“Ci sono certezze su risorse, più di 50 milioni di euro di fondi europei e nazionali, a cui si aggiungono 200 miliardi di euro del cosiddetto recovery fund di cui una fetta considerevole sarà affidata all’agricoltura. Decidere bene su queste risorse significa disegnare il percorso di sviluppo del paese nei prossimi dieci anni”.E’ il messaggio lanciato nel corso di un incontro organizzato dall’Associazione allevatori di Basilicata sull’attualità e sulle strategie orientate alla nuova programmazione europea. Incontro, moderato dal direttore dell’Ara Basilicata Giuseppe Brillante, e che ha visto la partecipazione del presidente dell’Ara Basilicata, Palmino Ferramosca, del direttore sanitario dell’Izsum, Giovanni Filippini, del direttore generale del ministero dell’Agricoltura, Giuseppe Blasi, del direttore generale dell’Aia, Mauro Donda, e del direttore generale dell’assessorato regionale alle Politiche Agricole, Donato Del Corso.Apprezzamenti per il lavoro svolto dall’Ara sulla sorveglianza attiva degli allevamenti in Basilicata sono stati espressi dal direttore Filippini che ha definito “quello lucano un modello da esportare in tante altre realtà italiane”. “Oggi la Basilicata ha una serie di informazioni provenienti dall’attività costante realizzata sul territorio – ha spiegato il direttore sanitario dell’Izsum – che le permettono di fare politiche sanitarie vere. Un percorso di diagnostica e monitoraggio fatto negli allevamenti per conoscere tutte le informazioni sanitarie che potevano avere ricadute su sanità animale ma anche su quella pubblica e sulla questione dei contaminanti ambientali. Stiamo utilizzando gli animali come sentinelle”. E di modello da seguire ha parlato anche il direttore generale del Ministero dell’Agricoltura, Giuseppe Blasi, per il quale”se si è raggiunto questo livello è perché ci sono persone che credono in quello che fanno con grande passione e professionalità”. Quanto alla nuova programmazione europea Blasi ha ricordato che “siamo in una fase importante della vita programmatoria e lo scorso mese è stato raggiunto un accordo per l’impianto della futura politica agricola che è ormai già definita. Non bisogna sbagliare, bisogna essere bravi e concreti per spendere risorse in tempi ben definiti. Quello lucano è un modello per il benessere animale e la limitazione dell’uso dei farmaci. Occorre però agevolare il dialogo tra le banche dati per assicurare nuova assistenza tecnica agli allevatori. La futura politica agricola comune ci mette a disposizione due strumenti importanti – ha evidenziato Blasi- il primo è quello della consulenza aziendale per accompagnare il mondo produttivo e migliorarne la performance in termini di produzione, fondamentale quindi sarà il ruolo dell’associazione degli allevatori.Il secondo è l’ecoschema , una sorta di evoluzione 2.0 dei pagamenti diretti perché prevede anche per gli allevatori un pagamento diretto in più che va a premiare i comportamenti più virtuosi degli allevatori che hanno sistemi sostenibili. Perfetto per l’ecoschema è l’allevamento della podolica.Nelle prossime settimane dovremo quindi aprire un confronto con chi è coinvolto nella programmazione della Pac e definire i contenuti principali del piano strategico e poi dare corpo alla futura politica agricola”. Il presidente Ferramosca ha concluso l’incontro proponendo un ulteriore ruolo all’Associazione “che oltre ad essere elemento di trasmissione della conoscenza agli allevatori dovrà ulteriormente porsi come strumento di costruzione di politiche attive che la Regione può impiantare per accompagnare lo sviluppo degli allevamenti lucani”.