La chiusura della redazione della “Nuova del Sud” a Matera
Una Matera sempre più senza voce (e senza lavoro)
Quasi due anni fa – il 3 ottobre 2007 -, quando da Matera andò in pensione il corrispondente di Rai Basilicata, lanciammo, come CIACP, un grido d’allarme che suonava così: UNA MATERA SEMPRE PIÙ NUDA E MUTA.
Partivamo dalla considerazione che Matera, dopo aver perso molti uffici regionali e non, stava perdendo anche la voce. Il tutto – è inutile dirlo – andava a favore di Potenza, che, nel bicentenario della sua assunzione a capoluogo di Regione, sembrava rinvigorire la sua tendenza accentratrice. Matera, purtroppo, aveva visto la chiusura della Barilla, dell’Upim, di tutte le fabbriche in val Basento, il fallimento del progetto Cerere… Era in corso la crisi dei salotti, finanziati da una assegnazione di dieci miliardi di vecchie lire da parte della Regione, con l’obiettivo di una formazione professionale che faceva pensare – ma era una illusione – a programmi di ricerca e di ammodernamento della produzione, per cui era necessario formare nuova e aggiornata manodopera. Si è visto come è andato a finire
Nello stesso torno di tempo era accaduto che era andato in pensione il corrispondente da Matera, sicché la Rai di Basilicata ormai parlava (e parla) normalmente potentino, dedicando solo brevi flash a Matera e ai suoi problemi (magari intonando la solita litania dei Sassi patrimonio dell’umanità, assalita dai turisti il Lunedì dell’Angelo).
Sono passati quasi due anni. La crisi dei salotti non è più crisi, ma chiusura; la formazione professionale non c’è stata, o, se c’è stata, ha creato disoccupati aggiornati. Di un corrispondente Rai da Matera non si parla, anche se, a nostro parere, servirebbe ben più di un corrispondente. Accade, intanto, che si chiude la redazione della “Nuova del Sud” cioè una delle pochissime voci che facevano opinione a Matera, spesso in posizione dissonante: cosa rara e difficile in una regione ben omologata e ben controllata. Tre giovani giornalisti sono ora senza lavoro, nel silenzio totale delle istituzioni e dei rappresentanti della città e provincia (dai consiglieri comunali a quelli provinciali e regionali, non esclusi i parlamentari).Matera, insomma, due anni dopo, è sempre più nuda e muta.
Fra poche settimane andrà via anche la Banca d’Italia, con un silenzio pressoché tombale circa la proposta del CIACP di utilizzarne la sede come palazzo della Regione quale contributo alla rinascita del centro di Matera. La nostra città, in passato, rispetto a Potenza, aveva fama di essere città produttiva. In parte era vero. Questo era motivo per cui su Potenza si accentravano tutti gli uffici, che, ovviamente, si riempivano di impiegati potentini, che poco, naturalmente, oggi, risentono della crisi.
TUTTO CIÒ PREMESSO ci permettiamo di chiedere:
1. Che Enti e Istituzioni (Comune, Provincia, ASL, Regione) assumano prioritariamente, quali addetti stampa, i giornalisti della , rimasti senza lavoro;
2. Che, a partire dall’autunno del 2009, si cessi con la meccanica ripartizione, secondo criteri puramente demografici, dei fondi regionali per due terzi a Potenza e un terzo a Matera;
3. Che, a partire dall’autunno del 2009, da parte della Regione si adottino misure assistenziali per cassintegrati e licenziati di Matera e provincia, creando apposito fondo presso l’Amministrazione provinciale.
Giovanni Caserta
Responsabile culturale del CIACP
Giuseppe Pace
Presidente del CIACP