La riunione straordinaria del Consiglio regionale, ha detto il presidente dell’Assemblea Mollica aprendo i lavori, è stata richiesta in base all’articolo 53 del Regolamento dai consiglieri Romaniello, Perrino, Leggieri, Napoli, Rosa e Castelluccio. Subito dopo ha preso la parola l’assessore all’Ambiente della Regione Basilicata, Francesco Pietrantuono, che ha fatto il punto sul rapporto di valutazione di impatto sulla salute (Vis) della popolazione della Val d’Agri in relazione alle attività del Centro oli di Viggiano.
Subito dopo si è sviluppato un dibattito che ha visto gli interventi dei consiglieri Lacorazza, Santarsiero e Polese (Pd), Perrino (M5s), Romaniello e Pace (Gm), Napoli (Pdl-Fi).
Il consigliere regionale Piero Lacorazza (Pd), dopo aver sottolineato la delicatezza del tema, ha affermato che il processo partecipativo sulla materia non attuato (il riferimento è ai tempi dell’istituzione della Fondazione Osservatorio ambientale regionale e all’avvio dell’indagine epidemiologica) e gli ultimi accadimenti portati alla luce dalla stampa hanno prodotto elementi di sfiducia verso la Regione. Sui dati diffusi dal rapporto in merito all’incidenza delle malattie vascolari, respiratorie ed oncologiche, siamo tutti sulle stesse posizioni. Ora occorre riflettere su un dato importante: è necessario adoperarsi affinché il lavoro continui non solo su Grumento e Viggiano, è urgente il coordinamento dei tavoli. Gli strumenti sono efficaci se si parlano. E poi occorre non dimenticare che è utile instaurare una relazione tra ambiente e sanità nel prossimo piano sanitario regionale”. Lacorazza ha inoltre, ribadito il valore del referendum sulle trivelle e del no alla riforma del titolo V della Costituzione.
“Mi domando si parlerebbe della Vis senza la stampa?” E’ con questo interrogativo che ha esordito il consigliere GiovanniPerrino (M5s), il quale dopo aver ribadito che il M5s la pensa come il primo giorno e cioè che la Basilicata deve abbandonare le estrazioni petrolifere,ha affermato che “adesso è il momento di guardare oltre, ricordando, però, i danni prodotti dalle estrazioni, con continue fughe gassose e limiti che vengono puntualmente superati e che l’attività, come dimostrato dalla Vis, è da concludersi definitivamente. Occorre mettere la parola fine all’attività, continuare nella messa in sicurezza e bonifica dell’area, studiando le possibili alternative al petrolio. Le Zone economiche speciali (Zes) possono divenire occasione di sviluppo per la nostra regione. Dobbiamo perseguire un nuovo tipo di sviluppo per non far andare via le persone dalla Basilicata e per attrarre nuove risorse umane”.
“Chi ha dettato l’agenda sinora in questa regione sul tema petrolio e ambiente sono state le compagnie petrolifere”. E’ la denuncia del consigliereGianninoRomaniello (Gm)che ha evidenziato una certa “superficialità da parte della maggioranza nell’affrontare la questione ambientale”. “Non si è compreso – ha detto – che la presenza del Centro oli doveva indurre la Regione a istituire una struttura adeguata con competenze scientifichetali da potersi interfacciare con un colosso quale l’Eni. Si è sottovalutato l’impatto che quell’impianto avrebbe avuto sul territorio”. Romaniello ha poi fatto riferimento alle attività dell’Osservatorio ambientale e della Fondazione biomedica e ha parlato di una mancanza di coordinamento delle attività. Nel chiedere con forza alla Fondazione biomedica di proseguire sul lavoro avviato con il rapporto Vis, il consigliere ha richiesto “una rete vera di monitoraggio costante e di un tavolo dove associazioni ambientaliste, Arpab, Aziende sanitarie ed enti preposti possano esprimere le proprie posizioni e possano accedere a tutti i dati. Romaniello, infine ha sottolineato l’importanza di una normativa regionale che preveda limiti delle emissioni più bassi. “E’ necessario un cambio di atteggiamento rispetto alle tematiche ambientali e al rapporto con le compagnie petrolifere. Occorre mettere in campo azioni a difesa della salute dei cittadini e attraverso una task force pretendere che i ministeri Sanità e Ambiente diano il loro contributo”.
