Ripulire il Basento prima delle piogge autunnali
L’imminenza dell’autunno, e delle provvidenziali piogge legate alla stagione, non deve far dimenticare il dramma del Basento, che si estende ai paesi che sul fiume si affacciano e dal fiume, fino a ieri, traevano vita. Vogliamo dire che non ci si può dimenticare l’inquinamento che lo sta uccidendo alla vita e la violenza dei suoi frequenti straripamenti che uccidono la vita, corrodendo gli argini, deviando il letto, travolgendo gabbie e abbattendo muri artificialmente e costosamente costruiti. In un recente sopralluogo, insieme con il Commissario della Comunità Montana del medio Basento, Francesco Auletta, abbiamo potuto verificare come i giardini di Grassano, cui è legata molta parte della economia del piccolo paese, già simbolo della miseria meridionale, rischino di essere portati via. Esperti,da noi interpellati, dicono che tutto ciò è effetto di mancata manutenzione che comporta:
• La movimentazione e l’asporto di materiale inerte in modo continuo in tutta l’area, senza intaccare il Thalweg (lo strato più profondo dell’alveo);
• Disboscamento selettivo: pulizia della vegetazione spontanea;
• Ricalibratura delle sezioni trasversali mediante sia asporto che movimentazione di materiale in alveo;
• Opere di difesa attiva: difesa delle sponde con massi ciclopici e sistemazione di repellenti nelle curve.
Le indicazioni suddette sono tratte, parola per parola, da una relazione elaborata dal bacino del Piave che così supera i condizionamenti e gli sbarramenti posti dalla cattiva gestione della cosiddetta SIC. Sono proprio questi condizionamenti SIC (Sito di Importanza Comunitaria) i motivi per cui la Regione Basilicata vieta assurdamente la estrazione di materiale inerte, avallata, in ciò, da quanti seguono la dottrina del non toccare per correre, poi, a costosi ripari, che, nella loro provvisorietà contro natura, fanno il paio col ripascimento, costoso e inutile, sul Lido di Metaponto. Sfugge, a chi vieta l’estrazione:
• Che per secoli il fiume Basento è stato nei suoi argini e ha permesso ai giardini di Grassano di sopravvivere;
• Che ciò è potuto succedere solo perché dal fiume, per secoli, si è stato estratto materiale per la costruzione di interi paesi, strade, castelli, muri e altro;
• Che, grazie, a questo intervento dell’uomo, il flusso dell’acqua fu così continuo e così regolare, da renderlo navigabile, come attesta la leggenda di San Gerardo, in cui si ricorda come i Turchi – Basento Basento – arrivassero fin sotto Potenza
Verificato, ancora una volta, lo stato di inerzia che caratterizza i responsabili del governo regionale, anche deputati e senatori, beate dormitantes, abbiamo chiesto al Commissario della Comunità Montana, Francesco Auletta – di farsi promotore di una immediata giornata di studio e di programmazione di opportuni interventi, cui convengano, insieme con le autorità politiche nazionali e regionali, e organismi tecnici, i Comuni di Calciano, Grassano, Garaguso, Tricarico e Salandra, ruotanti tutti intorno allo scalo di Grassano, là dove il fiume maggiormente rivela, per responsabilità politiche e per errate valutazioni ecologiche, tutta la sua funzione distruttiva.
Giovanni Caserta, responsabile culturale del CIACP
Pio Abiusi, socio CIACP
Matera, 31 agosto 2010