Franco Vespe ha inviato alla nostra redazione una nota per esprimere il suo parere sul dibattito in corso per la costruzione di una centrale termodinamica solare tra Banzi e Palazzo San Gervasio. Di seguito la nota integrale.
Una ventina di anni fa montò una surreale protesta degli agricoltori contro il centro di geodesia spaziale di Matera capace e rea di bloccare le piogge per gli infernali macchinari che ospitava. Se vogliamo un episodio simile accadde ad un’altra stazione dell’Agenzia Spaziale Italiana a Malindi in Kenia. Lascio al buon senso di chi legge giudicare la sensatezza e la ragionevolezza di quelle proteste. Allo stesso buon senso rimetto il giudizio sulla protesta che oggi sta montando dalle parti dell’alto bradano contro la realizzazione di una centrale termodinamica solare ritenuta altamente inquinante” fra Banzi e Palazzo San Gervasio. Ormai si sa come funziona! Il principio è antico. Il principio, già sfruttato da Archimede consiste nel concentrare i raggi solari con uno specchio concavo (o una lente) in un punto per sviluppare così un tale calore fino ad incendiare i velieri romani. Chi scrive da piccolo, molto più modestamente, allo stesso modo, incendiava le macchinine per simulare catastrofici incidenti stradali in miniatura! Ma non divaghiamo. Fra i primi a pensare di utilizzare il sistema per produrre energia sono stati i ricercatori dell’ENEA. I raggi solari vengono focalizzati su serbatoi contenenti sali fusi ed oli diatermici con grande capacità termica in grado di raggiungere temperature fino a 500-600 gradi. La loro grandissima inerzia termica permette che il rilascio termico continui anche nel corso di tutta la notte quando il sole dorme! (vantaggio che p.es. il fotovoltaico non ha!) Insomma abbiamo a che fare con una tecnologia di produzione dell’energia veramente pulita, Probabilmente la più pulita che ci sia. L’inconveniente più grande, se di questo si può parlare, è quello di dover usare grandi superfici per raccogliere l’energia del sole perché il gioco valga la candela! Ora è inutile nascondere che queste grandi superfici in Italia le offre la nostra regione. 580 mila abitanti su di un territorio di 10.000 Km2 ; ovvero la densità abitativa più bassa in Italia! Ora francamente la protesta assolutamente ingiustificata della popolazione dell’area, rievoca vagamente la caccia alle streghe (o al mostro) che si praticava assiduamente in epoca medioevale, spinti più dalla paura ispirata dall’inconosciuto che per pericoli reali. Protesta ingiustificata perché dal punto di vista ambientale la centrale ha un impatto praticamente nullo; mentre pretende degli spazi di cui noi in Basilicata disponiamo generosamente. Quindi la protesta ha veramente dei risvolti incredibili! Siamo ormai arrivati ad inflazionare pericolosamente i conflitti NIMBY (non nel mio giardino!) delle quali noi lucani siamo stati eroici antesignani nel 2003, ma il cui abuso ci sta facendo ora gridare scioccamente al” lupo al lupo”. Non stiamo comprendendo l’importanza dell’impresa che si sta contestando. Un’impresa che sfrutta un’idea geniale avuta in Italia che un gruppo industriale quasi tutto italiano sta cercando di realizzare, renderà competitivo il nostro territorio e, cosa che di questi tempi non guasta, creerà lavoro. Si ma noi perché protestiamo ? E’ immediatamente dimostrabile che l’impatto ambientale è praticamente nullo. Non è equiparabile affatto all’estrazione di petrolio come si favoleggia. Ha un impatto ambientale sicuramente inferiore anche a quello del fotovoltaico e, dal punto di vista architettonico, si presenta con un look avveniristico degno della “metropolis” di Fritz Lang. Si protesta perché la centrale occuperà alla fine (solo) 250 ettari di terreno e rovinerà l’agricoltura dell’area? So che da quelle