Il territorio di Pisticci ha, purtroppo, tutte le carte in regola per rientrare pienamente nel “Caso Basilicata” denunciato dal radicale Maurizio Bolognetti, intervenuto ieri sera a Marconia in un dibattito utile anche a comprendere attraverso quali percorsi è possibile riprendere il controllo delle dinamiche che stanno minacciando l’ambiente e la salute dei cittadini.“Caro Maurizio, Pisticci si è purtroppo meritata un posto fra le pagine del tuo dossier, ma spero che ne sappia presto uscire”, così si è rivolto a Bolognetti il consigliere comunale di Pisticci Roberto Cammarota, co-organizzatore, insieme al team di Pisticci.com, dell’evento di presentazione del libro “La peste italiana. Il caso Basilicata”, che si è svolto ieri, sabato 17 dicembre, presso la Sala consiliare di Marconia. Le immagini proiettate in apertura dell’incontro e la carrellata delle emergenze ambientali susseguitesi negli ultimi anni tra il fiume Basento e Contrada Lavandaio, stilata dal consigliere e integrata dal moderatore del dibattito Roberto D’Alessandro, dimostrano come il territorio pisticcese possa esser considerato a tutti gli effetti un focolaio di una “malattia infettiva e contagiosa” dalla quale occorre difendersi per evitare un’epidemia. Lo sa bene Bolognetti che ha dedicato un capitolo della sua pubblicazione al sito dell’area industriale della Val Basento, individuata nel 2002 quale sito di interesse nazionale, perimetrato poi nel 2003. A quasi 10 anni di distanza, la bonifica dell’area è quasi a zero. Eppure da allora sono state numerose le Conferenze di servizio tenutesi presso la sede del Ministero dell’Ambiente per la Messa in Sicurezza d’Emergenza di quest’area devastata dai veleni. A tal proposito, Bolognetti si è rivolto al sindaco di Pisticci, seduto al tavolo dei relatori e, dopo avergli riconosciuto la tempestività con cui, circa 3 mesi fa, in seguito alla moria di pesci, ha emesso l’ordinanza per vietare il prelievo e l’utilizzo delle acque del Basento, lo ha invitato a pubblicare sul sito istituzionale i verbali di queste riunioni ministeriali: un vero e proprio elenco di prescrizioni che rimangono solo sulla carta. Nel suo intervento, Di Trani non si è limitato a parlare dell’area industriale di Pisticci Scalo, annunciando un’intesa con Tecnoparco per avere dati sempre aggiornati utili al monitoraggio ambientale. Il primo cittadino di Pisticci ha spostato lo sguardo anche sull’area marina, promettendo l’attivazione di controlli sugli impianti di depurazione degli scarichi prodotti dagli insediamenti turistici presenti. Sul business dei rifiuti in Basilicata e sulla questione amianto è intervenuto, invece, Andrea Spartaco, giornalista lucano e filmaker che ha raccontato come le sue scomode inchieste abbiano portato al licenziamento del fratello per intercessione dell’ex sindaco di Ferrandina. La storia personale di Andrea e la testimonianza del cacciatore pisticcese Giuseppe Vitale, colto da malore una settimana fa, nei pressi del fiume Basento, aiutano a definire esattamente l’approccio con cui occorrerebbe affrontare la questione ambientale: i cittadini devono ricoprire il ruolo di sentinelle del territorio, i giornalisti hanno gli strumenti per realizzare inchieste approfondite ma senza la collaborazione delle istituzioni che devono assumersi l’onere di denunciare, non si va molto avanti. Lo afferma esplicitamente anche Bolognetti che presenta il suo libro come “la continuazione di un’iniziativa politica di proposta e non di protesta condotta nel costante tentativo di dialogare con le istituzioni per fornire un quadro d’insieme delle criticità ambientali contro le posizioni negazioniste. E’ possibile che solo in Basilicata un inceneritore non abbia effetti nocivi?”, si chiede il radicale facendo riferimento al caso Fenice di Melfi. “E’ possibile che solo in Basilicata le estrazioni petrolifere non siano impattanti?”, aggiunge riflettendo sulla situazione in Val d’Agri. Domande retoriche, che hanno già una risposta nella letteratura scientifica e che, tuttavia, bisogna continuare a porre, correndo il rischio di essere etichettati come allarmisti e integralisti. “Noi non abbiamo pregiudizi, chiediamo solo che i controlli vengano eseguiti correttamente e che, alla base di ogni scelta, ci sia una oculata valutazione dei costi e dei benefici”. Prima di lasciare la parola al pubblico – sono intervenuti il Presidente dell’AIEA Mario Murgia, Rocco Viggiani, il consigliere Domenico Lazazzera, il dottor Enzo Monfredi e Nicola Cataldo – Bolognetti chiude con una triste constatazione “la Basilicata è la regione che produce meno rifiuti di tutti, non perché siamo virtuosi ma per via della miseria e tuttavia, a causa della scarsa densità abitativa, siamo stati candidati ad Eden dei rifiuti”. Disarmante, ma si faccia attenzione a non interpretare queste parole con spirito fatalistico perché, come ha affermato Cammarota, “abbiamo la forza e l’intelligenza per difenderci, basta informarsi costantemente e agire perché le battaglie sicuramente perse sono quelle che non si combattono”.
Dic 18