“L’approvazione del progetto esecutivo che prevede lo spostamento delle condotte irrigue nel tratto compreso tra il bivio di Bernalda e la S.S. 106 Jonica , realizzate dieci anni fa proprio a ridosso del tracciato della ex S.S. 175, è un ennesimo atto importante approvato dalla giunta provinciale in questo scorcio di legislatura”.
A dichiararlo è l’assessore alle Infrastrutture della Provincia, Giuseppe Dalessandro.
“Il progetto esecutivo, redatto dal Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto – spiega – è frutto della collaborazione tra i due enti e consentirà di completare la realizzazione della ex S.S. 175 dopo la eliminazione di parallelismi e attraversamenti dovuti proprie alle condotte irrigue del Consorzio di Bonifica.
La progettazione, ha detto il Presidente Nigro, è stata opportunamente suddivisa in stralci funzionali
con l’intento di ridurre al minimo le problematiche relative ai lavori di adeguamento della importante arteria stradale e nel contempo dare continuità al servizio irriguo in corso.
L’opera, finanziata per 3.350.000 euro con fondi Por della Regione Basilicata – continua – consiste nella
sostanziale rimozione delle condotte consortili interferenti con i lavori di adeguamento della ex S.S. 175, in un tratto di 15 chilometri compresi tra il Bivio di Bernalda e la S.S. 106 Jonica.
I lavori, il cui inizio è previsto per il prossimo luglio, saranno aggiudicati mediante avviso di gara in corso di pubblicazione e dovranno essere conclusi entro i successivi 12 mesi.
Sicuramente – conclude l’assessore Dalessandro – vanno riconosciuti agli enti preposti, e quindi Regione, Provincia e Consorzio, la sinergia e l’impegno profusi per la risoluzione delle problematiche legate alla viabilità, che consentiranno di aprire una nuova stagione turistica fatta non solo di slogan e spot promozionali ma di azioni concrete che vedono nella viabilità e nelle infrastrutture il punto strategico per la crescita del sistema Basilicata”.
Nota dei Carabinieri.
Incendio all’interno della sede amministrativa della cooperativa edilizia “Di Vittorio” di Policoro
Alle ore 04:00 circa di questa mattina si è sviluppato un incendio di piccole dimensioni all’interno di uno stabile in costruzione nella periferia di Policoro che ha interessato alcune assi di legno del pavimento in costruzione al 1° piano (circa 3 mq su una superficie di circa 100 mq). All’arrivo dei Vigili del Fuoco e dei Carabinieri, allertati dai passanti, le fiamme si erano già spente generando solo molto fumo. Dai primi accertamenti si esclude la causa dolosa, mentre l’ipotesi più probabile viene ricondotta ad alcune cicche di sigarette forse incautamente lasciate sulle assi di legno.
“Quello che la notte scorsa, a Policoro, ha interessato la sede amministrativa della cooperativa edilizia “Di Vittorio” è il sesto attentato che nel giro di pochi mesi ha fatto ripiombare il Metapontino in un clima di totale insicurezza. Oggi, oggetto degli atti intimidatori sono gli imprenditori, soprattutto quelli che operano nel comparto agricolo, ma gli “interessi” di coloro che stanno innalzando il rischio imprenditoriale nell’area jonica potrebbero presto investire, come è accaduto in un passato non troppo lontano, anche altri ambiti della vita comunitaria”.
A lanciare e a riproporre l’allarme di un ritorno in grande stile della criminalità organizzata nel Metapontino è l’assessore provinciale all’Ambiente, Franco Labriola, il quale sottolinea che “lo stato di tensione che si sta determinando a Policoro e nei centri vicini non può continuare ad essere minimizzato così come è accaduto fino ad ora in presenza di eventi e situazioni che invece avrebbero dovuto mettere in campo da parte di tutte le istituzioni un livello di guardia di più alto profilo”. Per Labriola il selvaggio raid nel frutteto accaduto nelle scorse settimane così come le devastazioni provocate dal fuoco in alcune aziende agricole fino all’ultimo episodio che ha interessato la cooperativa “Di Vittorio” non sono operazioni che possono essere semplicisticamente attribuite all’azione isolata di uno squilibrato. “Ormai credo non ci siano più dubbi e che si debba prendere atto che dietro questi eventi si cela – denuncia l’assessore provinciale – la regia di una complessa organizzazione criminale che altro non vuole se non rimettere le mani sul Metapontino”.