parti si coltiva grano estensivo. No mi risulta che ci siano aree irrigue estese. Non mi risulta che ci siano coltivazioni pregiate (senza nulla togliere all’agricoltura dell’area) così come lo sono quelle del metapontino che è invece solo un fazzoletto di terra ed è, nonostante tutto, martoriata sempre più da cemento e asfalto . Il terreno sul quale sorgerà per il 60 % è demaniale; mentre l’altro 40% sarà espropriato a prezzi non certo sconvenienti per i proprietari. Quindi di quale crimine contro l’ambiente e contro la salute si sta parlando? Tutte queste cose vanno spiegate alla gente, senza populismi e senza luddismi di retroguardia, perché poi la ragionevolezza possa trionfare. Ci potrebbe essere sempre e comunque il micro e macro economista in agguato che potrebbe arringarci, fra il mitologico ed il bucolico, circa la vocazione agricola della Basilicata che occorrerebbe far inseguire alla sua gente per promuoverne il pieno sviluppo. Spesso non sappiamo di che cosa stiamo parlando e che cosa sta succedendo altrove. L’agricoltura in Italia occupa a mala pena il 3% degli occupati e nei paesi a pieno sviluppo agricolo si arriva ad un livello di occupazione non superiore al 5% ! Insomma il settore primario dell’agricoltura è necessario che ci sia ma non può da sola risolvere il problema dell’occupazione. Non la può risolvere nemmeno insieme all’industria (insieme non possono superare la soglia del 30-35 % di occupati che invece anch’essa, come settore secondario, dovrà comunque esserci. La può risolvere invece lo sviluppo di un terziario avanzato e dei servizi (di cui il turismo fa parte) il cui aumento della percentuale degli occupati rappresenta un indicatore importante per capire se una nazione sta progredendo in termini di modernizzazione. Non c’ è una separazione fra il salario ed il lavoro quando invece è semplicemente il lavoro che cambia. Ma questa è un’altra storia sul quale ritorneremo! Certamente l’impianto di Banzi-Palazzo potrebbe rappresentare un passo decisivo verso la modernizzazione per la nostra regione. Non roviniamo questa importante ulteriore occasione. Se ci avvitiamo ancora intorno a queste proteste da retroguardia medioevalista rischiamo di far chiudere i battenti alla nostra Lucania. Contenti voi contenti tutti!
Franco Vespe
Francesco Vespe
Schietto, sincero e realistico l’intervento di Franco Vespe. Secondo me , circa l’opposizione, gatta ci cova.
Che dire dei pannelli fotovoltaici montati su serre, dove va a finire l’agricoltura anche in questo caso ? eppure c’è una corsa indescrivibile a fare serre per montarvi pannelli fotovoltaici visto che se li si impianta a terra non si prendono più i contributi statali. Si spiantano oliveti e piantagioni pregiate dove c’è l’irriguo
Caro Franco, l’occupazione riguarderebbe solo qualche decina di persone a regime. Chi ci guadagnerà da questa operazione? E poi perché non installare l’impianto in un’area industriale dismessa? Derubricare le proteste delle comunità a mere voci di gretti ignoranti è sempre sbagliato. Quest’opera faraonica, a mio modesto avviso, è l’ennesima cattedrale nel deserto, utile ancora una volta per portare utili a pochi a scapito (consumo del territorio ed esproprio di terreno irriguo) di molti. La produzione di energia deve spostarsi verso un concetto di democratizzazione, rappresentato dall’autoconsumo. Costruire megacentrali, se pur in gran parte ad energia rinnovabile (c’è comunque una quota di gas che dovrà essere bruciato per avviare l’impianto) fa parte di quel modo di concepire il mondo che è l’opposto di quello che dovrebbe appartenere a chi si dichiara a favore della difesa dei diritti delle fasce più deboli. Si dovrebbe puntare ad una distribuzione diffusa dell’energia, all’autoconsumo e alla preservazione del territorio.
