Lunedì 7 settembre a Matera si sono verificati alcuni casi di clonazione di bancomat presso gli apparecchi della locale Agenzia del Monte dei Paschi di Siena. In particolare, i casi denunciati ai carabinieri sono stati 7, con prelievi effettuati fraudolentemente, per un ammontare di circa 8.000 euro. Inoltre, un altro prelievo sarebbe stato solo tentato in provincia di Benvenuto, in quanto la carta è stata bloccata per tempo. Da una prima stima e da quanto denunciato dal responsabile della citata agenzia, il fenomeno dovrebbe essere circoscritto a 70 persone circa. Nello specifico, così come accertato dai carabinieri, gli autori della truffa avrebbero utilizzato un apparecchio informatizzato che, inserito nell’alloggiamento della scheda bancomat. Consente, poi, di acquisire i relativi dati e codici identificativi. Il fenomeno della clonazione dei bancomat è un fenomeno molto diffuso e, di recente, sta interessando anche questo capoluogo. Per tale motivo, appare necessario conoscere bene tale fenomeno, sia per evitare di rimanere vittime di tali reati e sia per sapere come muoversi nel momento in cui il reato si dovesse verificare. Le tecniche adottate per compiere questo genere di frodi sono molteplici. Una di queste tecniche è il “Lebanese Loop”: il criminale applica sullo sportello bancomat un dispositivo che impedisce la restituzione della carta al suo proprietario. Quando quest’ultimo si troverà, per ovvie ragioni, in difficoltà, interviene nuovamente il criminale che, fingendo di prestargli aiuto, lo inviterà a digitare nuovamente il codice PIN. A questo punto, il finto soccorritore potrà memorizzare mentalmente il codice che utilizzerà successivamente dopo aver estratto la carta. Un altro metodo, ancora più diffuso, è lo “Skimming” (strisciata) su sportelli automatici (ATM). Esso consiste nell’applicazione, da parte del criminale, di uno skimmer, un dispositivo in grado di immagazzinare i dati contenuti nella banda magnetica della carta. Quando il cliente della banca digita il codice della propria carta, questo viene recuperato solitamente dai malfattori attraverso una micro telecamera nascosta o camuffata grazie all’ausilio di vari oggetti. In altri casi, invece, il codice PIN, viene recuperato dai criminali attraverso una seconda tastiera posta sopra quella originale dello sportello bancomat. Ovviamente, la banda criminale acquisisce in tal modo tutti i dati necessari a clonare e ad utilizzare la carta bancomat o la carta di credito. Proprio per evitare tale problema e che qualcuno possa impossessarsi del PIN attraverso tastiera, molti sportelli bancomat sono stati attrezzati di pin-pad sicuri. Come possiamo difenderci da queste truffe? Ovviamente, dobbiamo sempre guardarci attorno, diffidando anche di chi si avvicina mentre siamo allo sportello del bancomat, dobbiamo sempre controllare che non vi siano delle anomalie sulle apparecchiature dello sportello, dobbiamo sempre nascondere con l’altra mano la tastiera su cui digitiamo il codice pin, possiamo richiedere eventuali servizi di notifica via sms dei nostri movimenti (sms alert), ma, cosa più importante, dobbiamo controllare quotidianamente il nostro conto corrente. Cosa fare nel caso in cui riteniamo di esser stati truffati? Innanzitutto, dobbiamo bloccare la carta attraverso la nostra banca o rivolgendoci direttamente al numero verde del circuito bancomat, annotando la data, l’ora, il nome della persona del servizio clienti con la quale si è stati in contatto e l’eventuale codice di blocco. Dopo aver informato la banca, dobbiamo ottenere, tramite questa o l’internet banking, una lista dei movimenti, che ci permetterà così di individuare l’ora, l’importo e, se possibile, il luogo in cui sono state effettuate le operazioni fraudolente. Ovviamente, la nostra carta bancomat, nonostante sia stata bloccata, continua a mantere un ruolo decisivo anche nei passaggi successivi, in quanto serve a dimostrare che non l’abbiamo smarrita e che l’abbiamo usata e conservata in modo corretto. A questo punto, dobbiamo rivolgerci alle forze dell’ordine (polizia o carabinieri) per sporgere una denuncia penale relativa alla clonazione della nostra carta e al disconoscimento delle operazioni fraudolente, e, farci rilasciare poi una copia della denuncia stessa. Infine, dobbiamo presentarci presso la banca con la copia della nostra denuncia e compilare i moduli necessari ad ottenere il rimborso.
Nella foto in alto il direttore dell’agenzia MPS di via Annunziatella con due militari dei Carabinieri nei pressi del bancomat e in basso uno scatto dell’agenzia.