La nostra privacy oggi è sempre più a rischio, a volte con la nostra inconsapevole complicità. Cominciamo, dunque, a tutelarci opportunamente con azioni forti e mettendoci insieme. E’ l’invito di Vincenzo Di Riso, responsabile regionale Basilicata di Altroconsumo.
A cominciare dai social, naturalmente.
Ogni volta che mettiamo un “like” su un post o iniziamo a seguire una pagina Facebook, il buon vecchio Mark raccoglie dati sul nostro conto. E siamo davvero certi di sapere che uso ne fae dove finiscono questi dati?
Anche Facebook ammette che “le informazioni personali degli utenti sono state condivise in modo improprio”. Ma al momento da Zuckerberg sono arrivate ai consumatori soltanto le sue scuse. Noi però non siamo i suoi burattini.
Per questa ragione Altroconsumo, assieme alle associazioni di consumatori di Belgio, Spagna e Portogallo, ha deciso di avviare una classaction contro Facebook, per chiedere che i consumatori europei vengano risarciti, che vengano correttamente informatisull’uso che viene fatto dei loro dati e che possano scegliere consapevolmente in qualsiasi momento quali di questi condividere.
Tenendo conto dei benefici commerciali che Facebook ha ottenuto violando la protezione dei dati e le normative a tutela dei consumatori, Altroconsumo chiederàper tutti gli utenti iscritti a Facebook un risarcimento minimo di 200 euro (tra valore economico dei dati e danni morali), che può variare sulla base dell’utilizzo che si fadi Facebook e da quanti anni si è iscritti al social.
Come si fa ad inserirsi nella classaction?
Chiunque abbia un account Facebook – precisa Di Riso – può partecipare ora : basta andare sul sito www.altroconsumo.it e compilare un modulo con alcuni dati;ci vorrà pochissimo tempo.
Ott 15