Caro Gianni,
Sarebbe il caso di andare a valutare in modo serio una volta per tutte quali sarebbero i costi di una “democratizzazione” soprattutto dal punto di vista ambientale e della dissipazione del territorio della produzione dell’energia. Cosa significa democratizzazione dei metodi di produzione della energia ? Ma che credi che il fabbisogno energetico sia solo quello necessario per riscaldare lo scaldabagno di casa propria ? Poi non vuol dire che una protesta popolare è necessariamente informata ed intelligente solo perchè….. è popolare! Anzi ci si dovrebbe seriamente preoccupare se ragioni chiare ed inoppugnabili non emergono da esse…ciò vuol dire che sono dettate da motivi….. inconfessabili. Poi di quanta terra si sta sacrificando l’ubertosità (?) 100 ettari forse. Ma i migliaia di ettari di pannelli fotovoltaici che hanno coperto gli “aridi” campi del metapontino pugliese li avete mai visti! Per quanto riguarda la storia degli occupati ho chiaramente espresso che sia dall’agricoltura che dall’industria non ci si può aspettare un aumento del lavoro e dell’occupazione e ..pertanto nemmeno da impianti di cui stiamo parlando. Lo si creerà con il terziario avanzato che si svilupperà intorno a detti impianti e più in generale, intorno a mezzi di produzione nel primario e secondario sempre più efficiente ed automatizzato…ma l’argomento è ben più complesso e non mancheranno certamente occasioni per discuterne e chiarirci…
Gentile Prof. Vespe,
sono un convinto componente del Comitato cittadino “NO AL SOLARE TERMODINAMICO” e con convinzione mi accingo a sottoporle alcune mie riflessioni.
Ho letto il suo curriculum, lei è un astronomo, quindi, senza abusare, mi permetterà di dire che per la sua attività, in pratica, ha la testa fra le stelle ma i piedi certamente non li ha piantati nella terra, la nostra terra.
Il suo intervento tutto a favore del solare termodinamico che si vorrebbe realizzare a ridosso dell’abitato di Palazzo San Gervasio ,circa 1 Km in linea d’aria, nel territorio di Banzi ma con tutte le proprietà intestate a cittadini di Palazzo ivi comprese quelle che lei definisce del demanio, è un vero attacco alla popolazione e alla sua autodeterminazione.
Con molta franchezza , aggiungo, che il fatto che lei risieda a Matera, sede della ditta Teknosolar mi lascia alquanto perplesso e mi crea qualche dubbio: “a pensar male si fa peccato ma….”
Lei interviene sugli aspetti tecnici del progetto anzi elogiandolo e citando Lang definendolo un look avveniristico e spingendoci indietro addirittura all’epoca medioevale.
Devo rassicurarla perché non abbiamo mai ingigantito gli aspetti tecnici del progetto stesso: a noi è sufficiente quello che vi è scritto, i dati riportati sono più che eloquenti tanto, se permette, da farci riflettere. Medioevali, certamente, se pensiamo che re Manfredi aveva scelto Palazzo San Gervasio per costruire la sua domus che domina tuttora la pianura e che nulla a che vedere con il look a cui le fa riferimento e che auspica.
Fa, ancora, riferimento ad “un’idea geniale avuta in Italia e che un gruppo industriale quasi tutto italiano sta cercando di realizzare” anche qui mi deve permettere qualche osservazione : l’idea geniale è ancora sperimentale e sicuramente si riferisce all’impianto di Priolo dove il sole è più forte che non in Basilicata e dove la convenienza è tutta ancora da dimostrare; per quanto riguarda la nazionalità del gruppo credo che si possa eliminare il “quasi” poiché il tutto fa riferimento ad una società spagnola con il solito gioco delle scatole cinesi tant’è che la Teknosolar che vorrebbe realizzare l’ impianto da 300 ml di euro ha un capitale sociale di 10.000 euro!!
Descrive il nostro territorio dedicato solo alla coltura dei cereali ma credo che ignori il fatto che in quella pianura fertile ed irrigua che si vorrebbe distruggere si coltivi si il grano ma anche pomodori, ortaggi e addirittura ciliegie con un’occupazione molto lontana dai suoi dati senza essere un micro/macro economista ma sicuramente un bucolico e come non esserlo quando al mattino volgo il mio sguardo ad est ed osservo una pianura bella e rigogliosa?
