Cinghiali nel Parco della Murgia Materana
La Murgia Materana, come tutti sanno, è area di presenza di cinghiali. Sia su terreni agricoli che in zone di pascolo e macchia sono rinvenibili tracce lasciate dal loro passaggio. Purtroppo la reale consistenza degli esemplari non è facilmente determinabile a meno che ci si fidi ciecamente delle voci (di parte) che parlano di orde di migliaia di esemplari, analogamente a quanto si vocifera per il Parco Regionale di Gallipoli Cognato. Che vi siano i cinghiali e che questi fanno anche danni all'agricoltura è accertato ma sarebbe opportuno parlare anche delle responsabilità che hanno portato a tale situazione poichè, come è dimostrabile, vi sono state in un passato neanche tanto lontano, numerose immissioni da parte di enti, di associazioni venatorie e Ambiti Territoriali di Caccia. Oggi i danni sono notevoli e come sempre a pagare saranno i contribuenti. In più va messo in conto anche il fatto che per attuare piani di abbattimento controllato attraverso i cosiddetti selecontrollori, non vi è dubbio che un impatto diretto o indiretto sugli equilibri naturali dell'area protetta vi sia e che questa è inconfutabilmente un'attività che sarebbe stato meglio evitare attraverso una gestione più scientifica e razionale della fauna condotta nel passato.
Il video pubblicato e inserito su youtube è stato realizzato in pieno Parco della Murgia in un appezzamento privato. La notevole distanza non permette una migliore qualità delle immagini.
Il Presidente del Parco della Murgia Materana – Roberto Cifarelli- in merito alle ultime notizie di stampa relative ai danni provocati dai cinghiali all'interno del Parco ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Il problema del consistente aumento del numero dei cinghiali è tema di rilievo nazionale, in particolar modo nelle aree protette ove vige il divieto di caccia. L'assenza oramai conclamata di avversari del cinghiale, predatori e competitori, ha fatto si che il fenomeno si estendesse rapidamente provocando danni alle colture agricole, agli allevamenti e, non di rado, pericolo per l'incolumità fisica delle persone, senza sottacere sui danni all'equilibrio dell'ambiente naturale, animale e vegetale. In questi anni, poi, non va sottovalutato il ruolo svolto dagli Ambiti Territoriali di Caccia, organismi in cui siedono sia i rappresentanti delle associazioni agricole, ambientaliste e della caccia, che fino a qualche tempo fa hanno continuato a “ripopolare” le nostre zone attraverso massicce immissioni di suidi.
Il Parco della Murgia Materana, come d'altronde la Provincia di Matera, non ha mai preso sottogamba il fenomeno. In questi anni l'Ente ha provveduto alla approvazione del “Regolamento per l'indennizzo dei danni da fauna selvatica omeoterma” grazie al quale è stato possibile risarcire i proprietari di fondi agricoli danneggiati. Bisogna sottolineare che fino allo scorso anno i rimborsi dei danni hanno riguardato piccole somme. Nel 2007, alle prime avvisaglie della proliferazione, è stato effettuato un monitoraggio-censimento della popolazione con la collaborazione della Provincia di Matera dal quale emergeva la possibilità che entro pochi anni il fenomeno potesse degenerare. Per questa ragione il Parco nello scorso mese di giugno ha approvato un proprio “Regolamento per la gestione della popolazione del cinghiale (sus scrofa) tramite cattura, abbattimento selettivo e girata” che, nelle more dell’adozione di uno specifico piano di gestione, prevede che abbia validità quello approvato dalla provincia di Matera e dall’INFS (Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica) riguardo le aree protette. Considerata la consistente entità dei danni provocati in questi ultimi mesi, nelle prossime settimane sarà data attuazione al regolamento inizialmente attraverso l'apposizione di recinti di cattura affinché esplichino la loro efficacia durante l’autunno. Qualora il fenomeno dovesse permanere ed eventualmente estendersi, il Parco porrà in essere le ulteriori forme di contenimento della specie previste dal regolamento”.