Anche Agrinsieme Basilicata esprime la propria insoddisfazione dopo il via libera all’importazione agevolata di 70 mila tonnellate di olio d’oliva provenienti dalla Tunisia per i prossimi due anni: “Un attacco al Made in Italy, alla Basilicata e alle nostre colture di pregio”. Di seguito la nota integrale.
Da oggi il mercato europeo sarà letteralmente sommerso da 70 mila tonnellate di olio tunisino in più all’anno e senza alcun dazio, estromettendo di fatto l’extra vergine made in Italy che pur qualitativamente superiore ha costi sensibilmente maggiori. Un colpo per i nostri produttori già fortemente in crisi e che negli ultimi anni hanno visto precipitare il prezzo dell’olio d’oliva e registrare già nel 2015 una crescita esponenziale delle importazioni di olio tunisino con 90 milioni di chili registrati pari al + 481%.
Pur consapevoli dell’importanza degli obiettivi di solidarietà dell’Europa nei confronti dei Paesi terzi in difficoltà, soprattutto in una delicata fase geopolitica come quella attuale -evidenzia ancora Agrinsieme- crediamo che non si possa sempre penalizzare l’agricoltura e in particolare le produzioni mediterranee. L’agricoltura non può essere considerata come merce di scambio! Basta con il colpire il vero tessuto produttivo! Svendere l’agricoltura e le aziende agricole -chissà per quale interesse- significa non rispettare il territorio! Non possiamo assistere alla “strage delle aziende agricole”.
Chiediamo uno scatto d’orgoglio anche perché, a nostro avviso, non esiste più una politica agricola europea. L’Unione Europea ha rinunciato a governare l’agricoltura comunitaria: pensa al sostegno di Paesi extracomunitari senza preoccuparsi delle conseguenze sui sistemi economici della Unione Europea e l’aumento delle importazioni di olio dalla Tunisia è solo uno dei vari casi di questo disinteresse di Bruxelles verso gli agricoltori.
Innegabili saranno i riflessi anche su comparti chiave della nostra agricoltura che attraversano oggi una congiuntura di mercato particolarmente negativa.
“Il via libera all’importazione in Italia di 35 mila tonnellate l’anno di olio tunisino conferma, qualora ce ne fosse ancora bisogno, l’assenza di una politica agricola europea”. Lo ha dichiarato l’on. Cosimo Latronico, (Cor), componente della Commissione Bilancio della Camera. “ E’ l’ennesimo colpo dato all’olivicoltura italiana ed in particolare della Basilicata, sinonimo di genuinità e bontà. Non a caso Raffaele Fitto, per primo presentò un’interrogazione alla Commissione Europea, e chiese al Governo italiano una pronta mobilitazione per evitare che l’olio africano travolgesse il nostro territorio a scapito dell’extra vergine di oliva. Lo stesso faremo noi parlamentari dei Conservatori e Riformisti, attraverso una interrogazione urgente al Ministro all’Agricoltura, per chiedere interventi immediati che evitino effetti non solo disastrosi dal punto di vista economico per i nostri agricoltori, ma anche sui consumatori italiani che potrebbero non essere sufficientemente informati sulla qualità e la provenienza dell’olio acquistato quotidianamente”.