Non siamo certamente affetti dalla sindrome NIMBY, venga a vedere con i suoi occhi quante pale eoliche sono state installate sul nostro territorio!
Per concludere dissento con fermezza che l’impianto solare termodinamico possa rappresentare un passo decisivo verso la modernizzazione della nostra regione piuttosto io lo definirei un crimine contro l’umanità: non ci bastano i danni del petrolio – a proposito dovrebbe partire anche la trivellazione del nostro territorio con il progetto che si chiama Palazzo – e poi pale eoliche, Fenice e discariche varie.
Non mi resta che invitarla a visitare la nostra cittadina, sarà mio gradito ospite, mi darà la possibilità di mostrale quanto è necessario che lei conosca e sono convinto che la sua onestà intellettuale di scienziato potrà farle cambiare opinione.
Con Stima
Nicola Savoia
p.s. ho lavorato a Matera per oltre un ventennio e conosco la zona, le suggerirei di indicare alla Teknosolar la località Venusio di Matera come una sede ideale dove realizzare l’impianto in questione.
Mi chiamo Mirella Di Stasi, abito a Palazzo San Gervasio e, dopo aver letto quello che scrive Franco Vespe sulla costruzione dell’impianto solare termodinamico su progetto proposto dalla Teknosolar Italia 2 con sede in Matera amministratore unico Fragasso Giovanni capitale sociale € 10.000,00, non posso evitare di fare alcune precisazioni rispondendo alle domande che il prof. Vespe pone. Egli nelle considerazioni pubblicate l’8/12/2013 chiede perché protestiamo : 1) Noi, brava gente di Palazzo San Gervasio, protestiamo perché non vogliamo un impianto solare termodinamico della potenza di 50 MWel che sorga su 226 ettari di terreno fertile ed irriguo. Il più fertile della Regione Basilicata. Il più irriguo della Regione Basilicata. 2) Noi protestiamo perché teniamo alla salute nostra e dei nostri figli visto che la centrale solare termodinamica che si vuole costruire prevede l’utilizzo di olio diatermico definito dall’ENEA altamente infiammabile ed inquinante(Quaderni solari diatermici edizione luglio 2011 pag. 7) . 3) Noi protestiamo perché la centrale proposta dalla Teknosolar prevede l’utilizzo durante le ore notturne o nei periodi di scarso irraggiamento solare di energia non rinnovabile (gas metano).
Per amor di precisione : i terreni definiti demaniali nel progetto della Teknosolar in realtà sono semplicemente gravati da usi civici . La salute,la dignità,la tradizione non si barattano con 34 posti di lavoro (tanti se ne genererebbero con l’impianto solare termodinamico).
E’ vero, prof. Vespe , a volte davvero non sappiamo di cosa parliamo.
Mirella Di Stasi
Mi piacerebbe conoscere la fonte, con cui si afferma che quei terreni non sono del Demanio, ma gravati da uso civico ! Naturalmente senza nessun intendo polemico, la domanda è posta solo per curiosità intelletuale in quanto in passato ho studiato la questione. e sono sicuro che una fonte a me sconosciuta acrescerebbe le mie conoscenze. Grazie
a) Il gas metano non produce gas serra e non può coprire se non un tetto massimo del 15%. Viene usato solo per lo start up dell’impianto
b) Nelle ore notturne si prevede di usare gli accumulatori costituiti di sali fusi.
c) Per la realizzazione dell’impianto saranno occupate aziende del territorio con una occupazione dalle 200 alle 300 unità per un periodo di 2-3 anni
d) a regime potrà impiegare fino a 50 persone
e) creerà un know how d’impresa sul territorio e nel settore (è la cosa più importante!) che potrà essere esportata in Italia ed all’estero
f) L’olio diatermico è pericoloso solo se supera temperature di 500-600 °. Non supererà mai nell’impianto + di 390 gradi. E comunque l’olio delle macchine ed il loro smaltimento è di gran lunga più problematico dell’olio diatermico
g) mi risulta (perchè conosco l’area) che la coltura dominante è grano estensivo e l’occupazione di 250 ettari di terreno è alla fine un francobollo rispetto alle estensioni agricole dell’area.
