a disposizione per la costa jonica, il turismo.
Ecco perché ritengo doveroso sottolineare la decisione assunta dalla Regione Basilicata, che adesso dovrà impegnarsi per risolvere in tempi rapidi anche un’altra emergenza che torna a preoccupare gli operatori turistici della costa jonica, quello dell’erosione.
Un problema che negli anni scorsi è stato affrontato con soluzioni tampone ma che adesso bisogna affrontare con maggiore decisione.
Giovanni Angelino, Consigliere comunale Gruppo Misto (nella foto in basso)
Dalla Giunta regionale parere negativo alle ricerche petrolifere nel mar Jonio.
Il diniego riguarda 2 progetti nel Golfo di Taranto presentati da Shell Italia E&P Spa
La Giunta regionale ha espresso nella seduta di oggi, ai sensi del decreto legislativo 152/2006, parere contrario al rilascio del giudizio favorevole di compatibilità ambientale da parte del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, relativamente ai Progetti di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi in mare con indagine geofisica 3D denominati “d 73 F:R -.SH” e “d 74 F.R – .SH” proposti da Shell Italia E&P S.p.A.
Lo rende noto il Dipartimento Ambiente, Territorio, Politiche della Sostenibilità.
Lo stop del Governo lucano si basa su una serie di motivazioni evidenziate nel provvedimento. In primo luogo il parere contrario, sui due progetti, che riguardano 2 aree ubicate nel mar Jonio ( la prima nella porzione centro-meridionale e la seconda in quella meridionale del Golfo di Taranto), espresso all’unanimità dal Comitato Tecnico Regionale per l’Ambiente nella seduta del 5 febbraio 2012.
“Valutato che l’intervento in esame contrasta con gli obiettivi di tutela ambientale e di rilancio eco-turistico della costa jonica lucana in quanto – spiegano i tecnici del Ctra – dall’analisi dello S.I.A. (Studio di impatto ambientale) proposto, non è possibile escludere, con ragionevole certezza, l’innesco di impatti negativi significativi a carico dell’ambito marino interessato e delle fasce costiere prospicenti”. Si ritengono, inoltre, “condivisibili le osservazioni prodotte dalle Amministrazioni Comunali costiere e della Provincia di Matera in merito al rischio di impatti negativi a carico del delicato sistema ambientale coinvolto, che possono provocare gravi ripercussioni sul sistema economico locale”. Il riferimento è ai pareri negativi, espressi attraverso delibere dei rispettivi Consigli, inviati in precedenza all’Ufficio Compatibilità Ambientale della Regione Basilicata dai Comuni di Rotondella, Pisticci, Nova Siri, e dalla Provincia di Matera.
“La Regione Basilicata – si legge nelle considerazioni contenute nella delibera della Giunta – ha assunto quale obiettivo prioritario la tutela ambientale e il rilancio turistico della fascia jonica costiera attraverso la redazione di specifici strumenti di pianificazione territoriale quali: il redigendo ‘Piano regionale Coste’; il vigente ‘Piano regionale di utilizzo delle aree demaniali marittime’; il Programma ‘Rete Natura 2000’ che, nell’ambito degli studi e monitoraggi svolti e su esplicita richiesta del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare), ha previsto l’estensione a circa 2 miglia marine prospicienti i siti posti lungo la zona costiera jonica, con una visione applicativa di area vasta, che andranno tutelate, attesa l’enorme valenza naturalistica”.
Policoro, Don Antonio Mauri su trivelle nel mar Ionio: “la collaborazione tra la politica, l’economia, le associazioni e la Chiesa è il segreto per realizzare sempre meglio il bene comune, come insieme delle condizioni per una vita umana autentica”.
“La natura, creata da Dio insieme all’uomo, immagine e somiglianza Sua, deve essere difesa da ogni forma di distruzione o stravolgimento. Per noi cattolici credenti la natura è l’insieme degli esseri viventi e inanimati considerato nella sua forma complessiva, nella totalità cioè, dei fenomeni e delle forze che in esso si manifestano. La natura intesa come ambiente è quindi un elemento fondamentale che dobbiamo assolutamente rispettare. Altrimenti, come possiamo osservare in diverse situazioni, essa si ‘ribella’ creando dei disastri di proporzioni inimmaginabili!”.
E’ quanto ha affermato il parroco della Chiesa Madre Maria SS. del Ponte di Policoro (MT), don Antonio Mauri al quale è stato chiesto di intervenire in dibattito nella Conferenza Nazionale sul tema ‘Uscire dal Petrolio’ tenuta a Policoro per iniziativa di Legambiente.
“Ribadiamo fermamente l’opposizione a quanto le compagnie petrolifere vogliono effettuare a ridosso della cittadina di Policoro nelle acque del mar Ionio – ha dichiarato don Mauri – perciò, diciamo ‘No alle trivelle sullo Ionio’, salviamo il nostro Mare in quanto la difesa dell’ambiente è un dovere e un impegno anche dei cristiani, perché la dignità della persona e dell’ambiente è sempre la base per un autentico sviluppo sostenibile, aldilà di ogni ideologia di sfruttamento economico”. A conclusione dell’intervento, gradito ed apprezzato da tutta la numerosa platea presente nella sala consiliare ‘N. Montesano’, don Antonio ha affermato che, “la collaborazione tra la politica, l’economia, le associazioni e la Chiesa è il segreto per realizzare sempre meglio il bene comune, come insieme delle condizioni per una vita umana autentica”.
CHE NON SIA PER UN FATTO DI PURO CAMPANILISMO ELETTORALE ? TANTO SIAMO TRIVELLATI DA TUTTE LE PARTI COMPRESO LA NOSTRA TESTA. BUONA CAMPAGNA ELETTORALE TRIVELLATORI.
guarda caso si oppongono solo alle richieste in mare, dove i comuni non traggono royalties, ma non in quelle terrestri che avvengono nella più totale anarchia e misure di salvaguardia e garanzia per fonti d’acqua e popolazione… sulla banderuola che si sente di tanto in tanto, non c’è neanche bisogno di commentare