Oltre agli aspetti relativi alla disoccupazione, specie giovanile; alla conseguente emigrazione, specie intellettuale; all’invecchiamento della popolazione ed alla conseguente ed irrimediabile decrescita del numero degli abitanti, peraltro, meno accentuata perché la vita media si è allungata; altri aspetti devono avere priorità nell’agenda del Governatore che si andrà ad eleggere e devono interessare in maniera prioritaria l’attività amministrativa dell’Ente Regione.
Nel corso degli anni i dipartimenti hanno subito delle modifiche e di conseguenza anche le deleghe assessorili.
Un dipartimento che negli anni ha assunto un valore sempre più importante per la vita sociale lucana è quello relativo all’ambiente ed al territorio.
Quel dipartimento non può essere più affidato al Pretoriano di turno del “tutto a posto”.
La sensibilità ambientale della collettività è aumentata, per fortuna , anche i pericoli ai quali si va incontro sono divenuti più conosciuti.
Quel dipartimento deve essere riportato alla gestione diretta dell’uomo che gli elettori hanno votato per guidare per un certo periodo temporale le sorti della Regione.
Il Governatore della passata legislatura ha dimostrato una sensibilità ben maggiore rispetto al Pretoriano, impegnato, inutilmente, a conquistare l’agognata candidatura a governatore stesso.
Nei giorni scorsi, infatti, il Governatore uscente ha preso decise posizioni sul mancato monitoraggio ambientale in Val d’Agri.
Il Dipartimento Ambiente e Territorio fino a qualche anno fa si occupava preminentemente solo di territorio e di piani urbanistici e partendo da pochi esempi gli scempi o solo i tentativi si vedono.
E’ del Dipartimento il primo timbro favorevole per la costruzione del magnifico ascensore panoramico di Palazzo Venusio ( ora Palazzo Viceconte), a quello seguì il nulla-osta della Soprintendenza e solo dopo 5 anni (come al solito) la cosa venne a riguardare il Comune di Matera.
Ad opera compiuta ci si ricordò di ordinare l’abbattimento, ordine risultato poi non eseguito con tutti gli strascichi legali gestiti pigramente e comunque desiderosi di mettere fine alla vicenda il prima possibile e non a caso un ricorso alla prima sentenza- sfavorevole per la Pubblica Amministrazione- non fu mai fatto.
Anche l’aumento di cubatura che per un certo periodo interessò l’intervento sul Giardino Porcari fu allegramente autorizzato dal Dipartimento senza considerare l’ulteriore carico di autovetture che vi sarebbe stato nel centro storico di Matera.
E’ di questo giorni l’autorizzazione concessa all’attraversamento del metanodotto di Monte Coccovello malgrado l’opposizione del comitato locale e dell’amministrazione di Rivello.
Da un po’ di tempo il Dipartimento ha cominciato anche ad interessarsi dell’ambiente ed in questo caso è validamente assistito, si fa per dire, dall’Arpab.
Sull’inquinamento delle falde acquifere determinate dall’inceneritore Fenice si vive ancora oggi in uno stato confusionale e non si è mai speso una parola sul fatto che i monitoraggi Arpab dal 2002 al 2005 e per il 2007 non sono stati eseguiti, sul fatto che l’Arpab sia una agenzia che opera senza le certificazioni europee.
Si era al 5 Novembre quando si disse che “Il Dipartimento Ambiente sta provvedendo ad acquisire tutte le informazioni utili a delineare un quadro di trasparenza che non lasci margini di incertezza sul funzionamento dell’impianto di termovalorizzazione Fenice”
Alla fine di Gennaio il Comitato Diritto alla Salute di Lavello ha inviato una lettera aperta al Sostituto Procuratore della Repubblica di Melfi in merito al silenzio “istituzionale”relativo all’inquinamento delle falde sottostanti l’inceneritore Fenice –EDF
L’impegno del Dipartimento continua indefesso nel quadro di trasparenza tanto è che ad oggi non si sa quale sia la situazione di Fenice ed ogni tanto appare sulla stampa un inutile appello alla chiarezza.
Queste cose non debbono più accadere e dovrà essere il Governatore a risponderne di persona intraprendendo, se del caso, tutte quelle misure amministrative atte a garantire un buon funzionamento del Dipartimento e ad acquisire un funzionamento credibile dell’Arpab.