h) risulta che le terre demaniali vengono gestiti da pochi fittuari (o mezzadri o vattela a pesca!) che praticano il caporalato con mano d’opera straniera (quindi si arricchiscono attualmente con quei terreni pochissimi noti).
i) detto questo non esiste nessuna fonte energetica, nessuna macchina che non crei inquinamento (II principio della termodinamica!) possiamolimitarlo si (con macchine sempre più efficienti) o cambiare l'” inquinante” (pensa che un tempo l’inquinante era lo sterco dei cavalli!).
l) Oggi è prioritario che si riducano del 20 % le emissioni dei gas serra. Non mi sembra che attualmente ci siano tante soluzioni diverse dall’eolico, il fotovoltaico e il termodinamico solare. A meno che non si voglia usare il nucleare!
m) Detto questo, in accordo con Mirella, sono sempre più rafforzato nel convincimento che non si sa di cosa si sta parlando!!!
Gentile sig.Vespe,
premesso che condivido in tutto e per tutto quanto esposto da Mirella Di Stasi, e quindi la posizione della maggior parte dei cittadini dell’Alto Bradano, le confesso che trovo quanto meno sconcertanti le affermazioni dei sostenitori dell’impianto termodinamico. Intanto, mi lascia perplesso il fatto che, decisioni così importanti non vengano preventivamente discusse e concordate con le popolazioni locali, già quest’aspetto, francamente, mi induce a pensare che non siano deltutto in “buona fede” i fautori dell’impianto , prescindendo da questa considerazione del tutto personale, c’è un’aspetto ancora più importante che mi preme sottolineare in merito. Lo farò con un’esempio: La provincia di Torino, Non ha permesso all’Ikea di costruire un megastore che avrebbe dato da lavorare a 250 persone, a La Loggia,(prima cintura torinese) semplicemente per non “consumare” 160 ettari di suolo agricolo, e di ‘sti tempi, potra capire quanto sia costata questa decisione in termini di consenso, ma, giustamente (secondo il mio modestissimo parere) il colosso svedese è stato invitato ad utilizzare aree dismesse (ex industrie e via dicendo). Se può interessare le “linko” l’art. de La Stampa (http://www.lastampa.it/2011/07/27/cronaca/se-ikea-si-ribella-ai-diktat-dell-italia-xarHjb3YEVYW6BWkHzd9sJ/pagina.html) Perché questo non dovrebbe succedere anche nella nostra amata regione? Ossequi!
Prof. Vespe,
Le affermazioni contenute nei suoi commenti del 9/12/2013 e del 10/12/2013 rasentano l’insulto, credo che qui nessuno si senta “espertone della problematica ambientale” ,a quanto pare è lei che si sente di poter dare lezioni di vita. In qualità di espertona delle problematiche ambientali, dunque, mi piace precisare che i posti di lavoro che la prodiga Teknosolar vuole regalare a noi quattro mezzadri, affittuari o vattelappesca sono 34 (tanto può leggere a pag. 57 della relazione tecnica relativa all’impianto solare termodinamico). Nelle centrali solari termodinamiche che prevedono l’uso di olio diatermico non può essere superata la temperatura di 400 gradi, ciononostante il pericolo di incendi ed esplosioni c’è; il progetto Solar 1 , realizzato negli Stati Uniti per la costruzione della stessa tipologia di centrale che si intende costruire nella nostra terra , fu distrutto da un incendio che mandò a fuoco l’olio su cui i raggi del sole venivano concentrati . Nell’articolo che Lei pubblicava l’8/12/2013 diceva con entusiasmo che il solare termodinamico consentiva la produzione di energia veramente pulita probabilmente la più pulita e poi, improvvisamente , il giorno successivo, ritratta dicendo : ” non esiste nessuna macchina che non crei inquinamento”. Strabiliante. Credo, inoltre, che parlare di caporalato cozzi col dire che sul francobollo da 226 ettari (pari a 300 campi da calcio) si coltivi solo grano . Concludendo, concordo col mio concittadino Nicola Savoia, se al Prof. Vespe l’impianto che a Palazzo San Gervasio non vogliamo piace così tanto suggerisca alla Teknosolar di costruirlo in località Venusio a Matera ……..Verremo tutti noi , espertoni, a dare una mano per la realizzazione di una centrale tanto avveniristica da essere degna della Metropolis di Fritz Lang.