“A Viggiano durante la presentazione del rapporto Vis ho avvertito in maniera palpabile il disorientamento dei cittadini e la loro richiesta di essere tutelati dalle Iistituzioni”. Così il consigliere Vito Santarsiero (Pd) che dopo aver ringraziato i due sindaci di Viggiano e Grumento per l’indagine commissionata ha parlato di “limiti e ritardi di questa legislatura”. “Non abbiamo saputo accompagnare il tutto con adeguate azioni di monitoraggio e controlli – ha detto -. Avevamo richiesto con forza un’indagine epidemiologica perché poteva rappresentare uno dei nostri fiori all’occhiello. Abbiamo sostenuto la nascita del Centro di medicina ambientale in Val d’Agri, della Fondazione biomedica, dell’ Osservatorio regionale ambientale e non abbiamo ottenuto i risultati attesi, finendo così per perderein credibilità nei confronti dei cittadini. “Occorre ora estendere rapidamente questo studio, andare avanti e cercare di dare risposte a quei comuni”. Santarsiero ha poi auspicato “una normative regionale più mirata al fine di alzare l’asticella della tutela. In tempi brevissimi bisognerà dire a quelle comunità se l’attività del Cova è compatibile con la sicurezza della salute. Non possiamo rilanciare in futuro problematiche e azioni. Occorre recuperare il rapporto fiducia con i cittadini e mettere in campo azioni a tutela dell’ambiente e della salute”.
“Dalla Vis – ha detto il capogruppo del Pdl-Forza Italia Michele Napoli – emerge che il 70 per cento delle persone di Viggiano e Grumento pensa che sia alta la possibilità contrarre di malattie gravi e malformazioni congenite. Sono questi i dati più allarmanti, sui quali la politica deve dare risposte. Il diritto alla tutela della salute è inviolabile è costituzionalmente garantito. Ci sono voluti 12 anni per l’inaugurazione dell’Osservatorio ambientale, e non dipende dalla mancanza di risorse perché i soldi c’erano. L’accordo del ’98 era un modello di sviluppo forzato, in cui ciascun soggetto doveva fare la propria parte, nella salvaguardia dell’ambiente e della tutela della salute. La sfiducia delle comunità c’è perché la Regione è venuta meno al suo ruolo. È mancata una visione ben chiara della società, una visione strategica, una politica industriale che contemperasse le esigenze delle compagnie petrolifere con la necessità di garantire diritti inviolabili dei cittadini. È venuta a mancare la funzione di controllo della Regione, questa è la grande questione di questi anni, la principale causa del malessere strisciante che c’è in quel territorio. Al circolo vizioso che si è creato si mette fine dando risposte certe e tempestive, andando incontro alle esigenze di una comunità troppo spesso tradita. Serve un’attenzione particolare alla bonifica dei territori, a Portò Torres e Portò Marghera sono state istituite le aree speciali, con la nomina di un commissario straordinario e l’adozione di un programma di risanamento dell’area. Perché non si prende in considerazione questa strada? Sono queste cose che alimentano al sfiducia. Parlare un linguaggio chiaro – ha concluso Napoli – senza nascondersi dietro a Basta ambiguità, ci sono chiare responsabilità di natura politica, facciamo tesoro degli errori del passato e forse una via diversa di sviluppo è ancora possibile”.