La trasparenza non ha mai fatto male a nessuno ed è sinonimo di crescita, il dibattito che nei mesi scorsi si è sviluppato sull’indice di inquinamento di alcuni invasi lucani invece di essere vissuto come un positivo effetto di partecipazione democratica alle problematiche ambientali relative alla attività estrattiva è stata interpretata, come al solito, come mera ingerenza e le iniziative intraprese sono risultate pasticciate
Poco interessa al cittadino di sapere del come si è venuti a conoscenza, la cosa è accaduta e non riguarda certo il furto di una mela ma di Bario e di Boro presenti negli invasi e che sono fuori dai valori ammissibili.
Il primo non esiste in natura, è pericoloso e viene utilizzato diffusamente nei pozzi di petrolio per appesantire i fluidi di trivellazione..
Il secondo non si trova libero in natura e riviene anche esso dall’attività di perforazione.
A quanto è accaduto non deve dare risposta il magistrato e il carabiniere ma il pubblico amministratore che deve assumere un atteggiamento serio e responsabile .
Il diritto fa riferimento alla cura del buon padre di famiglia, in questo caso è richiesto molto di più. ed invece a dieci anni dall’inizio dell’attività estrattiva in Val D’Agri si brancola ancora nel buio per il monitoraggio ambientale.
Occorre dare riscontro alla richiesta di trasparenza e di efficienza ed a chi se non al Governatore spetta dare tutte queste cose?
Siamo in presenza di un PIEAR approvato in fretta e furia dal Consiglio Regionale e che ogni giorno viene contestato.
Oggi per le Centrali a Biomasse che dovrebbero crescere come funghi e che stando a quanto appare non avrebbero nulla da bruciare se non CDR o materia prima importata.
Domani potrebbero sorgere un numero imprecisato di Pale Eoliche ,con una semplice Dia, tanto da far indurre a pensare che semmai nasceranno in Basilicata i Farmer-Market , si andrà ad acquistare da essi energia elettrica e non più frutta e verdura.
Anche le Aree Protette diventano oggetto di tentativi, finora falliti, di pesanti manomissioni senza che nessuno sia alla fine responsabile,.
Un simpatico esempio di deresponsabilizzazione per molteplicità di enti competenti e la depurazione degli scarichi fognari, certo anche in questo caso vi è il Dipartimento che dovrebbe fungere da cabina di regia ma è preferibile il fai da te perché ci sono maggiori probabilità di successo.
La vicenda del monitoraggio relativo all’attività del cementificio di Contrada Trasanello di Matera insegna.
Che dire del braccio operativo del Dipartimento che è l’Arpab.
Solo due piccolissimi esempi perché molto si è già detto, non tutto perché è impossibile.
L’amministrazione del Comune di Potenza, sostanzialmente attenta alle istanze dei cittadini ed alle problematiche ambientali, coadiuvata validamente dal Difensore civico, Avv. Michele .Messina, è in attesa- lunga- di risposta da parte dell’Arpab circa chiarimenti richiesti e riguardanti il funzionamento delle centraline di monitoraggio dell’aria presenti in città e con particolare riguardo ad una ubicata in Piazza 18 Agosto e, stranamente, non più in funzione da diversi anni.
Bisogna dire, anche che i modi cortesi non sono mancati nella sollecitazione richiedendo l’autorevole collaborazione dell ‘Arpab.
A nulla sono valsi la tenacia dell’avv. Catello Aprea, difensore civico regionale, riuscì ad ottenere riscontro ad una richiesta di monitoraggio in merito alle emissioni del predetto Cementificio Italcementi di Trasanello solo dopo 5 mesi, due note di richiesta ed una terza inviata direttamene al Presidente De Filippo ed all’Assessore Santochircio.
Solo allora, avuto l’assenso dal Dipartimento e raccolti i dati con monitoraggi successivi alla prima richiesta. L’Arpab ha provveduto a dare riscontro.
Anche in questo caso come per Fenice il tempo è dovuto trascorrere per permettere all’Arpab di raccogliere i dati altrimenti inesistenti., forse.
Pio Abiusi
E’ abbastanza chiaro come il sole che gli incapaci che hanno gestito l’importante settore ambiente, come altri settori chiave, hanno miseramente fallito e sono stati fortemente condizionati dalle multinazionali petriolifere per la concessione dei permessi per l’estrazione di idrocarburi…se si considerano anche i non interventi in fatto di inquinamento del torrente Jesce e questione cementificio di località Trasanello, il quadro fosco è completo. Dovrebbero solo ritirarsi dalla vita pubblica definitivamente, altro che ricandidarsi!