Saluti Mirella Di Stasi
Mi imbatto casualmente in questo dibattito a seguito di una ricerca sul termodinamico che ritengo una tenologia molto interessante però non riesco a capire perché si affermi che il metano non produce gas serra. Il metano come qualsiasi combutibile quando brucia produce CO2 senza contare che il suo gwp pari a 25. Ciò detto è evidente che nel bilancio complessivo le riduzioni di CO2 sono di gran lunga superiori alla produzione di dovuta all’impianto ausiluario a gas.
colpito e affondato…è vero!
Nessun intento guerresco… 🙂 siamo umani qualche svarione capita a tutti e comunque nulla al confronto con le cose che sto leggendo da parte degli oppositori.
Appare alquanto improbabile, se non proprio fuori luogo, l’accostamento fra le ragioni di una protesta per la costruzione di un centro di Geodesia Spaziale con le ragioni di una protesta per la localizzazione del sito dove costruire un impianto solare termodinamico a concentrazione.
Non si può paragonare il centro di Geodesia Spaziale che occupa 5.000 mq di suolo dove lavorano 100 persone che dista 14 km da un centro abitato (nella fattispecie Matera) pur non interessando alcun tipo di immissione in atmosfera con un impianto solare termodinamico a concentrazione che consuma (consuma perché l’impatto sul terreno sarebbe irreversibile per un riuso agricolo) 2.260.000 mq di suolo dove lavorerebbero 34 persone.
Il dissenso e quindi la protesta NON è sulla bontà o meno dell’impianto bensì sulla LOCALIZZAZIONE.
La superficie necessaria alla realizzazione dell’impianto è individuata nella piana di Banzi in località Basentello, a poche centinaia di metri da attività commerciali e turistiche ricettive esistenti ed operanti e dalle prime abitazioni del comune di Palazzo San Gervasio che dista solo 1000 passi. I terreni individuati sono pianeggianti, fertili, irrigui (con pozzi trivellati dai proprietari) ed utilizzati per la coltivazione di ortaggi e cereali a rotazione da cui deriva il reddito per decine di piccole e medie aziende agricole.
Il parametro primario che regola la scelta del luogo dove ubicare l’impianto è la radianza (insolazione) che ha dei limiti di applicazione pari ad almeno 2000 kWh/m2/anno come radiazione normale diretta, valore superato da TUTTI gli impianti in essere nel mondo (fonte: http://www.nrel.gov/csp/solarpaces/).
Il territorio dove si tenta di realizzare l’impianto presenta un valore di radianza pari a 1500 kWh/m2/anno. Sempre per il buon senso a cui Lei fa spesso riferimento.
Visto che si fa riferimento all’ENEA il “Quaderno sul solare termico” Luglio 2011 così si esprime per estratto “Il solare termodinamico si avvia a diventare una tecnologia commerciale in grado di dare significativi contributi all’approvvigionamento energetico mondiale. Presenta una serie di caratteristiche molto interessanti ……omissis …. e consente di valorizzare terreni non altrimenti utilizzabili, come le aree desertiche, le aree industriali dismesse o le discariche esaurite.”
Anche loro hanno vedute da retroguardia medioevale?
E tutto questo perché? Per una speculazione economica che arricchirà solo banche e società spagnole con i contributi del GSE che a sua volta li prende dalle bollette dei cittadini. Per un periodo di 25 anni e poi?