“Io non so – ha detto il consigliere delPdMario Polese – se si sia rotto o meno il rapporto fra istituzioni e popolazione della Val d’Agri, ma se è così mi chiederei quando è accaduto, anche perché c’è chi oggi assume una posizione antitetica rispetto all’attuale modello di sviluppo ma in passato è stato un vero e proprio costruttore di quel modello. Le cose che contano sono quelle che si fanno, ha detto il presidente Pittella, e mi pare strano parlare di continuità di fronte all’unico fatto di discontinuità, la chiusura del Cova, che è stato fatto da questo presidente e da questa maggioranza. Il tema dell’ambiente assume e assumerà la massima centralità nell’azione del governo regionale, un’azione complessa e diversa rispetto al passato. Dall’accordo con il ministro Galletti per potenziare gli strumenti ambientali, alla decisione di chiudere il Cova fino alla decisione assunta con coraggio e concretezza a luglio, quando a seguito di analisi e rigidissime prescrizioni la Giunta ha deliberato la riapertura del Cova, con prescrizioni e attività di controllo dell’Arpab. L’obiettivo è quello di mantenere alto il livello di salvaguardia della salute e dell’ambiente. Sulla Vis condivido l’opinione dell’assessore Pietrantuono, non bisogna disperdere il lavoro fatto e occorre approfondirlo con altri contributi, garantendo la giusta trasparenza. E bisogna evitare ogni interpretazione strumentale, come lo stesso Bianchi ha detto. Serve – ha concluso Polese – un approfondimento scientifico, il governo regionale sarà pronto ad adottare le misure necessarie se saranno confermati i dati, estendendo l’indagine epidmiologica all’intera Val d’Agri. Il petrolio è una contingenza, ma bisogna anche iniziare ad immaginare la Basilicata del post petrolio, e fin d’ora va costruito un modello di sviluppo alternativo”.
“Siamo nella legislatura in cui più si è fatto, si è istituitol’Osservatorio ambientale, si è aperto un rapporto con l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra),si è stabilito un protocollo con l’Istituto superiore della sanità e, poi, si è chiuso il Cova . Un dato,quest’ultimo, incontrovertibile. Tutto il resto è dibattito”. A sottolinearlo il consigliere Aurelio Pace(Gm) il quale ha subito dopo affermato che “animare le paure e alterare la percezione è il vero male che consegniamo a questa regione. Alla confusione dobbiamo reagire. Quei dati sulle patologie sono ben disponibili e devono essereben compresi affinché non si generi allarmismo. Abbiamo il dovere della verità e a domande del tipo: perché non si nomina un commissario straordinario della Val d’Agri, rispondo, perché non siamo la terra dei fuochi. Quello che sarebbe giusto fare – ha concluso – è allargare l’area di indagine così da avere dati su un campione più vasto di territorio”.
Al termine degli interventi dei consiglieri le conclusioni sono state tratte dal Presidente della Regione Marcello Pittella. Durante il suo intervento, il consigliere Perrino ha polemicamente abbandonato l’Aula. A conclusione del dibattito l’assessore Pietrantuono ha annunciato che la Giunta regionale riferirà nelle Commissioni consiliari sul prosieguo delle attività intraprese.
Il governatore della Basilicata, chiudendo i lavori dell’assemblea straordinaria ha detto che “dello studio Vis bisogna evidenziare anche le risultanze positive emerse, come la mancanza di tracce di contaminazione sul suolo e nelle acque superficiali. Ma al governo attraverso le sue articolazioni abbiamo chiesto una valutazione definitiva sull’indagine”.
