WWF sostiene convintamente in tutta Italia la lotta contro l’incenerimento dei rifiuti, in qualsiasi impianto avvenga, pertanto a Matera la locale OA (organizzazione aggregata) intende proseguire la battaglia di contrasto ideale e fattivo a questa pratica dannosa per l’ambiente e la salute pubblica, oltre che inutile sul piano della riduzione dei rifiuti.
In questo periodo, stante la notizia dell’arrivo al porto di Taranto di un carico di 53 mila tonnellate di pet coke, pericoloso derivato di scarto del petrolio, è tornata di stretta attualità la questione della combustione di tale combustibile pericoloso per la produzione di cemento da parte dell’impianto sito a pochi km dall’abitato di Matera e praticamente adiacente al Parco regionale della Murgia Materana, area ZSC (Zona di Conservazione Speciale).
Non possiamo che supportare la netta posizione del presidente dell’Ente Parco medesimo (https://www.sassilive.it/cronaca/ambiente/53mila-tonnellate-di-pet-coke-allitalcementi-di-matera-allarme-di-pellecchia-ente-parco-murgia-materana/) nel ribadire la contrarietà all’uso di questo materiale pericoloso per la salute umana e l’ecosistema naturale, checchè ne dicano le rassicurazioni faziose e dozzinali di talune parti in causa.
Il WWF Matera, avendo appoggiato sin dalla nascita il Comitato no inceneritore locale, si dice pronto a sostenere tutte le azioni necessarie per scongiurare il perpetuarsi dell’uso di questo residuo tossico dell’industria petrolifera, contenente IPA, zolfo e metalli pesanti, assoggettato alle regole per il trasporto di materiali pericolosi, pur non essendo più classificato rifiuto dal 2002, grazie ad un contestato dettato normativo e senza alcun supporto scientifico.
Oltre allo strumento delle petizioni europee, ribadiamo, come scritto anche nella nota del presidente Pellecchia, l’indifferibilità di un’indagine epidemiologica accurata sulla popolazione per valutare effettivamente quale effetto hanno provocato le emissioni nocive in questi lunghi anni, ottenibile tramite lo strumento della VIS (valutazione impatto sanitario), cosa per cui già erano state raccolte delle firme un anno e mezzo fa dal comitato di cui sopra; peraltro avendo l’impianto dell’Italcementi chiesto una modifica dell’autorizzazione ambientale da parte della regione Basilicata, per bruciare fino a 60 mila tonnellate annue di rifiuti vari, denominati CSS senza sostituire minimamente il succitato pet coke, l’ente Regione avrà una grande responsabilità nel far seguito o meno a queste urgenti sollecitazioni.
Ago 30