Saluti Gerardo Liberatore
La percentuale di terreni del demanio è notevolmente minore del 60%. Con il demanio c’è un altro titolo che è il livello. Il livellario, in qualsiasi momento, a domanda, e corrispondendo un importo per l’affrancazione e un importo pari a 5 annualità di fitto (se non corrisposto) per un totale di circa 1500 € per ettaro, può diventare proprietario pieno. Su quei terreni non ci sono usi civici. Questo per dire che comunque chi detiene i terreni in qualità di livellario qualcosa conta e, se vuole. in poco tempo diventa proprietario al 1000/1000.
Per essere precisi, nel l’affrancazione si pagano le 5annualità di canon non prescritto ed il capitale di affrancazione pari a 15 (non 5) volte il canone. Maggiori info su http://demaniocivico.blogspot.it/2008/11/affrancazione.html
signor vespe, si rende conto di cosa dice quando afferma ” …. le terre demaniali vengono gestite da pochi …. che praticano il capolarato con manodopera straniera ….”
I proprietari e i livellari di quei terreni sono 149 (altro che pochi noti…)
E quando viene utilizzata la manodopera straniera, gli ispettorati del lavoro stanno tutti i giorni nei campi a controllare che tutto sia in regola. Si spolveri un pò di spocchia e cerchi, se è capace, di rispettare chi lavora.
Vorrei aggiungere che nell’area in questione vi è la presenza di 2 tratturi tutelati per i quali è prescritta una distanza di sicurezza di 300 mt, tale prescrizione risulterebbe disattesa dall’intervento proposto.
Saluti.
Su di una cosa concordo: occorre informare in modo esaustivo sempre e comunque le popolazioni che dovranno ospitare questi impianti: dall’altra però occorre sgombrare la mente da pregiudizi o da sindrome da NIMBY. Però francamente questi impianti sono necessari perchè permetterebbero un raggiungimento più agevole e veloce della fatidica meta dell’abbattimento della produzione di gas serra antropogenico del 20%. Se diciamo no a questi impianti intanto i vecchi impianti che usano idocarburi continuano indisturbati a funzionare!
Guardate che 250 ettari di terreno poi non sono un distesa immensa. Fate le somme dei terreni anche ubertosi coperte da quei terribili pannelli solari che stanno incentivando rendite parassitarie e rovinando in modo irreversibile l’agricoltura e vi accorgereste che il danno che stanno facendo è di gran lunga più grave!!
Vi posso assicurare che quando fu il caso del Centro di Geodesia Spaziale le obiezioni degli agricoltori sembravano apparentemente coltissime! Addirittura sfoderarono raffinate teorie del Caos!
Liberatore stiamo parlando di soli 225 ettari…nessuna agricolura è compromessa quindi….Vediamo veramente quali sono i danni reali all’economia…nell’area senza mitizzare o sopravvalutare quello che c’è!
Sono “soli” 225 ettari il cui cambio di destinazione urbanistica può aprire la strada a nuovi interventi industriali, già si sta parlando di “polo energetico”, di trivellazioni e relativo centro olii legato alla concessione “Palazzo”, ecc.. Il No ALL’IMPIANTO TERMODINAMICO è anche il NO alla rinuncia della vocazione agricola del nostro territorio.
Non è la fama a fare i progettisti, ma la competenza. Vedo che lei è molto famosa.
non c’è davvero nessuna speranza per la nostra terra!! contenti voi contenti tutti. Intanto continueremo a mandare i nostri figli migliori fuori e vediamo cosa sapete farne della vocazione agricola (?) della nostra regione!
Il discorso sull’argomento è così lungo e complesso (perchè la realtà che viviamo non è semplice) e non so nemmeno se l’uditorio ha voglia di sposare detta complessità. Intanto visti tutti questi espertoni della problematica ambientale…si attendono soluzioni per ridurre le emissioni da effetto serra…intanto le centrali termoelettriche ad idrocarburi continuano ad andare a tutta birra…intanto invece di ridurre del 6 % le emissioni come previsto dal trattato di Kyoto, l’Italia li ha aumentati del 12% (e becchiamo masochisticamente anche multe)
Mi sembra di rileggere Fontamara…c´é sempre qualcuno che vuole “vendertela”.
