“Ormai è allarme Val Basento, dopo la scoperta di rifiuti speciali interrati nell’area industriale percorsa oggi da mille dubbi e da serie preoccupazioni per il suo futuro. Che si possa trattare di un’azione riconducibile alle tante ecomafie, certamente non è l’Ugl ad annunciare che non vi è dubbio ma, il dato sconcertante riguarda l’assenza di un controllo costante e l’avvio, dopo anni di colpevoli silenzi, del processo di bonifica della Valle del Basento, nel triangolo compreso tra Ferrandina, Pisticci e Grottole”.
E’ quanto dichiarano congiuntamente i segretari dell’Ugl in Basilicata, Giovanni Tancredi, Enzo Piccinni e Pino Giordano per i quali, “la Val Basento, giova ricordarlo a chi non ha memoria lunga, è stata inserita da anni nella mappa nazionale dei siti maggiormente inquinati e tali da richiedere una particolare attenzione del Governo per avviare la complicata fase di bonifica e il ritorno a condizioni accettabili, sia per la salute degli abitanti, sia per gli insediamenti produttivi auspicabili ancora oggi e auspicati sin dal 1987, anno in cui fu proclamata a grandi lettere l’avvio della reindustrializzazione della Valle. Anche l’area industriale di Tito – continuano i sindacalisti Ugl – rientra in questa mappa da disinquinare e rendere praticabile, in tutti i sensi. Per giunta in Val Basento opera Tecnoparco, la società che si occupa dello smaltimento dei reflui provenienti dalle estrazioni petrolifere: anche questa una mina vagante, giacché non è dato sapere nulla oltre alle scarse e parziali informazioni. Il lavoro in Basilicata ha bisogno di ambienti puliti e di realtà affidabili, quanto agli equilibri ambientali e alle risorse pienamente utilizzabili e non compromesse.
Il sindacato – concludono Tancredi, Piccinni e Giordano – non starà a guardare nella fase delicatissima che si apre. L’Ugl, dal canto suo, lancia un ultimatum perché si proceda a gradi passi sul terreno della bonifica e del risanamento ambientale. Condizione irrinunciabile per il lavoro e lo sviluppo”.