Con un omaggio colto e in musica alla tradizione e alla cultura contadina, si chiudeva il sipario sulla nona edizione del Festival Duni. Quel concerto, una applaudita prima esecuzione mondialepresentata lo scorso settembre, trova adesso una naturale prosecuzione in una incisione discografica. Si tratta del compact disc che racchiude "IL CANTO DEI SASSI" – Cartoline sinfoniche da Matera, composizione sinfonica su temi popolari materani del maestro lucano DAMIANOD’AMBROSIO.
La realizzazione del compact disc, edito dalla etichetta “Fabbrica della Pace Nobile” di Montescaglioso, nasce ancora una volta dalla collaborazione tra il Festival Duni e il Women’s FictionFestival, consolidando l’impegno comune dei due sodalizi nella promozione e nell’offerta di iniziativeartistico-culturali di respiro internazionale.
Il compact disc è stato presentato nel corso di una conferenza stampa promossa nella sala giunta del Palazzo di città. All’incontro sono intervenuti SaverioVizziello, direttore artistico del Festival Duni; Mariateresa Cascino, responsabile Comunicazione eRelazioni esterne del Women’s Fiction Festival; il compositore Damiano D’Ambrosio; l’attore EmilioAndrisani; Antonio Nobile, produttore discografico; Vincenzo Perrone, il direttore d’orchestra.
IL CANTO DEI SASSI – Cartoline sinfoniche da Matera
Scheda della composizione (a cura del compositore Damiano D’Ambrosio*)
«Quando penso al canto popolare, immagino un fiume carsico, lento e poderoso, di cui ignoriamo le origini precise, mache scorre tranquillamente, accompagnando e sospingendo inesorabilmente verso il mare le fatiche e le speranze, le
pene d'amore, le sofferenze e i dolori come anche le gioie e i giochi infantili delle comunità umane. Capita a volte che esso ricompaia in superficie riflettendo i colori del cielo e della vegetazione circostante come anche gli acquerellidisegnati dalle nuvole che lo sovrastano, per poi ritornare sotterraneo a continuare il suo affascinante ciclo. Sono questele fonti che irrigano da secoli, insieme al canto gregoriano (altro fiume silenzioso ma "colto"), tutta la letteratura musicale
occidentale. “Il Canto dei Sassi”, libera assonanza a “Il Canto della Terra” di Gustav Mahler, è una partitura che prende in considerazione alcune melodie della cultura contadina e artigiana materana, in cui campeggiano i grandi temi dellanascita e della morte, del lavoro e delle condizioni della donna, dei rapporti sociali fra contadini, artigiani e borghesia, ele rielabora usando i colori sobri di una orchestra fondamentalmente classica, rinviando solo allusivamente ai testi della
tradizione. Ho cercato di utilizzare gli elementi melodici delle fonti come mi sembrava più opportuno: sezionandoli, ricombinandoli e riarmonizzandoli, scegliendo di volta in volta il colore adatto ad esprimere ora la malinconica ripetitivitàdelle nenie che raccontano di pecorelle mangiate da lupi e di sonno che non vuol venire, ora la vivace allegria dellecerimonie nuziali o del gioco dell'altalena. Ho cercato di contrapporre in uno stesso brano l'atmosfera triste e pensierosa di una antica pastorale al ritmo festoso di una "cupa cupa"; ho provato a ricreare la sensazione di immobilità sospesa delnibbio nel cielo terso della calura estiva, o la tristezza del contadino sommerso dalla fatica sull'aia mentre canta deitradimenti d'amore, oppure la contemplazione passionale della bellezza femminile, come nella Tricchiesca o in Ierta Chilonna. Vorrei essere riuscito a far riaffiorare ancora una volta il fiume sotterraneo. Sarebbe utile che non restasse alungo sommerso».*
DAMIANO D’AMBROSIO è un compositore lucano nato a Montescaglioso (MT), vive a Roma e insegna Composizione nel Conservatorio “Cherubini” di Firenze. Ha studiato Composizione con Raffaele Gervasio, diplomandosi anche in Musicacorale e Direzione di coro, oltre che in Strumentazione per banda. Ha lavorato per il Teatro ed è autore di numerosepartiture orchestrali e cameristiche. Ha già inciso per l’etichetta Fabbrica della Pace Nobile due CD: «Sono Vita senza
confini, Canti del Buddha» e «Serenata per la cucina italiana».