Sig. Vespe mi dica secondo lei perché dovremmo essere aperti a questo tipo di investimento? Quale beneficio REALE apporterebbe ai paesi limitrofi all´impianto?
La lucania ha dato tantissimo in termini energetici negli ultimi vent´anni, ma a quanto pare rimane la regione piú povera d´Italia, ecco perché non crediamo ai “pifferi magici” ed ai venditori di fumo.
P.S. Da come parla, lei non puó capire sarebbe inutile dilungarsi…
Saluti
Sarebbe bello sapere lei (Mario Tucci) per chi ha votato in questi ultimi 20 anni. Gli amministratori che hanno portato alla rovina questa terra, che hanno estratto mazzette dai pozzi di petrolio, mica sono usciti fuori come i funghi! Qualcuno li avrà pure votati. Io di certo li ho sempre combattuti…..
Accidenti ma questa è una centrale solare o un impianto petrolchimico? In termini di concentrazioni in atmosfera di questi inquinanti quali valori sono previsti? Sto studiando questi impianti per una tesi e avevo capito che a parte una minima quota di nox (e ovviamente di CO2 che il sig. Vespe non considera) dovuta all’impianto ausiliario non ci sono altri gas. A meno che non di considerino anche gas fuggitivi dovuti allo stoccaggio dei prodotti termovettori. Ma dovrebbe trattarsi di quantità piccolissime. Ha dei testi scientifici di riferimento per capire di più la cosa? Grazie.
D’accordo!
Forse la deluderó ma non sono mai stato dalla parte di chi della Basilicata ne ha fatto un colabrodo, di chi ha intascato per sotterrare veleni, di chi lascia la propria gente ammalarsi di cancro.
Non sono dalla parte di chi viene per l´ennesima volta con l´intento di portare “democrazia e progresso” in questa terra e per chi cerca ancora una volta di far passare come manna caduta dal cielo,
l´ennesimo scempio in Lucania.
NESSUN TERRENO COSI’ VASTO PUO’ ESSERE OCCUPATO a scapito della agricoltura e della alimentazione umana. Che terreni siano vocati a cereali o ortofrutta, che siano demanio pubblico o privato hanno da sempre svolto una funzione primaria di SFAMARE LA POPOLAZIONE. A maggior ragione oggi in cui 1 miliardo di persone al mondo muoiono di fame. E questo riguarda la occupazione dei terreni di una centrale termodinamica oppure dei pannelli solari a terra. A Palazzo come a Matera.Ricordo che la agricoltura incide per il 17% sui cambiamenti climatici e effetto serra. Sarebbe sufficiente quindi convertire la stessa in biologica per ottenere importanti risultati, istallare OBBLIGATORIAMENTE sui tetti delle case esposte a Sud pannelli fotovoltaici (ad eccezione dei centri storici) unito ad usi razionali delle risorse energetiche, da non confondere con la accensione di candele , ma per esempio sostituendo le lampade a risparmio energetico o con l’isolamento termico delle strutture ecc. Qualcuno molto piu’ lungimirante ha già intravisto la distruzione del nostro territorio con il petrolio, per cui ormai non rimane altro che continuare a distruggerlo tanto tra 20 anni (alla fine dell’era petrolifera) e quando le compagnie saranno andate via riscopriremo i danni ambientali arrecati e nascosti per cui in questo territorio desertico ormai non sarebbe piu possibile coltivare terreno per avere produzioni sufficientemente salubri (vedi terra dei fuochi). Non conosco con precisione le colture di questi 250 ha di terreno, certamente non si raggiungono le 35 unita’ lavorative annue, ma 160 proprietari che impiegano diverse giornate annuo nei propri terreni certamente già non sono poche. E se poi questi impiegano anche solo qualche giornata di bracciante/anno…..A questo si aggiunga il potenziale REALE sviluppo del terziario (quello reale del turismo in crescita enogastronomico-ambientale) e probabilmente superiamo le 35 unita’ lavorative