“Dallo studio Vis sono emersi due dati a mio giudizio significativi: il primo è che non esiste alcuna contaminazione di acque superficiali, il secondo è che non ci sono nemmeno tracce sul suolo, in oltre in oltre quaranta punti indagati in un’area di circa tre chilometri e duecento metri”. Lo ha detto il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, nell’intervento conclusivo della seduta straordinaria del Consiglio regionale che si è tenuta oggi a Potenza, sul tema della Valutazione di impatto sulla salute (Vis) per il territorio della Val d’Agri. “Questo conferma – ha proseguito il governatore – che abbiamo speso anni rincorrendo a giorni alterni gli studi fatti su qualche provetta raccolta da professori in cerca d’autore, riempiendo spazi interminabili nel nostro dibattito politico. Ma a distanza di tempo possiamo affermare che avevamo ragione noi. Lo ha detto il professor Fabrizio Bianchi, referente del progetto Vis. Ma per affermare prima di lui le stesse cose avevamo dato fondo a tutte le energie, coinvolgendo nella responsabilità i sindaci, le associazioni, la politica, il consiglio e il governo regionale. Lo studio ci recupera preoccupazioni, ma anche fattori che mettono a valore tesi sostenute da Arpab, Ispra, Cnr, sindaci, Regione. Se lo studio è valido – ha messo in chiaro il governatore – deve esserlo sia per i risultati in negativo che per quelli in positivo”. Secondo Pittella dallo studio emerge un altro fattore importante: “Si riconosce – sottolinea – che le misurazioni dalle centraline Arpab sono corrette: credo che questo assuma un valore enorme rispetto a quanto si è detto sull’attendibilità dell’Agenzia. Lo studio invita inoltre l’Arpab a continuare nel rilievi, perché nel futuro potranno risultare preziosissimi. Dato che in questi anni abbiamo provato a riconsegnare fiducia e vigore all’azione di Arpab, affinché potesse svolgere fino in fondo la funzione di monitoraggio e di controllo, credo che tale valutazione sia da considerare positivamente”.
A chi critica l’operato della Regione sulla materia, il governatore risponde così: “Nei miei quattro anni di presidenza abbiamo affrontato tante criticità: molte le abbiamo risolte, non tutte chiaramente. Ma le criticità ambientali non sono argomento di facile soluzione. Se qualcuno è in grado di venire da questa parte e di provare a risolvere in pochi anni i problemi che hanno caratterizzato la vita regionale in tema ambientale allora lo faccia, si accomodi. Lo aiuteremo a governare. Ma senza urlarci contro -ha messo in chiaro – e senza utilizzare la paura e la precarietà per recuperare un minimo di visibilità. In fondo le cose che contano sono quelle che si fanno”.
Il governatore ha poi ricordato di come “alla vigilia di Pasqua abbiamo sospeso le attività del Centro Olio di Viggiano: un atto coraggioso, ma al quale siamo arrivati con motivazioni significative tradotte per atti. Non si è trattato, intatti, di chiudere la serranda di un negozio. Di iniziative come questa – ha proseguito Pittella – ne abbiamo prese non poche: come la trasformazione dell’Osservatorio ambientale, che era sul piano giuridico una sorta di ibrido e che ora ha un comitato scientifico ed è partecipato dai sindaci. Come anche l’intuizione felice della maggioranza di istituire la Fondazione bioemedica, che prima era un osservatorio medico sul diabete, con la quale abbiamo messo in campo indagini su diversi fattori di criticità ed il progetto Epibas, sottoposto al vaglio dell’Istituto superiore di sanità”.
Il governatore ha ricordato inoltre “l’atteggiamento di collaborazione avuto da Regione, Asp e Arpab nei confronti del professor Bianchi, che ha coordinato lo studio Vis. Non c’è stata alcune ostruzione, perché siamo sempre stati interessati ad ottenere le conclusioni di quella indagine. E’ chiaro, però – ha aggiunto – che un’indagine su un campione di mille abitanti non ci soddisfa. L’unica cosa responsabile da fare era quella di chiedere al governo nazionale attraverso le sue articolazioni istituzionali, di interpretare i dati e la metodologia usata dal Cnr di Pisa con il professor Bianchi, per una serie di motivi: per capire se si può chiudere ogni discorso sul nesso di causalità, per comprendere come interpretare l’associazione di rischio tra le estrazioni e le patologie cardiorespiratorie, per sapere quali azioni un ente pubblico debba mettere in campo. Serve fare – ha ribadito – un’azione di approfondimento. Se le condizioni di sostenibilità ci diranno che non possiamo sfruttare più la risorsa petrolifera, allora ci rinunceremo senza pensare al bilancio. L’investimento sulle rinnovabili che stiamo sostenendo va proprio nella direzione di invertire il trend della visione di sviluppo della Basilicata. Siamo pronti a discutere – ha concluso – sempre e in qualunque circostanza: l’importante è che si faccia del confronto, pur nelle diversità, l’arma democratica per costruire una società responsabile”.
L’assessore regionale all’Ambiente, Francesco Pietrantuono ha aperto i lavori della seduta straordinaria del Consiglio regionale, in programma oggi a Potenza, per la discussione sul rapporto di valutazione di impatto sulla salute (Vis) della popolazione della Val d’Agri in relazione alle attività del Centro Olio di Viggiano.
“Siamo qui – ha detto il rappresentante dell’esecutivo regionale – per trasferire le informazioni in nostro possesso rispetto al progetto di Valutazione di impatto sulla salute (Vis) commissionato dai Comuni di Viggiano e di Grumento Nova: le prime conclusioni risalgono al 14 luglio di quest’anno, ma per quanto riguarda la Regione la prima relazione di sintesi è arrivata il 7 settembre, mentre la prima bozza completa di appendici è stata inviata via pec il 22 settembre. Si tratta di uno studio atteso, che consideriamo importante e che prova a fare chiarezza sul possibile collegamento tra eventuali inquinanti ambientali e gli impatti sulla salute. Al suo interno – ha spiegato Pietrantuono – troviamo un quadro di analisi delle tre matrici ambientali: acqua, suolo e atmosfera. Una parte dello studio si focalizza sulla salute, con risultati che coincidono con l’indagine dell’Istituto superiore della Sanità commissionata dalla Regione alcuni anni fa. C’è poi una parte che si sofferma sulla percezione del rischio nell’area della Val d’Agri. Nello studio, in realtà, attraverso l’indagine epidemiologica si stabilisce non una correlazione, ma una associazione di rischio, fra alcuni incrementi di malattie, mortalità o ricoveri e la presenza di attività estrattive. La concentrazione è focalizzata quindi principalmente sull’aria. Mentre per quanto riguarda acqua e suolo, dallo studio non emergono anomalie particolari, per quanto riguarda le emissioni in atmosfera vengono date alcune raccomandazioni: un approccio di precauzione più severo rispetto a quello basato sui limiti di legge (si invita quindi a ragionare su una normativa che porti le emissioni al di sotto di quei parametri); la continuazione dello studio sulla situazione ambientale e sanitaria della popolazione dei due Comuni. Il tema, quindi, esiste. Ma la Regione- ha messo in chiaro l’assessore – già si era mossa per avere un quadro certo, costruendo ad esempio una rete di soggetti con credibilità nazionale come l’Ispra e il Cnr. Ma esiste anche – ha ricordato Pietrantuono – l’accordo quadro con l’Istituto superiore della Sanità legato alla vicenda Total. La cosa più opportuna da fare è stata quella di coinvolgere i Ministeri interessati, per la costituzione di un tavolo nazionale integrato fra i ricercatori che hanno lavorato sulla Vis e gli enti di ricerca che già collaborano con la Regione, anche nell’ambito del riesame dell’Autorizzazione di impatto ambientale (Aia) relativa al Centro Olio di Viggiano, per individuare ulteriori azioni da mettere in campo. Si tratta, quindi, di lavorare attraverso la costituzione di un tavolo che tenga insieme tutte le parti, e che arrivi a dare il suo contributo a livello normativo anche nell’ottica del riesame dell’Aia del Cova, che ora si avvia al secondo riesame parziale, proprio sui temi dell’inquinamento in atmosfera. Alcuni mesi fa, tra l’altro – ha detto ancora l’assessore – abbiamo chiesto il riesame della Valutazione di impatto ambientale (Via) che risale al 1998, per quanto riguarda la ricaduta delle emissioni sia in superficie che nell’area interessata. La Vis – ha ribadito – è molto importante : se arriverà a definire che esiste una correlazione certa tra ambiente e salute, dobbiamo capire come intervenire. In ballo, del resto, non c’è solo l’Eni. Vogliamo individuare un percorso preventivo anche in vista dell’Aia nei confronti della Total”.